martedì 26 agosto 2014

Livorno, mon amour

Sono contento di avere la residenza a Livorno, nella frazione dell'isola di Gorgona. La città labronica, infatti, si sta distinguendo come avanguardia dell'Italia che verrà. E' sempre stata un po' sui generis, con l'attaccamento alla loro città da parte dei livornesi, il loro essere di sinistra a prescindere, con le goliardate Modì, con la satira del Vernacoliere, con un calcio che non decolla, l'odio per Berlusconi e tutto quello che puzza di fascismo. Una città facile da vivere, senza grandi bellezze come la vicina ed odiata Pisa, comoda, semplice e un mare e un porto unici.
Ma in questi giorni ci sono delle novità, direi rilevanti, sia per Livorno che per l'Italia e l'Europa. Innanzitutto, nella patria del comunismo, dopo più di sessant'anni di giunte di sinistra, in un monolite che sembrava inscalfibile, all'improvviso ha vinto il M5S, con il visionario sindaco Nogarin, che non si sa se farà meglio o peggio, ma sicuramente è un bel colpo di rottura con il passato. Poi, l'apertura mentale dei livornesi verso l'integrazione di tutti. Proprio qualche giorno fa è stata eletta miss Livorno una ragazza di origini nigeriane, alta e bellissima, che è nata a Livorno e parla come una livornese. Qualche cretino ha ancora fatto cenno al colore della pelle, ma la maggior parte è stata contenta di eleggere una donna così bella e statuaria. "Che c'entra il colore della pelle, basta che è bona", hanno detto gli scanzonati labronici. 
"Cioma Ukwu nel suo abitino bianco sembra ancora più bambina di quello che è. 15 anni, altissima, divertita ma anche un po’ impacciata in questo nuovo ruolo di reginetta della discordia, gli occhi truccati e le scarpe sportive, la fascia di Miss Livorno appesa al muro del salotto accanto alla foto di mamma Tina e di babbo Obirity il giorno delle nozze, in Nigeria: belli tutti e due, lei con un vaporosissimo abito bianco, lui in completo scuro. Ambedue nigeriani, partiti insieme per l'Italia ormai 20 anni fa, per motivi di lavoro.
«Le offese razziste? Non mi toccano minimamente guarda, magari fossi stata un altro tipo ci sarei rimasta malissimo, lo so. Ma io sono abituata a fregarmene dei giudizi della gente. Siamo nel 2014, queste persone dovrebbero imparare ad avere una mentalità più aperta».
L’accento livornese di Cioma (che all’anagrafe è scritto Chioma, ma lei preferisce togliere quell’acca per una questione di pronuncia) è marcatissimo: «Io sono livornese, ho fatto tutte le scuole qui, e quindi non capisco proprio tutti questi discorsi, non era mica Miss Livorno Bianca...».
Ma pensavi di vincere?
«No, perché davvero c’erano bimbe che per me erano più belle, io avrei votato un’altra per esempio, che mi piace un sacco. Anche mamma pensava che non avrei vinto perché sono nera. Invece...». Invece la coroncina da miss è sul cassettone e la signora Tina è felice: «Spero che possa realizzare i suoi sogni, fare la modella. ma prima di tutto deve studiare, diplomarsi. E voglio che faccia l’università. Glielo dica anche lei che è importante studiare». Sì, Cioma, effettivamente è importante, poi tu sogni l’università negli Stati Uniti, devi riuscire ad avere dei bei voti in Italia... «Eh, invece quest’anno non è andata troppo bene, ho quattro debiti, dovevo impegnarmi di più. Comunque ho studiato, spero di farcela. Forse non ho proprio azzeccato scuola, vado al Vespucci ma alcune materie non mi piacciono tanto. Dopo gli esami di settembre vedrò che fare».
A Livorno comunque ti trovi bene?
«Certo, è la mia città. E non ho mai avuto problemi di razzismo. I miei amici possono fare delle battute, tipo “è buio, dai sorridi, sennò non ti si vede” ma perché sanno che sul colore della mia pelle sono la prima a scherzarci. Infatti su Facebook ad offendermi sono stati in pochi e a difendermi in tantissimi. Per me la questione è chiusa»".
Infine, il fatto che una sua frazione, l'isola di Gorgona, sia uno dei posti più belli che abbia mai visto. E' lì che sono nati i miei antenati ed è lì che intendo anch'io un giorno riposare. Ma qui Livorno deve fare qualcosa di più: togliere quest'isola dalle mani dei burocrati del ministero di Giustizia e restituirla ai livornesi e al mondo.

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