sabato 7 luglio 2012

Isola di Gorgona. Il mare con l'accetta

All'isola di Gorgona esiste una colonia penale all'aperto e un paese civile. Tra detenuti, agenti ed indotto del carcere, si contano 200 persone circa. Un'altra settantina di persone sono i residenti, che vengono pochi giorni l'anno, a parte due famiglie che ci vivono stabilmente. In tutto, diciamo, circa 300 persone, ma solo d'estate. L'isola è off-limits a chi non vi è detenuto, non vi lavora o non vi è residente. Quindi sempre 300 persone. La navigazione non è consentita se non a due miglia dalla costa. Nessuno può sbarcare sull'isola altrimenti. Io vorrei sapere chi è allora quell'intelligentone del Parco dell'Arcipelago Romano che impedisce a chi abita l'isola due terzi di navigazione marina, confinando i gorgonesi in poche miglia, impedendo loro di accedere alle cale più belle della loro giovinezza, come per esempio Cala Maestra e Bellavista? Turisti non ce ne sono, gli abitanti sono pochissimi, non c'è pericolo di inquinamento alcuno, eppure qualche sapientone sulla carta impedisce il godimento dell'isola manco fossimo a Capri. Non pago ha vietato di pescare con le reti o altri tipi di pesca. Ma solo sulla carta. Eh sì. Perché a Gorgona, dove il controllo di queste assurde regole viene delegato dal Parco alla polizia penitenziaria, unica autorità presente sull'isola, sembra che spesso a pescare nelle zone 'proibite' siano proprio i controllori e i loro amici. Tanto chi li controlla a loro?

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