giovedì 22 settembre 2011

Le due attiviste No Tav tornano a casa

"Elena Garberi e Marianna Valenti, attiviste No TAV in carcere dal 9 settembre scorso nonostante fossero incensurate sono tornate a casa. Il Tribunale del Riesame, respingendo la richiesta della Procura di Torino di carcerazione, ha concesso a Elena gli arresti domiciliari e a Marianna l'obbligo di dimora. Io credo nell'innocenza di queste due donne presenti a Chiomonte per assistere gli eventuali feriti, una delle quali ha tre figli ed è volontaria al 118 e spero che presto vengano a cadere le accuse. Sono comunque soddisfatto di una decisione che poteva arrivare prima di quasi due settimane di carcere. Il Tribunale del Riesame ha rigettato a termini di legge la carcerazione. Chi l'ha proposta ci rifletta". (dal blog di Beppe Grillo)

Nothing all

Tunis

mercoledì 14 settembre 2011

Ci salveranno i comunisti cinesi!

Fino a poco tempo fa questo governo di nani e ballerine tuonava contro l'invasione delle merci cinesi e degli immigrati, indicando il comunismo come un diavolo da estirpare. Adesso, improvvisamente, questi ignobili governanti guidati dal satrapo di Arcore invocano che la Cina, che è ancora un Paese comunista, salvi il capitalismo malato dell'Italia e dell'Occidente. La Cina già possiede metà debito americano e ora forse anche quello italiano. Ma il comunismo non era morto e sepolto e il capitalismo la panacea a tutti i mali e la strada per la felicità? Io che non amo né il capitalismo né il comunismo mi interrogo invece su chi stiamo seguendo... .

martedì 6 settembre 2011

VATTENE!

Io una ricetta ce l'avrai per ritornare alla normalità in Italia. Basterebbe che Silvio Berlusconi annunciasse le sue dimissioni e, automaticamente, quelle del suo governo barzelletta, è la crisi italiana si bloccherebbe di colpo. La Borsa guadagnerebbe almeno 20 punti, lo spread con i buoni tedeschi sarebbe superato, si farebbe una nuova legge elettorale per andare a votare regolarmente e gli investitori tornerebbero subito. Non è poi così difficile. Perché nessuno lo dice a voce alta: "Vattene".

Tosca

giovedì 1 settembre 2011

Andare a scuola in Italia? Non serve più!

"Cari ragazzi, cari giovani: non studiate! Soprattutto, non nella scuola pubblica. Ve lo dice uno che ha sempre studiato e studia da sempre. Che senza studiare non saprebbe che fare. Che a scuola si sente a casa propria. Ascoltatemi: non studiate. Non nella scuola pubblica, comunque. Non vi garantisce un lavoro, né un reddito. Allunga la vostra precarietà. La vostra dipendenza dalla famiglia. Non vi garantisce prestigio sociale. Vi pare che i vostri maestri e i vostri professori ne abbiano? Meritano il vostro rispetto, la vostra deferenza? I vostri genitori li considerano “classe dirigente”? Difficile.Qualsiasi libero professionista, commerciante, artigiano, non dico imprenditore, guadagna più di loro. E poi vi pare che godano di considerazione sociale? I ministri li definiscono fannulloni. Il governo una categoria da “tagliare”. Ed effettivamente “tagliata”, dal punto di vista degli organici, degli stipendi, dei fondi per l’attività ordinaria e per la ricerca. E, poi, che cosa hanno da insegnare ancora? Oggi la “cultura” passa tutta attraverso Internet e i New media. A proposito dei quali, voi, ragazzi, ne sapete molto più di loro. Perché voi siete, in larga parte e in larga misura, “nativi digitali”, mentre loro (noi), gli insegnanti, i professori, di “digitali”, spesso, hanno solo le impronte. E poi quanti di voi e dei vostri genitori ne accettano i giudizi? Quanti di voi e dei vostri genitori, quando si tratta di
giudizi – e di voti – negativi, non li considerano pre-giudizi, viziati da malanimo?Per cui, cari ragazzi, non studiate! Non andate a scuola. In quella pubblica almeno. Non avete nulla da imparare e neppure da ottenere. Per il titolo di studio, basta poco. Un istituto privato che vi faccia ottenere in poco tempo e con poco sforzo, un diploma, perfino una laurea. Restandovene tranquillamente a casa vostra. Tanto non vi servirà a molto. Per fare il precario, la velina o il tronista non sono richiesti titoli di studio. Per avere una retribuzione alta e magari una pensione sicura a 25 anni: basta andare in Parlamento o in Regione. Basta essere figli o parenti di un parlamentare o di un uomo politico. Uno di quelli che sparano sulla scuola, sulla cultura e sullo Stato. Sul Pubblico. Sui privilegi della Casta. (Cioè: degli altri). L’Istruzione, la Cultura, a questo fine, non servono.Non studiate, ragazzi. Non andate a scuola. Tanto meno in quella pubblica. Anni buttati. Non vi serviranno neppure a maturare anzianità di servizio, in vista della pensione. Che, d’altronde, non riuscirete mai ad avere. Perché la vostra generazione è destinata a un presente lavorativo incerto e a un futuro certamente senza pensione. Gli anni passati a studiare all’università. Scordateveli. Non riuscirete a utilizzarli per la vostra anzianità. Il governo li considera, comunque, “inutili”. Tanto più come incentivo. A studiare. Per cui, cari ragazzi, non studiate. Se necessario, fingete, visto che, comunque, è meglio studiare che andare a lavorare, quando il lavoro non c’è. E se c’è, è intermittente, temporaneo. Precario. Ma, se potete, guardate i maestri e i professori con indulgenza. Sono una categoria residua (e “protetta”). Una specie in via d’estinzione, mal sopportata. Sopravvissuta a un’era ormai passata. Quando la scuola e la cultura servivano. Erano fattori di prestigio. Oggi non è più così. I Professori: verranno aboliti per legge, insieme alla Scuola. D’altronde, studiare non serve. E la cultura vi creerà più guai che vantaggi. Perché la cultura rende liberi, critici e consapevoli. Ma oggi non conviene. Si tratta di vizi insopportabili. Cari ragazzi, ascoltatemi: meglio furbi che colti!". (dal blog di Ilvo Diamanti)