venerdì 6 giugno 2014
E allora sarà una rivoluzione!
Quello che sta succedendo in Italia, con riflessi più o meno diretti in Europa, non è più una gara democratica ad occupare il potere. Qui, da noi, la democrazia è stata occupata, attraverso le lobbies dei partiti degenerati, e tutte le regole democratiche sono saltate. E' necessario, quindi, oltre ad entrare nei posti decisionali attraverso le vecchie regole, fare una vera rivoluzione. Una rivoluzione alla francese che non abbiamo mai fatto! Altrimenti ci saranno tempi lunghissimi per dei cambiamenti e il potere mummificato saprà riciclarsi ed infinocchiare di nuovo quella parte della popolazione che non ha gli strumenti per capire. Vedi l'effetto renzie: un'operazione di facciata per non cambiare niente, con annunci di tiepide pseudoriforme che in realtà non incidono dove dovrebbero.
L'Italia è da sempre incartapecorita in un sistema di privilegi feudali che non molleranno mai la presa, cementati dal vaticano e dall'influenza delle coscienze che questo esercita sin dalla nascita sui cittadini italiani. Qui, ma anche in Europa e nel mondo, ci sono pochissimi che hanno tantissimo e una sterminata platea di poveracci: multinazionali, finanza, gruppi religiosi, eredi di principi e fascisti, mantengono le loro ricchezze perpetuando un gruppo di potere che decide poi chi deve governare, giustificato da un capitalismo globale dove il più forte vince.
I meccanismi democratici sono stati distorti e la classe dirigente è serva e complice. L'informazione è una bussola impazzita che genera solo mostri, non approfondisce niente ed è sempre alla ricerca della cosiddetta 'notizia' per vendere qualche inserto pubblicitario in più. I media sono obbligati ad osannare il potere per poter sopravvivere grazie ai contributi all'editoria statali e alle inserzioni dei partiti pagate dai contributi elettorali mai chiusi.
Lo Stato è da tempo un castello di kafka inguardabile dove il cittadino si perde nei meandri della burocrazia, della mediocrità e dei privilegi. Il Parlamento è fatto di nominati di quei partiti che continuano a rubare il bene pubblico. Il Quirinale è la sua espressione. La Giustizia, persa in interminabili lungaggini e faragginose leggi, è buona solo per i fessi ed è ormai un potere spesso fine a se stesso: chi ruba miliardi ed è potente in galera non ci va, chi spaccia due spinelli si fa anni di carcere.
E' necessaria ormai una vera rivoluzione!
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