sabato 28 luglio 2012

Gorgona Amarcord. Once upon a time


Zio Matteo, zia Fedora, zia Ida e....

Gorgona. I predatori

Purtroppo c'è chi viene ancora all'isola di Gorgona come un predatore. Viene pochi giorni l'anno solo per mostrare trofei e comportarsi come fossero a Capri. Vengono solo per prendere senza mai dare niente. Hanno un posto barca fisso senza pagare un euro, organizzano battute di pesca come fossero Hemingway, portano amici e conoscenti per gozzovigliare e godere di un posto unico senza averne il diritto. Ma non con i soldi loro. Sempre sulla pelle di noi tutti, del ministero di Giustizia e del Demanio che permette a questi predatori di mettere ancora piede sull'isola a sbafo. Chi lavora o vive a Gorgona, magari con pochi euro di stipendio al mese, li guarda sgomento. I predatori sono fuori luogo, aggressivi verso l'ambiente, patetici nella loro spocchiata ricchezza da poco, mostrata a denti larghi. Gorgona non ha bisogno di queste persone meschine ma di chi la ama veramente.

venerdì 27 luglio 2012

Gorgona. Thunderball


Di cosa bisogna vergognarsi

Un certo D'Ambrosio, grand commis del Quirinale, è morto d'infarto. Presidente della Repubblica e politici vari gridano allo scandalo e alla vergogna perché il servitore dello Stato era frutto di attacchi nel caso Mancino sul presunto patto Stato-mafia. Nella stessa giornata Palazzo Chigi ci fa sapere che i manager di Stato non potranno superare i 300.000 euro l'anno di stipendio.
Se c'è qualcosa di cui vergognarsi è che ci sia stato una trattativa Stato-mafia, che si cerchi di insabbiare le indagini e che si costringa magistrati coraggiosi ad andare a lavorare in Guatemala. Se c'è qualcosa di cui indignarsi è proprio degli stipendi dei manager pubblici che gridano vendetta.

Gorgona visit


martedì 24 luglio 2012

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Isola di Gorgona. Best way


Stato, quanto ci costi!

""E' necessario, quanto prima, un contenimento coatto della spesa pubblica italiana, andando a colpire tanto i dipendenti statali, quanto tutte le autorità di rappresentanza, sia politica che istituzionale, che impattano profondamente sui bilanci italiani. Solo con un ridimensionamento consistente dei costi dello Stato, dell’amministrazione statale italiana, è ipotizzabile creare le premesse per un abbassamento consistente di decine di punti percentuali sulla tassazione diretta e indiretta per persone fisiche e imprese e poi, secondariamente, l’istituzione di benefici fiscali attraverso delle vere e proprie defiscalizzazioni di redditi e di profitti per le grandi multinazionali e per le grandi aziende che volessero venire a impiantarsi in Italia, in particolar modo nelle regioni del Sud, dando lavoro a tempo indeterminato". (Eugenio Benetazzo, dal blog di Beppe Grillo)

Isola di Gorgona. 18 luglio 1933


domenica 22 luglio 2012

Straniero

Isola di Gorgona. Gioco al massacro

Viviamo tempi interessanti. Siamo arrivati alla resa dei conti, al collasso economico e sociale di una colonia penale e di un'isola. Ed è iniziato il gioco al massacro verso chi si oppone. Si attacca sempre con ferocia, come insegna la storia, chi vuole il cambiamento e denuncia l'insostenibilità di una qualsiasi situazione. Così si spostano le lancette in avanti. Un anno, anche pochi mesi, sono meglio di niente per chi gode di privilegi intollerabili, impunità e fiumi di denaro pubblico. Direttori, enti, istituzioni, lobby sono schierati come un plotone di esecuzione per abbattere il Comitato Abitanti Isola di Gorgona. Lo fanno ormai senza pudore, alla dove cojo cojo. Non ci sono giornali buoni, non ci sono enti buoni, non ci sono lobby oneste. Distorcono le notizie, insultano, propongono interviste farlocche, cercano ogni giorno il pelo nel buco del culo degli attivisti e del Comitato Abitanti Isola di Gorgona, del blog, dello staff, del suo autore. E' uno sport generale al quale non si sottrae più nessuno: "prima li diffami, poi li isoli, poi li annulli". Un gioco praticato dal Duemila, che non ha mai fatto prigionieri e ha lasciato dietro di sé un'autostrada di sangue. Oggi, anche se il gioco riuscisse, il baratro attende comunque questi sciagurati che attaccano come dei cani rabbiosi chiunque metta in discussione i loro meschini privilegi, invece di affrontare la catastrofe ormai alle porte, riconoscendo i loro errori e togliendosi dai coglioni.
Dopo le ultime vittorie il vento è cambiato. Un vento di scirocco, come ce n'è qui, umido, oleoso, pesante è penetrato nella direzione, nei giornali, nei concessionari di Stato, nei salotti dei vacanzieri. Da qui ai prossimi mesi la parola d'ordine è la distruzione con qualunque mezzo, in ogni modo del Comitato, anche usando una una legge su misura, che lo escluda con la calunnia e la diffamazione. Non sanno cosa li aspetta, o forse lo sanno troppo bene. Sarà un piacere continuare a combattere per la mia amata isola. (copiato e riveduto dal blog di Beppe Grillo, dove al posto del Comitato Abitanti Isola di Gorgona c'è il Movimento 5 stelle e i problemi nazionali, ma il significato non cambia di una virgola)

Gorgona Amarcord. A pesca


Ci alzavamo alle 5 del mattino per andare a salpare le reti. Si andava a remi per 5 ore. Poi il pomeriggio si andava a calare. Nato ci pagava a pesci. Nonna Amelia, d'estate, ci diceva di andare che così il proprietario della barca, che era suo cugino, ci dava una mosdella e qualche cappone. La barca era ormeggiata laddove oggi si vorrebbe un posto fisso che non gli si compete. Piccola prepotenza alla gorgonese del connubio carcere-paese.

Gorgona Amarcord. Lo scoglio liscio

Sullo scoglio liscio giocavamo io, Riccardo (a uno dei miei figli ho dato proprio il suo nome), Luca e Daniele, Non ci stancavamo mai di darci le spinte e di saltare in acqua appena adolescenti. Lo scoglio liscio si trovava dove ora hanno fatto quella specie di solarium dietro la pescheria. Lì, fino a qualche anno fa, c'era una bella spiaggetta di ciotolato, dove la mattina ci batteva il sole ed era facile entrare in acqua. Non c'erano ancora tutti quei massi bianchi a ridosso del moletto, che allora era pulito, ma pochi macigni che noi ragazzi conoscevamo a memoria, che percorrevamo anche sotto i sassi, da una parte all'altra dell'intero molo, in gallerie fra acqua e terra che solo noi conoscevamo. Sullo scoglio liscio passavamo intere giornate e se c'era mare mosso ci divertivamo ancora di più a spingerci, a fare i tuffi e la lotta fra di noi. Era largo quasi un metro per tre di lunghezza, appena a pelo d'acqua, di quelli talmente sdrucciolevoli che riuscivi a malapena a stare in piedi. Ieri ci sono passato e non l'ho ritrovato, quelli che c'erano non erano scivolosi. E non riuscivo nemmeno a risalire a terra, perché la spiaggetta di ciotolato non c'è ormai più.

sabato 21 luglio 2012

Gorgona Amarcord. La casa di pietra

Nella casa di pietra, appena sotto la strada lastricata, ci andavo da bambino.C'era nonna Amelia, zia Ida, zio Gigi, e a volte zio Nino e zio Aldo. Qui nonna Amelia e zia Ida erano cresciute, figlie della bisnonna Graziosa, figlia insieme a diversi fratelli e sorelle di quei bisbisnonni che dalla Lucchesia, in particolare dal paesino garfagnino di Lugliano, popolarono l'isola agli inizia dell'800. Poi zia Ida si era sposata con una guardia carceraria della colonia penale che avevano messo nel 1860, e da Citti aveva preso il nome Mastrangelo. C'andavamo d'estate nella casa di pietra. Io dormivo con mio fratello Francesco nella camera subito a sinistra entrando dal giardino. La finestra dava sui tetti del magazzino di pesca di zio Gigi, che aveva deciso di fare il pescatore dopo qualche anno passato sulle navi. Poi, siccome eravamo stretti e spesso andavo a dormire con la figlia di Fedora, Laura, a casa di zia Giovannina (la mamma slava della Luisa, che si era sposata e viveva a Firenze), visto che si era liberata la casa del maestro vicino alla nostra, nonna Amelia riuscì a farsela dare dal demanio e ci trasferimmo lì. Poi zio Gigi, il cugino di mia madre e della sorella Rita di cui era da sempre innamorato senza successo, si sposò con Marisa, che veniva in visita al padre ergastolano dalla Sardegna. Si spostarono nel magazzino sotto, adattandolo, ed ebbero due figli. Ripresero anche la licenza della trattoria (l'altra era quella della zia lucia, col nipote Sergio che vendeva le bombole del gas, e dove oggi ci abita anche lì una guardia), quella della bisnonna Graziosa, e guadagnavano qualcosa portando a pesca in barca ed ospitandoli ricchi signori (come il responsabile della Piaggio di Pontedera, che poi dette lavoro anche a diversi gorgonesi, che amava l'isola e il mare di Gorgona). Ora quando veniamo abbiamo ancora la casa del maestro, ma quella di pietra di una volta, che avevamo ceduto per gentilizza, ci viene negata da cugini ignoranti della storia familiare che ci hanno messo addirittura un recinto separatorio. Ora i figli dei pescatori hanno la puzza sotto al naso e non sanno cosa succedeva prima di loro. Hanno lasciato l'ex magazzino della loro infanzia al demanio, che lo ha dato definitivamente alla colonia penale che, stranamente, invece di darlo ad un agente l'ha destinato ad un cosiddetto educatore carcerario, che così può farci le vacanze gratis con tutta la sua famiglia.

Isola di Gorgona. Il carcere abbandonato


I carceri in Italia? Ce ne sono a diecine, ma sono stati abbandonati, magari senza mai aver aperto i battenti. Di nuovi non ne servono, a meno di voler arricchire i soliti noti degli appalti ministeriali. Anche all'isola di Gorgona è così. Furono spesi diverse decine di milioni di euro diversi anni fa per un supercarcere (vedi foto). Una volta finito il progetto fu abbandonato. Soldi dei contribuenti buttati al vento.

venerdì 20 luglio 2012

Poste usuraie

Succede anche questo. Hai un conto corrente alle Poste Italiane da decenni. Paghi balzelli esorbitanti ogni anno. Ci metti il tuo stipendio, i tuoi soldi. Prendi un bancomat, una carta di credito, gli assegni, aderisci alle varie iniziative succhia soldi. Fai transitare migliaia di euro in tanti anni di deposito. Ma un giorno, per essere andato in rosso di 30 euro (dico trenta euro!?!), ti chiudono improvvisamente il conto, ti ritirano le carte e gli assegni. Così, d'emblai, non hai più un conto corrente. Queste sono le banche italiane. Queste sono le Poste Italiane. Degli strozzini legalizzati. Vivrò anche senza conto corrente. Anzi, lo preferisco.

Isola di Gorgona. Le antiche torri stanno crollando


Torre Vecchia, o Torre Pisana, come la chiama Dante Alighieri in un passo della Divina Commedia, sta crollando. Inserita nel territorio controllato dal ministero di Giustizia, insieme alla Torre dell'Orologio e Torre Garibaldi, questi manufatti sono da sempre abbandonati a se stessi. Bisogna fare qualcosa per salvarle, magari impiegando i detenuti per il loro ripristino.

Gorgona non è un'isola carcere. I sassolini dalla scarpa...

L'isola di Gorgona non è un'isola carcere e non esistono ultimi gorgonesi. Ci sono 67 residenti, di cui alcuni hanno la residenza e la casa per motivi oscuri perché con Gorgona non c'entrano nulla. Ma solo una diecina di residenti vi abitano stabilmente, mentre gli altri 57 ci vengono pochi giorni l'anno e non dovrebbero averci né la residenza né la casa del demanio, ma la conservano perché discendenti dei primi pescatori gorgonesi (ma non dovrebbero avere nessuna voce in capitolo sul paese di Gorgona).
Il Comitato Abitanti Isola di Gorgona rappresenta chi abita stabilmenete sull'isola, a parte un'anziana signora che ci è venuto ad abitare da qualche anno.
Il cosiddetto Consiglio di Zona non rappresenta il paese civile di Gorgona perchè la Seconda Circoscrizione del Comune di Livorno, a cui appartiene la frazione di Gorgona con il seggio n.12 per le elezioni, ha voluto tra gli elettori tutte quelle persone che gravitano sull'isola (gorgonesi, ex gorgonesi, residenti, agenti, medici, veterinari e via dicendo). Quindi rappresenta una cosa astratta del momento che con Gorgona e la sua storia non c'entra nulla, anche se la maggior parte degli ex gorgonesi residenti, che vivono a Livorno, vi hanno aderito perché possono così mantenere la residenza e la casa del demanio senza abitarci stabilmente. Il Consiglio di zona, ora monco perché un agente eletto è sotto inchiesta ed è stato allontanato definitivamente dall'isola insieme alla sua convivente e ai suoi familiari (noi avevamo segnalato il nominativo chiedendo che gli agenti fossero esclusi dalla votazione perché già rappresentati dal loro sindacato e dal ministero di Giustizia, ma senza esito), è stato creato ad hoc per giustificare decisioni apparentemente provenienti dalla realtà gorgonese, ma invece decise a tavolino a Livorno, insieme al carcere e senza parlare con chi abita sull'isola. La rappresentante eletta, pur essendo di discendenza gorgonese da parte del padre, vive però stabilmente a Livorno ed è anche stranamente la delegata comunale. A questi due ruoli dovrebbe invece essere eletto esclusivamente un gorgonese (meglio due diversi) che abita fisso sull'isola.
Alcuni ex gorgonesi, che vengono pochi giorni l'anno a Gorgona, tentano poi di proporsi come interlocutori gorgonesi pur non essendolo (anche su alcuni quotidiani amici come l'istituzionale 'Il Tirreno') e stanno cercando anche di organizzare escursioni sull'isola con persone estranee a Gorgona, con la scusa dell' inserimento di detenuti (a Gorgona un loro inserimento è impossibile perché proprio il carcere ha distrutto il tessuto sociale civile). Una decisione che porterebbe l'isola verso una realtà come Pianosa, dove il nucleo originario degli abitanti è scomparso proprio grazie a queste pseudoiniziative di estranei. Una cosa da evitare in tutti i modi. Queste escursioni, come abbiamo più volte enunciato e chiesto invano al Parco dell'Arcipelago Toscano, al Comune di Livorno e alla Colonia penale, devono invece essere organizzate insieme agli abitanti stabili a Gorgona, che già sanno come farle e come informare sulla realtà gorgonese.
Siamo stufi di veder mostrare trofei di pesce pescato da chi viene solo pochi giorni l'anno, conservando  dei privilegi ormai ingiustificabili.
Vorremmo anche sapere se le onde elettromagnetiche della Capitaneria di Porto per monitorare le navi che passano in questo tratto di mare (così come chiesto da alcuni agenti della Navale penitenziaria) non siano nocive alla salute di chi vive a Gorgona, se tutti i fusti tossici sono stati recuperati e resi innocui, se si intende ancora fare un rigassificatore vicino all'isola.
Aspettiamo di sapere poi, come abitanti, a che punto è l'inchiesta che ha visto un ammanco di 80.000 euro allo spaccio dell'isola, dell'incendio doloso provocato da due agenti indagati, dei controlli su chi ha gestito la contabilità questi ultimi anni sullo spaccio, l'agricola e le attività dell'isola intera. Decisioni che hanno influenzato per decenni la vita dell'isola, favorendo alcuni e discriminando altri, ma sempre con i soldi dello Stato. Alcune di queste persone sono incredibilmente ancora al loro posto.
Ringraziamo, infine, per l'iniziativa di abbellire piazzetta del Borgo Vecchio. Anche il resto del paese ha bisogno di un restauro e siamo pronti a collaborare in tutti i modi, certi che un giorno saremo coinvolti nelle decisioni che ci riguardano.

Isola di Gorgona. Amelia Citti


giovedì 19 luglio 2012

Isola di Gorgona. Censura rossa alla livornese

A Livorno c'è un muro rosso. Guai a mettercisi contro. Ti fanno a pezzi. A me è successo per il mio sito web, ingiustamente ancora oscurato per una presunta diffamazione che nessuna aula di tribunale ha mai giudicato. Sono scesi in campo tutti i 'poteri forti' della città labronica, fino a farmi diventare quasi un assassino. Una pietra rotolante che dal niente ti condanna come se fossi un pericoloso terrorista. Una vera violenza giustizialista peggio dei peggior regimi di Pinochet nata all'interno del ministero di Giustizia.
Tutto ha inizio dalla querela di parte di sette persone, mai citate con nome e cognome, che si sono sentite diffamate da poche filastrocche nel sito web degli abitanti di Gorgona www.ilgorgon.eu, che come giornalista e gorgonese porto avanti da anni per non far morire la storia e la realtà del paese di Gorgona. Una diffamazione tutta da dimostrare.
Il pm, Massimo Mannucci, e il Gip, GioacchinoTrovato, e anche il giudice del Riesame Carlo Cardi, accolgono a priori, in base a poche fotocopie di parte, di oscurare preventivamente il sito, senza visionarlo perché quelle filostrocche non ci sono più, senza giudizio e senza contradditorio. Le note su cui si basano sono la denuncia per diffamazione basata sul nulla, una lettera piena di calunnie di alcuni ex gorgonesi che vivono a Livorno, due note faziose del comando della polizia penitenziaria di Gorgona, note di agenti contro la mia persona poi essi stessi messi sotto processo per fatti criminosi. Comune di Livorno e Seconda Circoscrizione gli tengono bordone. E il quotidiano di Livorno 'Il Tirreno' sforna articoli riportando le calunnie, magari su segnalazione di qualche amico del giornalista, senza nemmeno sentire il diretto interessato e senza nemmeno lontanamente pensare di difendere la libertà di informazione, tanto loro non ne fanno alcuna, limitandosi a riportare le veline che gli passa il palazzo o l'amico di turno. Improvvisamente diventi così un pericoloso serial killer.
Il motivo di tutto questo utilizzo di una legge distorta è che non si può e non si deve parlare di quello che succede all'isola di Gorgona. Qualsiasi critica, qualsiasi considerazione, viene ora bollata come diffamazione. Il sito è chiuso e nessuno può controllare se è vero o no. Infatti è tutto falso. Peccato però che centinaia di persone continuano a scrivermi chiedendomi come sia possibile oscurare un sito innocuo che dava notizie esaurienti di carattere geografico e storico su un'isola sconosciuta.
Ma il cerchio della censura rossa alla livornese è ormai chiuso. Tutto deve restare come sempre, in silenzio, senza che nessuno sappia cosa succede veramente all'isola di Gorgona, senza far conoscere gli sprechi, gli illeciti, le inchieste in corso su ammanchi decennali che coinvolgono tutta la contabilità della direzione carceraria, senza far conoscere come il demanio lasci marcire il nostro patrimonio immobiliare, senza spiegare perché ci sono persone che continuano a succhiare i beni dello Stato senza che nessuno dica niente (case del demanio date a poco prezzo a chi non c'è mai e che con l'isola non c'entra niente, venire a pescare con posto barca senza pagare un euro, pensare di essere padroni di cose che sono tutti). E tante altre cose che sul sito in questione erano spiegate nei dettagli. Questo la censura rossa livornese la bolla a priori come diffamazione e oscura come nemmeno in Iran farebbero mai.
Noi, invece, aspettiamo un vero giudizio, alla luce del sole, affinché questo marciume e connivenza venga alla luce e apra gli occhi a tutti.

Isola di Gorgona. Cercasi tecnico informatico gorgonese per aprire nuovo sito web su Gorgona. Lo faremo meglio di quello ingiustamente oscurato

L'informazione sull'isola di Gorgona non può rimanere nel vacuo e nel parziale, o in mano a dei mestatori che ne vogliono dare un'informazione distorta. Dopo l'ingiustificata chiusura del sito www.ilgorgon.eu, i cui promotori cercheranno giustizia per individuare chi ha creato tale forzata censura e perché i giudici abbiano dato seguito ad informazioni pilotate, è necessario riaprire un sito web che informi in maniera veritiera sull'isola. Se fra i gorgonesi e gli ex gorgonesi, o chi ama Gorgona, c'è qualche tecnico web che mi aiuti a riaprire un nuovo sito, io offro la mia esperienza giornalistica affinché il patrimonio gorgonese non venga disperso o compromesso. Lo faremo ancora più bello ed imparziale.

Isola di Gorgona. A pesca


mercoledì 18 luglio 2012

Isola di Gorgona. Marina


Isola di Gorgona. Ti chiederanno del nostro amore

Chi comanda veramente in Italia?

Ma in Italia chi comanda veramente? E' il cittadino, che attraverso le sue rappresentanze è tutelato nei suoi diritti, secondo i leali principi della democrazia, o sono ormai le rappresentanze stesse che hanno preso il sopravvento? Sembra proprio che oggi a decidere siano gli enti o le istituzioni che in qualche modo dovrebbero applicare le leggi che si sono evolute nel tempo. Magari sotto la pressione di poteri forti, più o meno velati, che usano i nostri paletti istituzionali piegandoli al volere di pochi privilegiati. Così lo Stato, nel suo insieme, diventa fine a se stesso, sempre al servizio del 'principe' e non di tutti. Chi è pagato dal semplice cittadino viene comandato dal suo servitore, servitore dello Stato appunto, e quindi nostro servitore. Succede così che il politico rappresenti i suoi interessi e quelli dei suoi amici, che l'ente sponsorizzi se stesso, che il giudice si attivi avendo come referenti gli stessi dipendenti dello Stato e non secondo 'la legge è uguale per tutti' (parliamo naturalmente di quelli in buona fede e non di quelli venduti o corrotti), che i tutori dell'ordine utilizzano la divisa per trarne dei benefici o delle condotte improprie, che la finanza si attivi su segnalazioni di parte e voglia dimostrare tesi precostituite. Così la democrazia diventa malata, si contorce su stessa, alla fine si tramuterà in rivolta contro le istituzioni tutte, per tornare ad essere libera ed asservita solo al cittadino.

Lonely


martedì 17 luglio 2012

Isola di Gorgona. Ritorno alle origini

Storico ritorno alle origini all'Isola di Gorgona martedì 17 luglio 2012. Una rappresentanza di Lugliano, frazione di Bagni di Lucca in Garfagnana, ha incontrato i gorgonesi. La popolazione dell'isola, per la maggior parte con il cognome Citti, proviene propio da Lugliano (dove quasi tutti hanno proprio il cognome Citti), quando il Granduca di Toscana propose a circa 200 abitanti di Lugliano di popolare l'isola e coltivarla, prima della presenza della colonia penale attuale. I 67 gorgonesi rimasti sull'isola, ma anche quelli che non ci sono più, discendono proprio da questo ceppo originario (Citti e Dodoli) proveniente appunto dalla Garfagnana (la storia e la geneologia erano inseriti nel sito www.ilgorgon.eu, inspiegabilmente oscurato da una censura di Stato senza precedenti in Italia). La piccola rappresentanza luglianina si è incontrata con il Comitato Abitanti Isola di Gorgona, l'unica rappresentanza dei discendenti gorgonesi che sta cercando di ripopolare l'isola. E' stato un primo incontro, con visita al cimitero gorgonese dei Citti, del paese e dell'isola, che dovrebbe gettare le basi per un possibile gemellaggio Isola di Gorgona-Lugliano, sperando che le istituzioni facciano la loro parte.

lunedì 16 luglio 2012

Spread

Lo spread è risalito a quota 500, vicino al traguardo che fece arrivare i tecnici di Monti. Tutto quello che è stato fatto sulla pelle dei cittadini, per colpa degli stessi che siedono nelle istituzioni, è stato praticamente inutile. Era meglio sprofondare subito per poi risalire da qualche parte. Tv e giornali sono diventati di una noia mortale, nessuno li legge più tranne chi ci ha portato al disastro, ma i soldi dell'editoria se li sono presi eccome. Non si parla che di economia senza che nessuno sappia da che parte sbattere la testa. Si cammina a tentoni. Ha rifatto capolino anche quel ciarlatano di Arcore, segno che siamo proprio alla frutta. Il Pd tracima. Grillo raccoglierà una marea di voti e chi ci ha rubato tutto lo sa e fa tutto per evitarlo, sulla nostra pelle. Lo spread ci ha divorati. Ma forse ci ha anche riaperto gli occhi e il cervello.

Isola di Gorgona. Le persone sono strane

Non è mai troppo tardi

Isola di Gorgona. Il suono del silenzio

venerdì 13 luglio 2012

Siamo qui

Siamo qui, nella casa a destra della foto. Siamo qui da più di 200 anni ed intendiamo restarci. Liberate il paese dagli estranei affinché la comunità gorgonese possa rinascere più florida di prima. Gorgonesi di un tempo che fu, tornate ad abitare il paese dell'isola. Non permettete la disgregazione delle nostre origini. Fra qualche giorno verranno a trovarci i nostri cugini da Lugliano, in Garfagnana, il paesino originario dei Citti, dove quasi tutti hanno questo cognome. Noi gorgonesi veniamo da lì, quando il Granduca di Toscana decisero di ripopolare l'isola con degli agricoltori che poi divennero pescatori. Noi gorgonesi proveniamo da questo ceppo garfagnino, così come le acque delle sorgenti provengono dalle Alpi Apuane.

Isola di Gorgona. Siamo arrivati

Nonostante una libecciata di tutto rispetto siamo riusciti a sbarcare all'isola di Gorgona. Il traghetto ha rischiato di non partire, poi per fortuna il comandante ha deciso di venire. Gorgona è sempre lì, in mezzo al mare, da secoli, sempre uguale a se stessa, sempre amata.

giovedì 12 luglio 2012

Tav, i francesi non la vogliono più...

Che scherzi il destino... . Mentre da noi si manganellano intere popolazioni per arricchire i soliti noti per appalti miliardari, in nome di una tav ormai inutile, in Francia ci stanno ripensando. Il ridicolo non conosce confini. Da tempo noi avremmo potuto rinunciarci per milioni di ragioni, invece ci siamo infilati in un 'cul de sac'. E se la Francia non la fa più, noi che facciamo? Ci fermiamo alle Alpi? Una grossa risata li seppellirà tutti... .

Mai più!

Giuro che se qualche italiano rivota ancora il satrapo di Arcore me ne ritorno in Costa d'Avorio per sempre. Bisogna avere la faccia come il culo per riproporsi ancora agli italiani. I vari Vespa & Co. - e sono in tanti che fanno ancora i salamelecchi a questo squallido individuo, Monti e Napolitano compresi - per non parlare delle varie reti mediaset, ma la 7 e la rai seguono a ruota, stanno già spargendo incenso per aprire la strada a questa disgrazia italiana. Lui, il meschino, parla ancora di fare il presidente del Consiglio o addirittura il presidente della Repubblica, e tutti lo ascoltano come se dicesse cose sensate. Io non ho più parole da spendere per commentare l'indicibile. Credo che il solo annuncio di qualcosa del genere porterà l'Italia automaticamente nel baratro in cui si era infilata qualche mese fa. Figurarsi se questo losco individuo venisse addirittura eletto usando le sue furberie truffaldine, conservando su di se un conflitto di interesse intollerabile, controllando tutte la tv, corrompendo a più non posso, privo di una qualsiasi morale che non sia il potere, l'intrallazzo, i soldi e il vizio. Quest'uomo rappresenta da sempre il peggio dell'italiano medio e continua a corrompere la moralità italiana prona al suo servizio, chiesa compresa. Se riusciremo ad andare a votare con un minimo di legge elettorale, liberiamocene per sempre, leviamoci dalle palle una volta per tutte.

Amici miei

Dove siete?

mercoledì 11 luglio 2012

martedì 10 luglio 2012

Rai vaticana

Ormai Rai Uno, Tg Uno e Rai in generale potremmo chiamarli Radio Vaticana. Messe, film e festival canori con padre Pio, sermoni, invitati di pietra, notizie sul Papa... . La tv che noi paghiamo con il nostro canone non solo è di parte, ma è un tv di Stato, di un altro Stato, quello della chiesa cattolica. Non credo che in Iran possono essere così contigui ad una religione. Una vera vergogna per uno Stato che si dice laico ma che non lo è per niente e le sue istituzioni sono occupate da uno Stato straniero. Anche nelle classi dei nostri figli c'è uno scarno crocifisso, a simboleggiare che la religione è quella e non un'altra. Nei tribunali, dove la giustizia non è uguale per tutti, anche lì c'è un altro lugubre crocifisso, a simboleggiare forse l'antica ed ingiusta inquisizione. Poi arriva la Tarantola, un'economista a guidare la rai di questi partiti...ma questi sanno cos'è la realtà e la cultura attuale?  L'Italia ha bisogno di una vera rivoluzione che non ha mai avuto per liberarsi di lacci e laccioli, di poteri forti che hanno tutte le proprietà, per riconquistare l'aria che respiriamo.

Fate spazio

Non saranno questi politici, gli stessi che ci hanno portato sull'orlo del baratro e che hanno insozzato l'Italia dal dopoguerra in poi, a poterci salvare. E' necessaria una nuova classe dirigente, fuori dall'ottica dei partiti, che ripristini la rappresentatività tra i cittadini e i loro eletti. La cosa pubblica non può essere un centro di potere gestito da chi ha solo interessi particolari e non quelli di un'intera comunità.

sabato 7 luglio 2012

Isola di Gorgona. Il mare con l'accetta

All'isola di Gorgona esiste una colonia penale all'aperto e un paese civile. Tra detenuti, agenti ed indotto del carcere, si contano 200 persone circa. Un'altra settantina di persone sono i residenti, che vengono pochi giorni l'anno, a parte due famiglie che ci vivono stabilmente. In tutto, diciamo, circa 300 persone, ma solo d'estate. L'isola è off-limits a chi non vi è detenuto, non vi lavora o non vi è residente. Quindi sempre 300 persone. La navigazione non è consentita se non a due miglia dalla costa. Nessuno può sbarcare sull'isola altrimenti. Io vorrei sapere chi è allora quell'intelligentone del Parco dell'Arcipelago Romano che impedisce a chi abita l'isola due terzi di navigazione marina, confinando i gorgonesi in poche miglia, impedendo loro di accedere alle cale più belle della loro giovinezza, come per esempio Cala Maestra e Bellavista? Turisti non ce ne sono, gli abitanti sono pochissimi, non c'è pericolo di inquinamento alcuno, eppure qualche sapientone sulla carta impedisce il godimento dell'isola manco fossimo a Capri. Non pago ha vietato di pescare con le reti o altri tipi di pesca. Ma solo sulla carta. Eh sì. Perché a Gorgona, dove il controllo di queste assurde regole viene delegato dal Parco alla polizia penitenziaria, unica autorità presente sull'isola, sembra che spesso a pescare nelle zone 'proibite' siano proprio i controllori e i loro amici. Tanto chi li controlla a loro?

venerdì 6 luglio 2012

Diaz. Giustizia è fattta

Ci sono voluti 11 anni e la determinazione di tanti cittadini inermi abbandonati dallo Stato affinché i fatti della Diaz di Genova trovassero giustizia. Ieri la Cassazione ha confermato le condanne per alcuni dirigenti delle forze dell'ordine. E' una giustizia come sempre sommaria, incompleta, che continua a proteggere essere indegni di portare una divisa, che non riesce a chiudere dietro le sbarre chi ha sbagliato doppiamente perché, invece di proteggere i cittadini per la quale è pagata, ne ha abusato, torturandoli e picchiandoli selvaggiamente, così senza una ragione. Ma pur sempre una giustizia. Di episodi che vedono forze dell'ordine approfittare del proprio ruolo ce ne sono ormai a bizzeffe, così come uomini che lavorano nelle istituzioni approfittano del loro ruolo per abusare del bene pubblico. Lo Stato, le istituzioni, la politica sono al servizio del cittadino e non contro il cittadino.

Isola di Gorgona. Cancellata dallo Stato

Da oggi l'isola di Gorgona ritorna nell'oblio. Non so per quanto. Ci avevo messo tanti anni, tanto tempo, tanta energia, tanti sforzi, tanto sudore, tanto denaro, tanto amore e tanta passione affinché la mia bella isola potesse venir conosciuta da tutti nella sua interezza, dignità e verità. A modo mio, insieme a mia moglie e i miei tre figli adolescenti, dopo che nel 2001 abbiamo deciso di ripopolare il paese per non vederlo scomparire per sempre. Magari solo sul web (ma ci ho provato anche fisicamente e mi hanno mandato la finanza...sembra che questi organi vengono a comando o dovrebbero invece lavorare sul serio?). Ogni giorno, mettendo a frutto anche la mia piccola esperienza di giornalista, magari anche sbagliando ed offendendo qualcuno (ma sempre in buona fede e mettendoci la faccia), dedicavo qualche ora ad arricchire il sito creato con il Comitato Abitanti Isola di Gorgona, affinché fosse sempre più completo e veritiero. L'ignoranza, la cattiveria, la calunnia e la miopia di uno Stato aguzzino ha spazzato via in un attimo tutto, senza tener conto della libertà di informazione sancita dall'articolo 21 della Costituzione, della dignità di chi abita e ama Gorgona, dell'enormità del contenuto del sito e della difesa della cultura.
Ora per informarsi su Gorgona rimangono le solite mezze verità di giornalisti di passaggio teleguidati dal carcere, l'ignoranza di chi pensa che in pochi giorni si possa capire l'isola, la disinformazione più totale. Avvalendosi solo di poche righe fotocopiate per motivare una chiusura illeggittima, che impedisce a tutti i cittadini del mondo interessati di poter conoscere l'isola di Gorgona, i suoi abitanti, la sua storia, i suoi affetti, si sta perpretando un abuso. Non solo su di me, sul Comitato e sull'isola, ma su tutte quelle persone che non potranno sapere cosa succede veramente e nella sua interezza a Gorgona.. Una palese ingiustizia, voluta dallo Stato (ma lo Stato non siamo noi cittadini e non lo abbiamo creato per tutelarci? Come mai ora ci si rivolta contro e sembra fine a se stesso e in balìa di persone che lo occupano per un loro interesse?), indegna di una Paese che si dice democratico, dove una giustizia in cui avevo fiducia si basa su pochi fogli fotocopiati ad hoc, senza sentire l'esigenza di ascoltare lacontroparte aggredita e nemmeno di andarsi a leggere il sito che ci si permette di oscurare, come fosse un qualsivoglia sito criminale (quelli invece sono ancora lì...sic...).
Una vergogna che urla vendetta, in tutte le sedi possibili, affinché si sappia quello che è successo e possa essere da monito per altre situazioni similari. Perché questa non è giustizia, ma censura del peggior regime. E io mi rifiuto di vivere in un Paese così concepito e gestito.
Non so se avrò la forza e la voglia di rifondare e preparare un nuovo sito, che negli enti inutili si paga svariate decine di migliaia di euro e che io sostenevo con una modico spesa di 30 euro l'anno più il mio impegno quotidiano, per fare di nuovo un lavoro in cui avevo messo tutto me stesso. Non so se riuscirò a recuperare l'hard disk su cui è stato versato il contenuto del sito sequestrato dalle autorità per poche filastrocche ridanciane e comunque veritiere (cosa che intendo dimostrare in tribunale se ci sarà finalmente un'udienza, perché se qualcuno si comporta da squaldrina o è bassa di statura, così come io sono un grassone per esempio, si potrà pur dire senza citare nome e cognome...). Ma anche se non fosse così, non si può chiudere un intero sito informativo per poche righe, magari maldestre, senza nemmeno un giudizio, ma basandosi semplicemente su veline del ministero di Giustizia che scrive al ministero di Giustizia (mi chiedo quei poveri detenuti quante ingiustizie subiranno e di quale Giustizia stiamo poi parlando?). Il castello di Kafka al confronto è una fiaba di Biancaneve.
Sono pronto a tutto pur di difendere la libertà di espressione e la possibilità di parlare di quella che ritengo sia la mia terra di origine. Anche ad andare in prigione o farmi sparare, se fosse necessario, per difendere principi sacrosanti di libertà. L'ignoranza e la prevaricazione questa volta e per ora hanno vinto. Un ministero prepotente vuole fare di Gorgona un'isola-carcere, impossessarsene definitivamente, come hanno fatto con Pianosa e l'Asinara, per poi rovinarla per sempre, svuotandola dei suoi abitanti e della sua storia. Con l'aiuto di tutte le istituzioni che dovrebbero proteggerne il patrimonio e che invece agiscono in senso contrario, che dovrebbero essere al fianco del cittadino e che invece gli remano contro (parlo del Comune di Livorno e della sua Seconda Circoscrizione, del Demanio di Stato, della Regione Toscana, del Parco dell'Arcipelago Toscano e di altri enti che ruotano intorno a Gorgona come avvoltoi, sempre depredando ed ignorando). Questi enti sono diventati invece delle realtà fini a se stesse che uccidono i cittadini inermi, gli abitanti che li stanno mantenendo in vita.
E' evidente e solo un cieco non lo può vedere: questo Stato va rifondato, svuotato dagli scrocconi ed incompetenti che si annidano i nostro ministeri ed istituzioni, solo per succhiarne l'anima per se stessi, invece di essere al servizio dell'intera comunità.
Per questo cercherò di rendere nota il più possibile questa ingiustizia e continuerò a dire quello che c'è da dire della mia isola di Gorgona.

Impotente

Vedersi chiudere arbitrariamente anni di passione e lavoro da parte delle istituzioni che dovrebbero tutelarmi, senza poter far niente, ti fa sentire impotente contro gli abusi e l'ignoranza. Se questo è quello che la nostra storia e la nostra democrazia hanno partorito io me ne tiro fuori. Impotente sì, cretino no. Da oggi sono solo un essere umano libero e mi rifiuto di essere un cittadino di uno stato aguzzino.

Il vuoto

Quello che resta delle istituzioni italiane.

giovedì 5 luglio 2012

L'incubo

Ieri ho preso il bus '105' che dalla stazione Termini di Roma porta alla località 'Grotte Celoni', sulla via Casilina. Da capolinea a capolinea. Un'ora per pochi chilometri. Un'ora da incubo. Come entrare in un girone infernale dantesco. Eppure avevo anche un posto a sedere. Dovevo vedere un avvocato per un ricorso al Tar del Lazio. L'autobus, uno quelli doppi, è partito alle 16. Fuori facevano 35 gradi, ma dentro al bus ce n'erano più di 40. Dentro, pochi italiani smarritti, e decine di bengalesi, indiani, russi e via dicendo. Sembrava una triste e vociferante Babele. Apparentemente nessuno, o quasi, pagava il biglietto. Il bus procedeva a passo d'uomo sotto il sole incandescente della capitale, dentro si sudava come in una sauna, mentre ad ogni fermata si riempiva di moltitudini di ogni genere. Io vivo tra un'isola e un paesino vicino Roma e vedere quello spaccato di sofferenza (almeno per me) mi faceva piombare in una specie di incubo. Mi chiedevo se queste persone vivevano quella stessa esperienza, per me unica e sporadica, tutti i giorni e come potessero sopportarla. Se questa è una delle realtà che la nostra bella società evoluta ha creato meglio rimanere fermi.

Non ho più voglia....

Non ho più voglia di ascoltare i 'moniti' di Napolitano. Non ho più voglia di ascoltare lezioni di economia da Monti. Non ho più voglia di ascoltare le stronzate della Fornero. Non ho più voglia di ascoltare le cazzate di altri ministri di questo maledetto governo tecnico. Non ho più voglia di ascoltare le boiate del satrapo di Arcore e dei suoi accoliti. Non ho più voglia di vedere quella faccia di bronzo di Casini. Non ho più voglia di vedere quelle facce ignoranti di Renzi e Bersani. Non ho più voglia di ascoltare talk show che parlano del niente. Non ho più voglia di leggere dei giornali fotocopia che nessuno legge più. Non ho più voglia di sentire giudizi morali da Scalfari od altri. Non ho più voglia di vivere in questo regime 'democratico'. Ho voglia di respirare aria pulita.

In Italia la libertà di informazione e la giustizia non esistono

"Gentili colleghi giornalisti, Vi rimetto in allegato la decisione del Collegio del Riesame del Tribunale di Livorno, che ha rigettato il mio ricorso per la riapertura del sito web http://www.ilgorgon.eu/, a mio avviso ingiustamente oscurato. Sono allibito da tale decisione che, senza ancora una volta esaminare il sito nella sua interezza, decide in modo palese contro la libertà di informazione (il Collegio ripete le motivazioni del pm e del gip). Dal mio punto di vista è come se avessero chiuso in via preventiva il 'Corriere della Sera', o qualsivoglia testata informativa, per un articolo che ha provocato una querela per diffamazione, tutta da dimostrare, senza nemmeno un'udienza di giudizio in merito, ma in base a carte fotocopiate presentate ad hoc da una sola parte (vedi 'Il complotto', sul questo blog www.ilgorgon.blogspot.com). Se diffamazione c'è stata, che venga valutata dal giudice e giustamente punita. Ma non si può chiudere così un sito internet che spazia su un argomento di carattere generale ed innocuo (l'Isola di Gorgona). Questo si chiama censura di regime ed è un pericolosissimo precedente per chiudere qualsiasi sito web. Spero che possiate attivarVi per aiutarmi a combattere questa che io ritengo una palese ingiustizia in tutte le sedi necessarie".



mercoledì 4 luglio 2012

Qualcuno dovrà pur pagare!

Io voglio che dallo Stato e dagli enti preposti mi siano risarciti i danni per i loro interventi maldestri che ledono la mia persona. Voglio essere risarcito per i danni di immagine e decoro dovuto alla chiusura del sito da me gestito sull'isola di Gorgona, sostituendo senza un regolare processo la bellezza del sito con una pagina in nero che dice 'chiuso dal gip in seguito a procedimento penale...", come se si trattase di un sito di terroristi o pedofili, che fra l'altro continuano la loro opera senza che nessuno intervenga; voglio essere risarcito per un'indagine assurda della finanza basata sul niente che va in giro a spedire raccomandate sul mio conto, sconvolgendo amici e conoscenti, per aver invitato delle persone nella mia casa all'isola di Gorgona; voglio essere risarcito per delle note su carta intestata del ministero di Giustizia che danno delle false indicazioni sul mio operato; voglio essere risarcito per delle lettere calunniatrici che alcune persone mettono in giro con tanto di firma affermando cose non vere; voglio essere risarcito per i soldi che i politici mi hanno rubato; voglio essere risarcito per le opere pubbliche che ho pagato e non sono state realizzate; voglio essere risarcito da enti inutili (Parco dell'Arcipelago Toscano, Comune di Livorno, Regione Toscana, Demanio) che mi impediscono di godere del mare che circonda la mia abitazione e che lascia la mia abitazione marcire; voglio essere risarcito per i beni confiscati laddove era possibile intervenire con una semplice multa; voglio essere risarcito per i servizi malfunzionanti per cui ho pagato le tasse allo Stato; voglio essere risarcito perchè vengano rispettati i miei diritti di semplice cittadino; voglio essere risarcito... .

martedì 3 luglio 2012

Il cittadino inerme

Il cittadino inerme è colui che vive tranquillo ma gli si scatenano contro tutti i poteri dello Stato. Quei poteri e quelle istituzioni che dovrebbero proteggerlo diventano improvvisamente i suoi aguzzini. Usando quella legge che andrebbe bene se il cittadino inerme riuscisse a sopravvivere, ma che siccome è alle corde gli si ritorce contro perché per vivere è obbligato ad infrangere le leggi, anche minime, viene distrutto. Se il cittadino inerme apre un sito web, un magistrato glielo chiude senza un motivo valido. Se il cittadino inerme cerca di crearsi un'attività gli scatenano la finanza. Se il cittadino inerme cerca da mangiare viene messo in prigione. Se il cittadino inerme vuole lavorare con i turisti i vigili gli sequestrano la macchina. Se il cittadino inerme si è comprato una casa ma le rate del mutuo sono aumentate e le entrate diminuite, e non ce la fa a pagare, le banche o equitalia gli pigliano la casa. Se il cittadino inerme non riesce a pagare un affitto la cui rata è maggiore del suo scomparso stipendio, si ritrova per strada. Se a 60 anni non potrà mai trovare lavoro, il cittadino inerme è costretto a rubare per sopravviveere e mantenere la sua famiglia. Il cittadino inerme, se fosse solo, sarebbe un barbone. Il cittadino inerme, che ha fatto la cicala tutta la vita, è abbandonato dai suoi amici e formiche. Il cittadino inerme, che potrebbe sopravvivere in una società semplice, in una società complessa è obbligato a scomparire.

Ti scateno la finanza...

Da circa un anno qualcuno ha attivato diversi uomini della finanza per indagare sul nulla. Da circa un anno, non so su quale segnalazione o suggerimento da corpo a corpo, diversi uomini delle fiamme gialle, pagate dai cittadini per perseguire chi commette un reato economico, indugiano su un nullatenente, nullafacente, cercando non si sa bene cosa. Questi uomini, che sembrano inviati ad hoc, vengono nella tua povera casa, ti intimoriscono rovistando dappertutto, scrivono ai tuoi amici e conoscenti facendo presumere chissà quale crimine, cercano di dimostrare l'impossibile: cioè, che a Gorgona si possano fare delle escursioni a pagamento, con tanto di agenzia di viaggi e scontrino fiscale. Non passa dal loro cervello (probabilmente chi gli ha attivato l'indagine gli ha detto solo una parte della realtà) che forse qualcuno vuole invitare propri amici e conoscenti, magari condividendo le spese, in un'isola dove non è possibile fare nessuna attività economica per la miopia di chi ne ha il controllo. No, visto che in Italia non c'è nient'altro da indagare, insistono perché gli hanno detto di trovare qualcosa. Ma non troveranno niente perché non c'è niente.

lunedì 2 luglio 2012

L'informazione è morta, viva l'informazione

Ieri, dopo tanto tempo, ho ricomprato un giornale cartaceo. Di solito li sfoglio su internet o ne vedo i titoli in tv. Che noia. Una volta questi media erano un punto di riferimento, ora non più. Sembrano carta straccia che parla a se stessa, buoni per arrotolare le uova come si faceva un tempo. Anche la 'mazzetta' di giornali che si porta sotto braccio e che ancora accompagna politici ed istituzioni, segno che si è informati di quello che succede nel mondo, è carta straccia. Questi media, questi opinionisti, questi giornalisti, riflettono solo una piccola parte della realtà, sono di parte e parlano ad un mondo chiuso in se stesso, autoreferenziale. Non hanno più ragione di esistere. 'Lo ha detto la tv', 'lo ha scritto il Corriere della Sera', non hanno più significato. Chi li cita è rimasto indietro, non rappresenta la realtà. I tentativi di controllare questi organi di informazione per crearne un pulpito da addomesticare al volere dei potenti di turno sono ormai ridicoli. Il nuovo, chi ragiona con la propria testa, si informa altrove, sceglie la sua fonte, si informa veramente  e poi sceglie. Il tentativo di manipolare è così ormai inutile. L'informazione, quella che conoscevamo, è morta. Viva la vera informazione.