domenica 28 luglio 2013

Firma per mandare via un carcere arrogante che impedisce ai gorgonesi di accedere alle loro case



Da qualche mese, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, sono partite due nuove ed importanti petizioni. Spero vorrete  firmarle convidendole con i vostri amici e conoscenti.
La prima si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona". La seconda: "No al rigassificatore nel mare del Santuario dei Cetacei".
Forse non tutti sanno che in Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. Addirittura si è arrivati ad impedire ad alcuni gorgonesi di accedere alle loro case, insieme ai loro figli, non facendoli scendere dalla nave Toremar su un'altra piccola imbarcazione controllata dalla polizia penitenziaria, che ha avuto disposizione di impedire loro lo sbarco!
La grave crisi economica e i continui sprechi impediscono la soppravvivenza dignitosa di questa struttura carceraria, sempre più degradata, ma nessuno ha il coraggio di chiuderla definitivamente perché, con la scusa di un 'carcere modello' che non esiste ed è solo apparenza, si continuano a finanziare progetti inutili, al solo scopo mediatico e per mantenere con i soldi dei contribuenti una burocrazia succhiasangue. 
Casi come questi, dove lo Stato infierisce sui suoi cittadini invece di salvaguardarli, spesso a causa della mediocrità di chi si annida a caro prezzo nelle nostre istituzioni, ce ne sono tanti in Italia. Fermarne uno potrebbe dare un esempio per tanti altri presenti nella nostra Penisola. 

Intanto sta arrivando a Livorno, non lontano dall'isola di Gorgona, un enorme rigassificatore che gli stessi enti vogliono piazzare in mezzo al mare, proprio all'interno del Santuario dei Cetacei e del Parco dell'Arcipelago Toscano. Questa iniziativa va fermata a tutti i costi perché darebbe un colpo mortale all'ambiente e alla bellezza di questi mari.

Per firmare clicca qui sotto:

http://www.avaaz.org/it/petition/Chiudiamo_il_carcere_dellIsola_di_Gorgona/?launch

http://www.avaaz.org/it/petition/No_al_rigassificatore_nel_mare_del_Santuario_dei_Cetacei/?launch

GLI ANNI DELL'ISOLAMENTO 

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Poco tempo dopo gli alleati sbarcarono sull'isola. Superati i primi momenti di imbarazzo e di paura, i gorgonesi iniziarono a familiarizzare con i nuovi venuti. I cinque americani che vi si stabilirono presero possesso del “semaforo”della Marina Militare che ben si prestava per tenere sotto controllo le principali rotte di navigazione aeronavale. I militari venivano riforniti dalle loro vedette ogni quindici giorni: per i residenti questo giorno diventava occasione di festa perche anch'essi ne traevano enorme beneficio. Gli Americani infatti si dimostrarono sempre generosi e, divenuti ormai ospiti a.bituali delle famiglie dei Citti e dei Dodoli, elargirono loro senza parsimonia caffè, latte, zucchero, cioccolata e numerosi altri generi di consumo. Purtroppo, così come in passato la furia dei saraceni si era abbattuta sulla comunità certosina, qualcosa di analogo avvenne dopo lo sbarco improvviso di un contingente di Tedeschi. A parte le donne e i bambini che si precipitarono nel rifugio, tutti gli uomini sia civili che militari si nascosero nella macchia. Per fortuna degli isolani ai Tedeschi interessava soltanto disattivare la postazione trasmittente che era occupata dagli Americani, ed infatti fu con loro che avvennero alcuni scontri a fuoco risoltisi con l'uccisione di tre statunitensi. Avvenuta la liberazione di Livorno, anche gli Americani abbandonarono l’isola e ad essi subentrarono gli Inglesi. A differenza di coloro che li avevano preceduti, questi militari non lasciarono un buon ricordo del loro breve soggiorno. Freddi e distaccati, gl’Inglesi non familiarizzarono con i civili ne li rifornirono di derrate alimentari come invece avevano fatto gli Americani.
1946 Nell'immediato dopoguerra gli indici di criminalità raggiunsero valori molto elevati. Ben presto l' inadeguatezza e la fatiscenza di alcuni penitenziari, associate ad aspetti di sovraffollamento numerico, sfociarono nelle clamorose rivolte di Regina Coeli a Roma, delle Nuove a Torino e di S. Vittore a Milano. Non fu quindi difficile rivolgere di nuovo l'attenzione su G. nel senso di andarvi a ricostituire una realtà carceraria che avrebbe sicuramente alleggerito la situazione non più sostenibile che si era creata presso alcune sedi di pena del continente. Con alla testa un direttore livornese di nome Duceschi, i gorgonesi accolsero i detenuti (inizialmente una trentina), che avevano ormai imparato ad accettare e, in casi non infrequenti, ad apprezzare. Dopo soli cinque anni la comunità divenne di 228 persone (Censimento 1951).
1960 1113 giugno del 1958 venne sull'isola il cappellano padre Alvaro Candido Benvenuti (chiamato don Candido) che rimase in G. ininterrottamente per ventidue anni. Nel maggio del 1980 si ritirò infatti per sopraggiunti limiti di età (80 anni). Sempre nello stesso anno, forse stimolato da un comitato livornese interessato ad un tipo di valorizzazione diversa dell’isola, il periodico Epoca del 14 agosto pose fra i primi l’ accento sull’ incongruenza del mantenimento in G. dei detenuti che, sempre secondo la stessa fonte, potevano trovare altre collocazioni. Per la prima volta si sosteneva infatti con una certa decisione che L’ allontanamento di questi reclusi avrebbe consentito un positivo riscontro di tipo naturalistico e turistico.
1961 Intanto il nuovo censimento indicò essere 135 le persone presenti sull’isola.
1963 Un’ulteriore testimonianza di uno stato di sofferenza e di disagio degli abitanti per le condizioni di reclusione in cui anch’essi si trovavano, lo si desume in un articolo apparso sulla Nazione del 2 marzo nel quale si fa esplicito riferimento ad una petizione. Gli ottanta residenti la trasmisero sia alla Capitaneria di Porto di Livorno sia al MGG. Essi chiesero che venisse modificata un’ordinanza della C P del 24 giugno 1961 N°67 che disponeva il divieto di sosta a natanti forestieri entro i 500 m dalla linea costiera. ...

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