martedì 13 ottobre 2015

Firma per una Gorgona liberata!

DIPARTIMENTO DI PSICOLOGIA GENERALE
Cattedra di Etologia e Psicologia EvoluzionisticaProf. Andrea Camperio Ciani

Abitanti della Gorgona resistete per salvare l’isola
Circa due anni fa ho avuto occasione di fare uno studio sull’impatto del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, presso la popolazione dell’isola d’Elba. Lo studio fu condotto con una quarantina di studenti volontari dell’Universita’ di Padova, presso la quale insegno come professore di Etologia e Psicologia Evoluzionistica. I risultati mostrarono luci ed ombre del Parco, furono inviati al Ministro dell’Ambiente On. Prestigiacomo e furono oggetto di una accesa controversia con la Presidenza del Parco stesso. Forse gli aspetti piu’ critici rilevati furono le pietose condizioni in cui versava, e credo versi ancora, l’isola di Pianosa. Un isola meravigliosa che per molti versi e’ simile per storia e destino a quella della Gorgona. L’isola di Pianosa possedeva un minuscolo paese, progettato il secolo scorso dal Ponticelli, uno storico direttore del carcere . Un villaggio ottocentesco con castello, micro porticciolo, botteghe e piccola popolazione residente al servizio prevalente del carcere e dei rari visitatori ai carcerati. C’era un ufficio postale ,un alimentari, una locanda e qualche abitazione. Anche Pianosa ,come la Gorgona, era da oltre un secolo colonia penale con vicende alterne, fino a diventare in epoca recente sede di reclusione per soggetti pericolosi sotto il regime del 41bis, il carcere duro, per intendersi. Poi negli anni Novanta il carcere e’ stato progressivamente chiuso ed inspiegabilmente con esso ,anche tutta la piccola popolazione di questa minuscola ed incantevole perla mediterranea, e’ stata letteralmente deportata a Livorno. Ricordo qualche anno fa, ed i giornali se ne occuparono, i familiari un vecchio abitante di Pianosa che si videro rifiutare la sepoltura del loro congiunto a Pianosa, come se la presenza degli abitanti ,anche da morti, fosse pericolosa!
Da quando Pianosa e’ stata spopolata, il suo destino e’ stato la rovina: da isola modello dalla natura rigogliosa e dalla promettente agricoltura e’ diventata una terra abbandonata. Fin dal tempo dei romani infatti, essa era stata coltivata sia dai suoi abitanti sia da contadini provenienti dall’Elba. Fra la popolazione dell’Elba esiste altresì un detto che recita piu’ o meno cosi’ "Sei insicuro come il frumento di Pianosa" che vuole intendere come Pianosa offrisse si ricche messi di frumento, data la sua natura pianeggiante, ma anche grande incertezza poichè se fossero sopraggiunte delle burrasche primaverili tutto il raccolto sarebbe andato perduto. Spopolata forzosamente l’isola, chiuso il carcere, il frumento ha lasciato spazio all’incuria, e le zecche, venute con il bestiame del carcere, sono proliferate fino a diventare un problema anche per i visitatori. Il piccolo meraviglioso villaggio del Ponticelli , essendo costruito con un tufo locale che necessita di particolare manutenzione, una volta abbandonato e’ deperito fino a divenire un villaggio sgretolato, un fantasma di rottami in totale abbandono.Con i volontari ho visitato l’isola insieme ad alcuni turisti europei che partecipavano al Walking Festival del 2010, abbiamo cosi’ potuto raccogliere alcuni commenti a caldo sull " effetto Pianosa" al visitatore straniero ,che credeva di visitare una perla del Parco dell’Arcipelago Toscano. I commenti erano desolanti, sentivo la vergogna di essere Italiano.Ho saputo, sempre in questa circostanza che,dopo alcuni anni di spopolamento ed incuria, il Parco, forse accorgendosi del degrado che stava subendo Pianosa, aveva affidato ad una comunita’ di ex- tossicodipendenti la gestione delle visite turistiche all’isola, purtroppo senza nessun risultato in termini di miglioramento delle condizioni dell’isola stessa. Oggi Pianosa e’ un isola a cui non ci si puo’ avvicinare con la barca, non si puo’ fare il bagno nelle sue acque cristalline per non inquinarla, ma contemporaneamente sta andando rovinosamente a pezzi tutta la sua componente di storia, antiche catacombe incluse, e di cultura ,senza il suo piccolo popolo che l’avrebbe curata e mantenuta,oggi deportato a Livorno! Attualmente su Pianosa ci sono le competenze del comune di Rio nell’Elba, del Parco Nazionale dell’Arcipelago toscano, del Ministero di Grazia e Giustizia, del Demanio, delle guardie carcerarie rimaste a custodire un carcere vuoto, e forse anche di qualche comunita’ montana sebbene l’isola non si erga per piu’ di 20 metri sul livello del mare. Tutti parlano, discutono e litigano su Pianosa ma sostanzialmente Pianosa senza i suoi abitanti muore!Oggi leggo con timore che lo stesso fato si prospetta anche per la Gorgona, anch’essa, se non sbaglio, parte dello stesso Parco Nazionale . Ho avuto il privilegio di vedere il villaggio della Gorgona negli anni ottanta quando con degli amici mi rifugiai di notte durante una tempesta, navigando fra la Corsica e Livorno. Ne rimasi incantato ,mi ricordo di una minuscola osteria con i tavoli di legno e sognai di poter essere fra i suoi avventori invernali , in quell’equilibrio e microcosmo perfetto.Invito gli abitanti di Gorgona a resistere con ogni mezzo al loro trasferimento, senza di loro, e con l’isola nelle mani delle Amministrazioni locali o statali che dovrebbero custodirne l’incanto e’ inesorabilmente destinata a fare la stessa fine di Pianosa.Studio da quasi trent’anni l’ecologia delle piccole isole e dei loro abitanti, il risultato scientifico piu’ rilevante che abbiamo ottenuto e’ che isolani non si diventa ma si nasce. Gli abitanti delle piccole isole si differenziano da quelli della terra ferma. Essi sono il prodotto di una lunga serie di generazioni di cui restavano solo quelli piu’ attaccati alla loro piccola terra, gli altri via via emigravano dal l’isola, senza lasciarvi figli. Gli abitanti che oggi popolano le piccole isole sono discendenti quindi di individui molto attaccati alla loro terra, da sempre. Abbiamo evidenze questo fatto anche da un punto di vista genetico: gli abitanti delle piccole isole, che ho potuto studiare in Italia, dall’arcipelago toscano, alle Pontine, alle Eolie alle Egadi sono tutti simili fra loro. Tutti hanno evoluto una personalita’ che consente loro di superare lunghi inverni di solitudine, difficolta’ climatiche ed ecologiche. . Tutti forse amano vivere su una piccola isola d’estate. Ma e’ d’inverno che si vede la differenza ed i piu’ scappano tornando in terra ferma e abbandonando il territorio, mentre gli isolani veri restano. Le isole italiane sono cosi’ belle perche’ sono popolate da isolani che vivono e lavorano per la loro piccola terra. E la fama di Capri e’ un esempio che tutto cio’ e’ vero ed apprezzato fin dai tempi degli antichi romani.Un isolano quindi non si puo’ sostituire con un individuo qualsiasi tanto meno da comunita’ di ex-tossicodipendenti o da guardie forestaliL’isolano e’ parte del patrimonio culturale, genetico, ecologico della sua piccola isola e sradicarlo dal suo territorio mi sento di affermare che sia un crimine ambientale, anche se inconsapevole.
Mi unisco pertanto anch’io al appello degli isolani perche’ si faccia tutto il possibile per salvare il futuro dell’isola della Gorgona e del patrimonio genetico ecologico e culturale del suo piccolo popolo che come nessun altro sapra’ prendesene cura per il futuro e per tutti noi.
Andrea Camperio Ciani. Professore di Etologia e Psicologia EvoluzionisticaUniversita’ degli Studi di Padova




Da diversi mesi, grazie all'organizzazione internazionale Avaaz, abbiamo dato vita a due nuove ed importanti petizioni. Spero vorrete  firmarle, convidendole con me, con i vostri amici e i vostri conoscenti. La prima petizione si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona". La seconda: "No al rigassificatore nel Santuario dei Cetacei". Entrambe riguardano l'isola di Gorgona, il suo mare e il Parco Naturale dell'Arcipelago Toscano.



A Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo proprio a causa del carcere.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto è diventata per gli ultimi abitanti la sola priorità. O il carcere o i gorgonesi è l'unica scelta da fare per non disperdere per sempre la storia e il patrimonio del villaggio degli antichi pescatori. 
La secolare convivenza tra colonia penale e gli ultimi abitanti è infatti ormai carta straccia. Con dei pretesti normativi legati alla sicurezza del carcere, si è arrivati addirittura all'interdizione ad alcuni abitanti di accedere al proprio luogo di residenza e alla propria casa nel paese di Gorgona.  Dal marzo 2015 non viene nemmeno più assicurata l'assistenza medica ai gorgonesi e non ci sono trasporti pubblici marittimi.
L'obiettivo di questi mediocri burocrati del ministero dell'ingiustizia, che paghiamo anche 20.000 euro al mese per fare poco e niente, è di spopolare l'isola, chiudendola ai civili, per poi magari andarci a fare le vacanze gratis con la scusa di cooperative estranee al territorio. Per ora ci vanno solo con nobili blasonati a fare vino a 100 euro a bottiglia con il lavoro dei detenuti pagati da noi, con tanto di titolo sulla stampa compiacente.
E' gia successo con la vicina isola di Pianosa, anch'essa in passato sede di un carcere e di un paese, dove i pianosini sono stati defintivamente fatti allontanare, mentre il ministero ha mantenuto la proprietà e il controllo dell'isola a suo piacimento.Questo grazie alla vigliaccheria di meschini interessi di bottega proprio degli stessi pianosini e di alcuni gorgonesi, che imparentatesi con i dipendenti carcerari, hanno disperso definitivamente le radici civili originarie per trarne dei benefici personali alle spalle del ministero di Giustizia, dove si sono impiegati uscendo da una vita miserevole ma dignitosa. 
Purtroppo nemmeno il nuovo sindaco di Livorno pentastellato, Filippo Nogarin, difende i suoi concittadini gorgonesi, ormai lasciati in balìa di se stessi. 
E' necessario fermare subito questo Stato famelico ed incompetente, che passa sopra la vita e gli affetti dei suoi elettori. Per questo stiamo studiando anche una class action di tutti i discendenti gorgonesi contro il ministero di Giustizia per essersi reso responsabile della scomparsa del paese e dei suoi abitanti, con lo scopo di ripopolarla una volta cacciati gli intrusi .
Per firmare cliccate qui sotto:
http://www.avaaz.org/it/petition/Chiudiamo_il_carcere_dellIsola_di_Gorgona/?launch


Intanto è già attivo a Livorno, non lontano dall'isola di Gorgona, un enorme rigassificatore che hanno piazzato proprio all'interno del Santuario dei Cetacei e del Parco dell'Arcipelago Toscano. Inutile dire che tutti gli enti preposti alla salvaguardia di questo territorio non hanno alzato un dito per fermare questa ignominia. Anzi, hanno fatto di tutto per incentivare l'arrivo di questo ecomostro, i cui guadagni andranno in tasca ai promotori dell'iniziativa, mentre le spese saranno pagate invece sulle bollette Enel da tutti i contribuenti italiani. Per ora non hanno venduto un chilo di gas... .
Il rigassificatore va fermato a tutti i costi perché dà un colpo mortale all'ambiente e alla bellezza del Santuario dei Cetacei, oltre ad essere un pericolo per eventuali esplosioni e per l'utilizzo di sostanze chimiche ripulenti. 
Per firmare cliccate qui sotto:
http://www.avaaz.org/it/petition/No_al_rigassificatore_nel_mare_del_Santuario_dei_Cetacei/?launch

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