martedì 5 giugno 2012

Giustizia all'amatriciana

In questi giorni ho scoperto come possa sentirsi inerme e solo un semplice cittadino di fronte alle istituzioni che dovrebbero proteggerlo. Qualche anno fa ho aperto, a mie spese, un sito sull'isola di Gorgona, http://www.ilgorgon.eu/. Come discendente gorgonese ho voluto metterci tutto quello che rappresentava Gorgona per me, con la sua storia, gli affetti e tutto quello che potesse servire a farla veramente conoscere al mondo esterno. L'interesse è stato altissimo, ma non da parte di ex gorgonesi interessati solo a mantenere piccoli privilegi di bottega e del ministero di Giustizia che sull'isola ha una colonia penale all'aperto oggetto di sprechi centenari. Da queste due realtà sono stato osteggiato in tutti i modi fino, addirittura, a vedermi oscurato il sito in questione. Come fossimo in Iran. Due giudici, un pm e un gip, sulla base di fotocopie e note interne all'isola, hanno oscurato questo innocente sito perché si sarebbe reiterato un reato di presunta diffamazione. La diffamazione riguardavano delle filastrocche su soprannomi inventati da bambini del paese su personaggi isolani, a volte inventati e volte no, senza nessun nome e cognome che potesse individuarli. Per questo motivo è stato oscurato un sito innocuo, contraddicendo l'art.21 della Costituzione e senza un giudizio in merito, mi hanno inviato i poliziotti sotto casa due volte per recapitarmi la stessa notifica, è stata messa in moto una macchina costosissima senza che ce ne fossero i presupposti. Non riesco ad immaginare cosa potesse succedermi se fossi stato un criminale o un terrorista... . Le filastrocche incriminate erano state addirittura tolte due mesi prima del provvedimento, segno che pm e gip non avevano nemmeno aperto il sito in questione ma si erano basati solo su fotocopie di parte. Se questa è la giustizia e la libertà di internet in Italia siamo proprio messi male.

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