lunedì 26 novembre 2007

Il pescatore e l'isola che non c'è.

Forse non tutti sanno che a 18 miglia da Livorno, adagiata tra il Mar Tirreno e il Mar Ligure, esiste l'isola di Gorgona. Sì, lo stesso nome dal quale ho preso il mio account "ilgorgon".
Insieme a mia moglie e i miei tre figli (il più grande è quello nella foto, mentre dietro s'intravede il paese) sono residente su questa piccola roccia di pochi metri quadrati in mezzo al mare perché, da parte di mia nonna, sono originario proprio di questo posto.
Peccato però che il villaggio dei miei avi pescatori stia scomparendo sotto gli occhi di tutti senza che nessuno alzi un dito.
Per quei pochi che la conoscono, infatti, l'isola di Gorgona è solo sede di una colonia penale all'aperto. Quasi tutte le informazioni che troverete sull'isola, compresi i velinati articoli giornalistici, vi diranno infatti che sull'isola c'è un carcere per detenuti modello alla fine della pena (circa 50 detenuti+50 agenti). E basta. Basta scorrere "Google".
Invece sull'isola ci sono circa 50 residenti, il paese fa parte della seconda circoscrizione di Livorno, il cimitero ospita i miei cari defunti e c'è anche un ufficio postale che apre a giorni alterni.
Ma noi, per le istituzioni e per il mondo, non esistiamo. Anzi, se non conservassi qui a denti stretti la residenza con tutta la mia famiglia, non vi potrei nemmeno mettere più piede. Nel mio paese di origine mi sarebbe proibito di sbarcare come è successo e succede per decine di gorgonesi che un giorno, per sbaglio o per miseria, se ne sono allontanati senza più riuscirvi a mettere piede.
Siamo ospiti di una strana situazione che fa sì che noi, originari dell'isola, siamo tollerati da secondini e detenuti, non abbiamo nessun potere decisionale sull'isola, non possiamo pescare liberamente, nè abbiamo possibilità lavorative.
Non siamo nemmeno ben collegati con la terraferma, perchè le uniche due corse settimanali della flottiglia Toremar spesso saltano a causa delle cattive condizioni del mare. Proprio così. Siamo dei fantasmi a casa nostra.
Anche se le case non ci appartengono perchè tutto è del Demanio, è come se fossero nostre dopo due secoli che ci dimoriamo. Ma a noi gorgonesi ci chiamano vacanzieri perchè non molliamo queste poche abitazioni decadenti che formano il villaggio di Gorgona. Case che nessuno vuole ristrutturare e che si tengono su per miracolo dopo esser state sferzate per decenni dal grecale, dallo scirocco e dalla tramontana. Case sempre meno nostre perchè una volta che se ne libera una viene occupata dai secondini.
Qui, in quest'isola bellissima, ricca di sorgenti e di alberi, comandano un po' tutti, meno noi gorgonesi. Comanda il ministero di Giustizia, tramite il direttore del carcere, che eroga alla popolazione anche acqua desalinizzata e energia elettrica, e che ha l'unico spaccio esistente sull'isola; comanda il Parco dell'arcipelago toscano (il direttore è Tozzi, quello di "Gaia"), che ci vieta quasi tutti i tipi di pesca, permettendolo però ai detenuti del carcere, e addirittura impedendoci di circumnavigare l'isola, confinandoci così in pochi metri marini di navigazione, ma autorizzando ad altri allevamenti di orate che alterano l'equilibrio marino; comanda poco il Comune di Livorno, di cui facciamo parte, disinteressandosi completamente di noi gorgonesi; comanda tanto il Demanio, affidando le case a chi vuole e senza mai rimmetterle a posto; comandono niente Provincia e Regione, completamente assenti.
Questa è l'isola che non c'è.