domenica 31 marzo 2013

MA NAPOLITANO DOVE VIVE? VUOLE IMPORCI ANCORA QUESTO SQUALLIDO GOVERNO MONTI E NON SA FAR ALTRO CHE NOMINARE DEI COSIDDETTI 'SAGGI' CHE NON SONO ALTRO CHE DELLE VECCHIE CARIATIDI DELLA VECCHIA POLITICA. IL PD NON SA FAR ALTRO, DOPO L'INSUCCESSO DI BERSANI, CHE PROPORRE UN RENZI CHE SEMBRA MR. BEAN ALLA DE FILIPPI. MENTRE L'ITALIA HA GIA' DETTO CHIARAMENTE CHE VUOLE UN RADICALE CAMBIAMENTO DI TUTTO. CARO PRESIDENTE, SEI ANCORA IL GARANTE DI NOI TUTTI FINO AL 15 MAGGIO 2013, NON SEI INTOCCABILE, NON SEI LI' PER DARE LASCIAPASSARE AI CORROTTI ANCHE SE ELETTI. SEI LI' PER APRIRE ALLA NUOVA REALTA' CHE AVANZA E CHE SEMBRI NON CAPIRE


"Giorgio Napolitano di peggio non poteva fare. A coronamento di un brutto settennato, che solo una Casta politica e giornalistica sempre più scollegata dalla realtà riesce a continuare a osannare, il futuro ex presidente della Repubblica affida a dieci supposti saggi il compito di concordare un pugno di riforme istituzionali ed economicheTra di loro non ci sono donne e non ci sono giovani. In compenso nell’elenco compaiono cariatidi in politica da 40 anni e dinosauri dell’italica burocrazia.
Ci sono garanti nominati alla testa delle loro Authorithy (Giovanni Pitruzzella) non per la “notoria indipendenza” o per la specifica competenza, ma perché legati da rapporti di amicizia e professionali con l’attuale capogruppo Pdl al Senato, Renato Schifani. Ci sono parlamentari (il leghistaGiancarlo Giorgetti) che conoscono le regole dell’omertà da quando hanno ricevuto e poi restituito – senza denunciare nulla – una busta piena di soldi gentilmente portata dall’ex big boss della Banca Popolare di Lodi, Giampiero Fiorani; ex magistrati di sinistra folgorati dalla politica (Luciano Violante) e specializzati nel compromesso opaco alle spalle di elettori e cittadini. Poi, ovviamente, c’è Gaetano Quagliariello, passato con nonchalance dalle file del Partito Radicale ai banchi del Pdl da dove, dopo la morte di Eluana Englaro, dava degli assassini agli avversari.
Questa volta però non basta prendersela con i partiti cattivi. O con il risultato elettorale confuso che obbliga il Parlamento a trovare qualche tipo di accordo. Il responsabile di questo scempio, va detto chiaro, è Giorgio Napolitano: il Capo dello Stato che, se proprio riteneva che la strada dei saggi fosse quella da seguire (cosa che dubitiamo), aveva il dovere di trovare dei nomi diversi. Oppure, e avrebbe fatto bene, avrebbe dovuto dimettersi senza indugio, in modo da far eleggere subito un successore. Un nuovo Presidente che, forte del voto appena ricevuto e del potere di sciogliere le Camere, mettesse immediatamente i partiti davanti all’alternativa: o trovate il modo di dare la fiducia a un governo, o andate a casa. 
Ma Napolitano ha deciso altrimenti. E adesso è nudo di fronte a un Paese costretto a poco a poco ad accorgersi della realtà: i risultati politici dei suoi sette anni al Colle di fatto non esistono, quelli istituzionali neppure.
Dietro le spalle di Re Giorgio restano solo una serie di moniti e appelli – dalla riforma elettorale alla situazione delle carceri – sempre inascoltati; la promulgazione, senza tentennamenti, di tutte le leggi ad personam di Berlusconi (dal Lodo Alfano al legittimo impedimento) poi dichiarate incostituzionali dalla Consulta; le risposte stizzite rivolte ai cittadini che subito dopo l’approvazione dello scudo fiscale, gli chiedevano: «Presidente, non firmi, lo faccia per le persone oneste».
Restano gli interventi a piedi uniti nelle indagini della magistratura e il fallimento dell’operazioneMario Monti, il tecnico che doveva essere il suo successore e che invece gli ha voltato le spalle entrando, con poco successo, direttamente in politica. Dietro Napolitano rimane insomma solo un cumulo di partitocratiche macerie. E adesso l’unica cosa saggia da fare non è affidarsi ai suoi supposti saggi, ma pensare a scegliere un capo dello Stato nuovo che non provenga dalle file dei partiti. Un uomo, o una donna, che conosca l’Italia per davvero e non solo la toponomastica delle stanze e delle segreterie dei Palazzi del Potere". (Peter Gomez, da 'Il Fatto Quotidiano' del 1 aprile 2013)

Buona Pasqua 2013. Firma la petizione per chiudere il carcere di Gorgona



Da qualche mese, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, è partita una nuova ed importante petizione. Spero vorrete  firmarla convidendola con i vostri amici e conoscenti.
Si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
Forse molti non sanno che in Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto (svariati milioni di euro l'anno per soli 70 detenuti) è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. 
La grave crisi economica impedisce la soppravvivenza dignitosa di questa struttura carceraria, sempre più degradata, ma nessuno ha il coraggio di chiuderla. 
Casi come questi, dove lo Stato infierisce sui suoi cittadini invece di salvaguardarli, spesso a causa della mediocrità di chi si annida a caro prezzo nelle nostre istituzioni, ce ne sono tanti in Italia. Fermarne uno potrebbe dare un esempio per tanti altri presenti nella nostra Penisola.
 Gli enti e i politici preposti alla salvaguardia di questo patrimonio sono latitanti da sempre (Stato, Ministero di Giustizia, Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comune di Livorno, Seconda Circoscrizione di Livorno, Parco dell'Arcipelago Toscano, Demanio). Anzi si sono alleati tra loro per usare l'isola a loro piacimento, facendo tabula rasa dei suoi abitanti originari e dando spazio ad ex gorgonesi che non ci vivono più e ad estranei. 
Ci sono poi 'illustri' gorgonesi che pur sedendo in Parlamento hanno dimenticato le loro origini e i loro cari. Non potranno far nulla per l'Italia se hanno dimenticato da dove vengono.
Se deciderete di firmare la petizione e poi la condividerete con i vostri amici e contatti riusciremo presto a ottenere il nostro primo obiettivo di almeno 100 firme (ora siamo a quota 78).
Potremo così iniziare a fare pressione sul prossimo ed inedito Governo italiano per raggiungere l'obiettivo di restituire l'isola ai suoi naturali abitanti, prima che venga desertificata e poi resa inaccessibile com'è già successo per le splendide isole dell'Asinara, di Pianosa e di Montecristo.

Per firmare clicca qui sotto:

http://www.avaaz.org/it/petition/Chiudiamo_il_carcere_dellIsola_di_Gorgona/?launch

sabato 30 marzo 2013

Io mi candido a Presidente della Repubblica


L'elezione del prossimo presidente della Repubblica è l'atto politico più importante dei prossimi giorni. L'uomo, o la donna, che salirà al Quirinale condizionerà nel bene e nel male la vita del Paese per sette anni. I presidenti delle Camere e il prossimo presidente del Consiglio sono in transito, hanno il fiato corto, potrebbero arrivare, secondo valutazioni ormai unanimi, al massimo alle prossime elezioni europee della primavera del 2014. Le trattative per un nome condiviso per la presidenza della Repubblica tra pdl e pdmenoelle sono in uno stato avanzato. Il pdl vuole un presidente di garanzia, un salvacondotto per i processi dello psiconano. Il pdmenoelle vuole anch'esso un presidente di garanzia, che lo tuteli dalla prossima bomba ternmonucleare del MPS. Entrambi vorrebbero un presidente "Quieta non movere et mota quietare (Non agitare ciò che è calmo, ma calma piuttosto ciò che è agitato)". Non un Pertini, ma neppure più modestamente un Prodi che cancellerebbe Berlusconi dalle carte geografiche. E' necessario un nome nobile e alto che stia appollaiato sul suo ramo ad ascoltare le lodi per la sua indiscutibile alterità che gli arriveranno copiose da giornalisti proni e da politici grati. Io ritengo che il prossimo presidente della Repubblica non debba venire dalla politica, né ricoprire, o aver ricoperto, incarichi istituzionali. Se infatti diventi presidente dell'ABI come Mussari o presidente della Finmeccanica come Orsi, sei comunque parte del gioco, promosso dai partiti. Un foglione di fico e nulla più.
Il M5S voterà on line per il presidente della Repubblica nei prossimi giorni. Il suo nome sarà presentato in Parlamento. Di seguito le regole per le votazioni.
"Tempistiche:
- La proposta dei candidati verrà effettuata da tutti coloro abilitati al voto l'11 aprile dalle 10.00 alle 21.00.
- La votazione successiva sui primi 10 candidati selezionati si terrà sul sito beppegrillo.it due giorni prima della votazione in aula sempre dalle 10.00 alle 21.00.

Per votare le persone devono aver inviato il documento digitalizzato alla pubblicazione di questo articolo, 30 marzo 2013, ed essersi iscritte al MoVimento 5 Stelle entro il 31/12/2012

Modalità per proporre il Presidente della Repubblica:
- Per proporre il nome del suo candidato l'iscritto al MoVimento 5 Stelle dovrà accedere alla sua pagina personale. Potrà proporre un solo candidato con nome e cognome e non potrà modificare la scelta.

- Per votare l'iscritto al MoVimento 5 Stelle dovrà accedere alla pagina di votazione indicata con la propria email e password. Il sistema di votazione sarà linkato da un’email inviata a tutti gli aventi diritto di voto e sarà linkata anche all’interno della pagina personale.
- Ogni iscritto potrà votare per un solo candidato.
- Nel caso il servizio di voto non fosse raggiungibile (ad esempio per un attacco hacker) per più di un’ora il tempo di down verrà recuperato, se possibile, il giorno successivo.
- I 10 nomi più proposti verranno resi pubblici e utilizzati come base dei votabili e disposti in ordine alfabetico per la votazione finale. Su questi verrà verificato che abbiano compiuto 50 anni alla data del 15 aprile 2013 (o alla data delle votazioni in aula se già resa pubblica) e che siano italiani. In caso di problemi verrà preso il primo degli esclusi.

- Il nome che avrà ricevuto più voti sarà votato dai Parlamentari del MoVimento 5 Stelle
- Il processo di voto sarà verificato da un ente esterno ."
(dal www.beppegrillo.it)

venerdì 29 marzo 2013

ISOLA DI GORGONA. NO AL RIGASSIFICATORE NELLE NOSTRE ACQUE


Vogliono mettere un enorme rigassificatore nel Parco dell'Arcipelago Toscano, nel Parco dei Cetacei, a poche miglia dell'incontaminata isola di Gorgona. Questi politici da strapazzo (Comune di Livorno con il sindaco Cosimi, Regione Toscana con il presidente Rossi) stanno svendendo le nostre bellezze per delle briciole: qualche posto di lavoro e una carità di soldi. Come abitanti dell'isola di Gorgona, come livornesi, come cittadini italiani, come europei, come essere umani, ci metteremo in tutti i modi di traverso per bloccare questa disastrosa iniziativa. (Antonio Brindisi, Comitato Abitanti Isola di Gorgona, www.ilgorgon.blogspot.com, ilgorgon@libero.it)

giovedì 28 marzo 2013

BUONA PASQUA 2013. FIRMATE ANCORA LA PETIZIONE PER LIBERARE L'ISOLA DALLA BUROCRAZIA



Da qualche mese, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, è partita una nuova ed importante petizione. Spero vorrete  firmarla convidendola con i vostri amici e conoscenti.
Si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
Forse molti non sanno che in Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto (svariati milioni di euro l'anno per soli 70 detenuti) è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. 
La grave crisi economica impedisce la soppravvivenza dignitosa di questa struttura carceraria, sempre più degradata, ma nessuno ha il coraggio di chiuderla. 
Casi come questi, dove lo Stato infierisce sui suoi cittadini invece di salvaguardarli, spesso a causa della mediocrità di chi si annida a caro prezzo nelle nostre istituzioni, ce ne sono tanti in Italia. Fermarne uno potrebbe dare un esempio per tanti altri presenti nella nostra Penisola.
 Gli enti e i politici preposti alla salvaguardia di questo patrimonio sono latitanti da sempre (Stato, Ministero di Giustizia, Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comune di Livorno, Seconda Circoscrizione di Livorno, Parco dell'Arcipelago Toscano, Demanio). Anzi si sono alleati tra loro per usare l'isola a loro piacimento, facendo tabula rasa dei suoi abitanti originari e dando spazio ad ex gorgonesi che non ci vivono più e ad estranei. 
Ci sono poi 'illustri' gorgonesi che pur sedendo in Parlamento hanno dimenticato le loro origini e i loro cari. Non potranno far nulla per l'Italia se hanno dimenticato da dove vengono.
Se deciderete di firmare la petizione e poi la condividerete con i vostri amici e contatti riusciremo presto a ottenere il nostro primo obiettivo di almeno 100 firme (ora siamo a quota 78).
Potremo così iniziare a fare pressione sul prossimo ed inedito Governo italiano per raggiungere l'obiettivo di restituire l'isola ai suoi naturali abitanti, prima che venga desertificata e poi resa inaccessibile com'è già successo per le splendide isole dell'Asinara, di Pianosa e di Montecristo.

Per firmare clicca qui sotto:

http://www.avaaz.org/it/petition/Chiudiamo_il_carcere_dellIsola_di_Gorgona/?launch

mercoledì 27 marzo 2013

Battiato e Annunziata, non vi dovete scusare di niente. Anzi era ora che qualcuno lo dicesse a voce alta. In Parlamento ci sono delle troie e degli impresentabili. Noi rispettiamo un Parlamento pulito non un postribolo e una manica di manigoldi!

Noi stiamo con Federico e la sua mamma!

Vergogna! Dei poliziotti sono andati a manifestare sotto l'ufficio della mamma di Federico Aldovrandi, per difendere dalla prigione alcuni loro colleghi che lo hanno massacrato. Vergogna! La divisa va indossata da chi se la merita e ci difende e non da delinquenti che credono possa dargli l'impunità alle loro malefatte. Vergogna! Dopo averle ucciso il figlio una prima volta, l'avete ucciso per la seconda volta! Quanto coraggio in quella madre nel venirvi a mostrare la foto del figlio insanguinato dai vostri colpi. Non sapete quale dolore può provare un genitore nel vedere un figlio indifeso ucciso da chi lo doveva proteggere. Vergogna! Non siete degni di quella divisa e ve la devono togliere per sempre!

Gorgona appartiene ai gorgonesi. Firma la petizione per levarla dalle mani della burocrazia



Da qualche mese, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, è partita una nuova ed importante petizione. Spero vorrete  firmarla convidendola con i vostri amici e conoscenti.
Si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
Forse molti non sanno che in Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto (svariati milioni di euro l'anno per soli 70 detenuti) è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. 
La grave crisi economica impedisce la soppravvivenza dignitosa di questa struttura carceraria, sempre più degradata, ma nessuno ha il coraggio di chiuderla. 
Casi come questi, dove lo Stato infierisce sui suoi cittadini invece di salvaguardarli, spesso a causa della mediocrità di chi si annida a caro prezzo nelle nostre istituzioni, ce ne sono tanti in Italia. Fermarne uno potrebbe dare un esempio per tanti altri presenti nella nostra Penisola.
 Gli enti e i politici preposti alla salvaguardia di questo patrimonio sono latitanti da sempre (Stato, Ministero di Giustizia, Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comune di Livorno, Seconda Circoscrizione di Livorno, Parco dell'Arcipelago Toscano, Demanio). Anzi si sono alleati tra loro per usare l'isola a loro piacimento, facendo tabula rasa dei suoi abitanti originari e dando spazio ad ex gorgonesi che non ci vivono più e ad estranei. 
Ci sono poi 'illustri' gorgonesi che pur sedendo in Parlamento hanno dimenticato le loro origini e i loro cari. Non potranno far nulla per l'Italia se hanno dimenticato da dove vengono.
Se deciderete di firmare la petizione e poi la condividerete con i vostri amici e contatti riusciremo presto a ottenere il nostro primo obiettivo di almeno 100 firme (ora siamo a quota 77).
Potremo così iniziare a fare pressione sul prossimo ed inedito Governo italiano per raggiungere l'obiettivo di restituire l'isola ai suoi naturali abitanti, prima che venga desertificata e poi resa inaccessibile com'è già successo per le splendide isole dell'Asinara, di Pianosa e di Montecristo.

Per firmare clicca qui sotto:

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Figli di N.N.



"Le nuove generazioni sono senza padri, sono figlie di NN, dal latino "Nomen nescio : nome non conosco". Sulle loro carte di identità, sui loro documenti di lavoro, nei libretti universitari alla voce "figlio di" risulta la sigla NN, figlio di nessuno, figlio della colpa, figlio di padre ignoto, figlio di vecchi puttanieri che si sono giocati ogni possibile lascito testamentario indebitando gli eredi. Non ci sono però responsabili conclamati della miseria, della mancanza di un futuro, di una qualunque prospettiva a cui sono stati condannati questi ragazzi. Nessuno ammette responsabilità di sorta. E' opera del destino cinico e baro, dello Spirito Santo, della moderna divinità chiamata mercato che si manifesta all'improvviso come un nume iroso che chiede sacrifici umani. Lo sfascio ha origini soprannaturali, non è causa dei dilettanti, cialtroni, delinquenti che hanno smontato con determinazione e scientificità lo Stato italiano negli ultimi vent'anni. Quei padri che rifiutano ogni addebito del disastro nazionale, che percepiscono però vitalizi e doppie pensioni, gente canuta che non ha mai avuto il problema della disoccupazione e del pane quotidiano, è ancora qui, ancora a spiegarci come e perché siano le nuove generazioni, i choosy, i bamboccioni, i veri colpevoli. A raccontarci la favola che affidandosi a loro, alla loro esperienza e capacità e senso dello Stato, si cambierà il Paese. Questo dicono iPadri Puttanieri, quelli che hanno sulle spalle la più grande rapina ai danni delle giovani generazioni. Questi padri che chiagnono e fottono sono i Bersani, i D'Alema, i Berlusconi, i Cicchitto, i Monti che ci prendono allegramente per il culo ogni giorno con i loro appelli quotidiani per la governabilità. Hanno governato a turno per vent'anni, hanno curato i loro interessi, smembrato il tessuto industriale, tagliato lo Stato sociale, distrutto l'innovazione e la ricerca. Pdl e pdmenoelle sono vent'anni che ci prendono per il culo e non hanno ancora il pudore di togliersi in modo spontaneo dai coglioni dopo Penati, Tedesco, Dell'Utri, Cuffaro, Monte Paschi di Siena, dopo il Lodo Alfano, lo Scudo Fiscale e cento leggi abominio. Vent'anni senza riuscire a produrre una legge contro la corruzione e contro il conflitto di interessi, vent'anni per trasformare la legge elettorale in una caricatura anticostituzionale, senza mai trovare il tempo (ah, il tempo...) per cambiarla. I figli di NN vi manderanno a casa, in un modo o nell'altro, il tempo è dalla loro parte. Hanno ricevuto da voi solo promesse e sberleffi, non hanno nulla da perdere, non hanno un lavoro, né una casa, non avranno mai una pensione e non possono neppure immaginare di farsi una famiglia. Vi restituiranno tutto con gli interessi". (da www.beppegrillo.it)

martedì 26 marzo 2013

Sono stanco!


Firma la petizione e Gorgona sarà anche tua



Da qualche mese, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, è partita una nuova ed importante petizione. Spero vorrete  firmarla convidendola con i vostri amici e conoscenti.
Si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
Forse molti non sanno che in Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto (svariati milioni di euro l'anno per soli 70 detenuti) è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. 
La grave crisi economica impedisce la soppravvivenza dignitosa di questa struttura carceraria, sempre più degradata, ma nessuno ha il coraggio di chiuderla. 
Casi come questi, dove lo Stato infierisce sui suoi cittadini invece di salvaguardarli, spesso a causa della mediocrità di chi si annida a caro prezzo nelle nostre istituzioni, ce ne sono tanti in Italia. Fermarne uno potrebbe dare un esempio per tanti altri presenti nella nostra Penisola.
 Gli enti e i politici preposti alla salvaguardia di questo patrimonio sono latitanti da sempre (Stato, Ministero di Giustizia, Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comune di Livorno, Seconda Circoscrizione di Livorno, Parco dell'Arcipelago Toscano, Demanio). Anzi si sono alleati tra loro per usare l'isola a loro piacimento, facendo tabula rasa dei suoi abitanti originari e dando spazio ad ex gorgonesi che non ci vivono più e ad estranei. 
Ci sono poi 'illustri' gorgonesi che pur sedendo in Parlamento hanno dimenticato le loro origini e i loro cari. Non potranno far nulla per l'Italia se hanno dimenticato da dove vengono.
Se deciderete di firmare la petizione e poi la condividerete con i vostri amici e contatti riusciremo presto a ottenere il nostro primo obiettivo di almeno 100 firme (ora siamo a quota 77).
Potremo così iniziare a fare pressione sul prossimo ed inedito Governo italiano per raggiungere l'obiettivo di restituire l'isola ai suoi naturali abitanti, prima che venga desertificata e poi resa inaccessibile com'è già successo per le splendide isole dell'Asinara, di Pianosa e di Montecristo.

Per firmare clicca qui sotto:

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lunedì 25 marzo 2013

Stiamo sprofondando e loro ci parlano di inciuci


NON CE NE LIBEREREMO MAI!



Avete visto le facce di chi sta contattando Bersani, avete sentito quello che dicono in tv e sui media? Sono senza vergogna. Fino a ieri ci hanno derubato di tutto ed ora si ripropongono candidi come gigli. Non voglio parlare dello psiconano e della sua band, che è ormai un programma della de filippi di infimo ordine; ma ci sono i montiani, che vogliono il pdl in una larga coalizione di scopo, con un'Andrea Romano ormai fisso in tv (mio cugino di primo grado per la cronaca, che degli ultimi non gliene frega niente) che, pur di restare nell'intellighentia arricchita, passa da Gramsci a Montezemolo, per poi magari approdare ad Arcore. Un pd, che fa di Renzi un'alternativa... . Sindacati incartapecoriti che difendono diritti solo di chi ha ancora un posto di lavoro. Media ignoranti pagati dallo Stato. Napolitano che dà il lasciapassare ai processi di Berlusconi e lo rilancia nell'agone politico, tanto da far pensare che sia sotto ricatto senza che noi lo sapppiamo. Tutti sempre pronti ad incensarsi in tv, iniziando dai due nuovi presidenti delle Camere. Tutti a sproloquiare sul nuovo che avanza senza nemmeno sapere di cosa parlano, tutti a vomitare veleno su chi gli sta levando l'osso dalla bocca. Ma qui c'è da rivoltare le istituzioni come un pedalano, cacciare a calci in culo chi ci sta derubando da decenni, riformare tutto, riazzerare tutto e ricominciare da zero. E loro ci parlano di Manganelli che prendeva 600.000 euro di stipendio, di marò eroi dopo che hanno ucciso pescatori inermi, del Papa buono che fa il pellegrino con l'elicottero, di mantenere istituzioni che ci stanno affamando. Imu o non imu, quando c'è chi la casa nemmeno ce l'ha e non sa come pagare un affitto. Ormai noi siamo Cipro e siamo quasi costretti a rubare per andare avanti e loro ci parlano di banche da salvare, di spread e di alta finanza. E' inutile, con le buone non ce ne libereremo mai. Dobbiamo arrivare al 51 per cento e levarceli dai coglioni per sempre!

domenica 24 marzo 2013

Firma la petizione per liberare l'isola di Gorgona



Da qualche mese, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, è partita una nuova ed importante petizione. Spero vorrete  firmarla convidendola con i vostri amici e conoscenti.
Si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
Forse molti non sanno che in Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto (svariati milioni di euro l'anno per soli 70 detenuti) è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. 
La grave crisi economica impedisce la soppravvivenza dignitosa di questa struttura carceraria, sempre più degradata, ma nessuno ha il coraggio di chiuderla. 
Casi come questi, dove lo Stato infierisce sui suoi cittadini invece di salvaguardarli, spesso a causa della mediocrità di chi si annida a caro prezzo nelle nostre istituzioni, ce ne sono tanti in Italia. Fermarne uno potrebbe dare un esempio per tanti altri presenti nella nostra Penisola.
 Gli enti e i politici preposti alla salvaguardia di questo patrimonio sono latitanti da sempre (Stato, Ministero di Giustizia, Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comune di Livorno, Seconda Circoscrizione di Livorno, Parco dell'Arcipelago Toscano, Demanio). Anzi si sono alleati tra loro per usare l'isola a loro piacimento, facendo tabula rasa dei suoi abitanti originari e dando spazio ad ex gorgonesi che non ci vivono più e ad estranei. 
Ci sono poi 'illustri' gorgonesi che pur sedendo in Parlamento hanno dimenticato le loro origini e i loro cari. Non potranno far nulla per l'Italia se hanno dimenticato da dove vengono.
Se deciderete di firmare la petizione e poi la condividerete con i vostri amici e contatti riusciremo presto a ottenere il nostro primo obiettivo di almeno 100 firme (ora siamo a quota 77).
Potremo così iniziare a fare pressione sul prossimo ed inedito Governo italiano per raggiungere l'obiettivo di restituire l'isola ai suoi naturali abitanti, prima che venga desertificata e poi resa inaccessibile com'è già successo per le splendide isole dell'Asinara, di Pianosa e di Montecristo.

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Stiamo ancora parlando di Silvio, mentre Bersani ripropone nomi improponibili. Napolitano vuole perpetuare il sistema partitico che lo ha partorito e non sa vedere nient'altro. Siamo ancora nelle mani dei soliti noti. Nulla cambierà fino a che questo sistema di potere non sarà sbaragliato per sempre, perché ha fatto il suo tempo e da un sistema al servizio del cittadino è diventato una sistema autoreferenziale che ci sta soffocando


venerdì 22 marzo 2013

Firma, il nuovo Governo si sta formando



Da qualche mese, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, è partita una nuova ed importante petizione. Spero vorrete  firmarla convidendola con i vostri amici e conoscenti.
Si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
Forse molti non sanno che in Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto (svariati milioni di euro l'anno per soli 70 detenuti) è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. 
La grave crisi economica impedisce la soppravvivenza dignitosa di questa struttura carceraria, sempre più degradata, ma nessuno ha il coraggio di chiuderla. 
Casi come questi, dove lo Stato infierisce sui suoi cittadini invece di salvaguardarli, spesso a causa della mediocrità di chi si annida a caro prezzo nelle nostre istituzioni, ce ne sono tanti in Italia. Fermarne uno potrebbe dare un esempio per tanti altri presenti nella nostra Penisola.
 Gli enti e i politici preposti alla salvaguardia di questo patrimonio sono latitanti da sempre (Stato, Ministero di Giustizia, Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comune di Livorno, Seconda Circoscrizione di Livorno, Parco dell'Arcipelago Toscano, Demanio). Anzi si sono alleati tra loro per usare l'isola a loro piacimento, facendo tabula rasa dei suoi abitanti originari e dando spazio ad ex gorgonesi che non ci vivono più e ad estranei. 
Ci sono poi 'illustri' gorgonesi che pur sedendo in Parlamento hanno dimenticato le loro origini e i loro cari. Non potranno far nulla per l'Italia se hanno dimenticato da dove vengono.
Se deciderete di firmare la petizione e poi la condividerete con i vostri amici e contatti riusciremo presto a ottenere il nostro primo obiettivo di almeno 100 firme (ora siamo a quota 77).
Potremo così iniziare a fare pressione sul prossimo ed inedito Governo italiano per raggiungere l'obiettivo di restituire l'isola ai suoi naturali abitanti, prima che venga desertificata e poi resa inaccessibile com'è già successo per le splendide isole dell'Asinara, di Pianosa e di Montecristo.

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giovedì 21 marzo 2013

Go behind


Fateci governare!



"Questa mattina mi sono recato al Quirinale con i capigruppo alla Camera e al Senato, Roberta Lombardi e Vito Crimi, per incontrare il presidente della Repubblica e riferire la posizione del MoVimento 5 Stelle.
Il M5S è stato il primo per numero di voti alle ultime elezioni. Per questo chiede ufficialmente un incarico di governo per realizzare il suo programma, in particolare per realizzare le misure per il rilancio delle piccole e medie imprese, il reddito di cittadinanza e i tagli agli sprechi della politica. Finora, nonostante le dimensioni del successo elettorale, non è stata data alcuna rappresentanza istituzionale al M5S, non la presidenza della Camera, non la presidenza del Senato, che sono stati oggetto di contrattazione e mercanteggiamento tra i partiti e non espressione del riconoscimento del consenso elettorale. Il M5S chiede quindi un mandato pieno dal presidente della Repubblica per potersi presentare in Parlamento, esporre il suo programma di Governo, per chiedere il voto di fiducia. Nel caso il presidente della Repubblica accordi l'incarico. il M5S presenterà un suo candidato alla presidenza del Consiglio. Il M5S attribuisce a questa richiesta un atto di estrema responsabilità verso il Paese. Se questa richiesta non venisse accolta, il MoVimento 5 Stelle, come forza di opposizione, chiederà la presidenza delle Commissioni del Copasir e della Vigilanza RAI. Il M5S non accorderà alcuna fiducia a governi politici o pseudo tecnici con l'ausilio delle ormai familiari "foglie di fico" come Grasso. Il M5S voterà invece ogni proposta di legge se parte del suo programma". (dal blog www.beppegrillo.it)

Firma la petizione per liberare l'isola di Gorgona



Da qualche mese, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, è partita una nuova ed importante petizione. Spero vorrete  firmarla convidendola con i vostri amici e conoscenti.
Si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
Forse molti non sanno che in Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto (svariati milioni di euro l'anno per soli 70 detenuti) è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. 
La grave crisi economica impedisce la soppravvivenza dignitosa di questa struttura carceraria, sempre più degradata, ma nessuno ha il coraggio di chiuderla. 
Casi come questi, dove lo Stato infierisce sui suoi cittadini invece di salvaguardarli, spesso a causa della mediocrità di chi si annida a caro prezzo nelle nostre istituzioni, ce ne sono tanti in Italia. Fermarne uno potrebbe dare un esempio per tanti altri presenti nella nostra Penisola.
 Gli enti e i politici preposti alla salvaguardia di questo patrimonio sono latitanti da sempre (Stato, Ministero di Giustizia, Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comune di Livorno, Seconda Circoscrizione di Livorno, Parco dell'Arcipelago Toscano, Demanio). Anzi si sono alleati tra loro per usare l'isola a loro piacimento, facendo tabula rasa dei suoi abitanti originari e dando spazio ad ex gorgonesi che non ci vivono più e ad estranei. 
Ci sono poi 'illustri' gorgonesi che pur sedendo in Parlamento hanno dimenticato le loro origini e i loro cari. Non potranno far nulla per l'Italia se hanno dimenticato da dove vengono.
Se deciderete di firmare la petizione e poi la condividerete con i vostri amici e contatti riusciremo presto a ottenere il nostro primo obiettivo di almeno 100 firme (ora siamo a quota 77).
Potremo così iniziare a fare pressione sul prossimo ed inedito Governo italiano per raggiungere l'obiettivo di restituire l'isola ai suoi naturali abitanti, prima che venga desertificata e poi resa inaccessibile com'è già successo per le splendide isole dell'Asinara, di Pianosa e di Montecristo.

Per firmare clicca qui sotto:

http://www.avaaz.org/it/petition/Chiudiamo_il_carcere_dellIsola_di_Gorgona/?launch