lunedì 31 maggio 2010

Caro Andrea, questa volta mi sei piaciuto

Sul sito di Italia Futura, la fondazione di Luca di Montezemolo, è apparso questa mattina un durissimo editoriale contro il ministro Tremonti, firmato con uno pseudonimo. Il titolare del Tesoro viene definito "l'imperatore dei marziani".

Ecco alcuni stralci del pezzo.

"Questa mattina, proseguendo il censimento di coloro che dopo decenni di politica sembrano essere appena sbarcati da un altro pianeta, Zamjatin (pseudonimo usato dall'editorialista ndr) ha letto con attenzione l’intervista che il ministro dell’ economia Giulio Tremonti ha concesso ad uno dei principali quotidiani italiani (il Corriere della Sera ndr). Eppure Zamjatin si è chiesto se l’intervistato fosse proprio il ministro dell’economia, o se invece si trattasse di un filosofo della storia che in questo difficile giorno voleva distrarre i lettori con considerazioni sui tempi lunghi dell’umanità e sul valore profetico che le sue visioni hanno mostrato nel corso degli anni. Sì, perché dall’intervista si apprende che il filosofo Tremonti già nel 2008 aveva scritto il copione della crisi nel suo libro “La paura e la speranza”; già nel 1997 aveva rinverdito le basi “dell’illuminismo giuridico” nel suo libro “Lo Stato criminogeno”; già nel 1994 aveva denunciato il “drammatico errore politico” della globalizzazione nel suo libro “Il fantasma della povertà”. Così come Zamjatin vi ha trovato poche notizie sulla manovra economica ma certamente molti spunti per dottissime conversazioni estive. Non tutti i popoli sono fortunati come gli italiani, che alla guida dell’economia si trovano un filosofo e non un semplice ministro. Ma per Zamjatin è stato inevitabile domandarsi se il filosofo della storia Tremonti, dotato di tanta capacità di previsione, sia lo stesso che in questo quindicennio è stato ministro delle finanze e dell’economia per un totale di circa otto anni. O se il Tremonti antielitario che oggi descrive il “tornante della storia … avvertito più dal basso che dall’alto, più che dai popoli che dalle élites” sia lo stesso che occupa da anni la presidenza dell’Aspen Institute che tanta élite riunisce con tanta efficacia. O se si tratti dello stesso uomo politico che ha incarnato molteplici parti in commedia sin da quando, ormai trent’anni fa, si è affacciato sulla scena del potere romano. Perché Tremonti è lo stesso che è stato dapprima nel motore del riformismo socialista con Reviglio, poi esponente del nuovismo post-democristiano con Segni, quindi transfuga nelle file del primo Berlusconi, poi ancora avversario della moneta unica europea, successivamente l’indimenticabile ministro della finanza creativa e della cartolarizzazione, quindi l’ uomo di riferimento della Lega nel cuore del berlusconismo, quindi l’oracolo che prevedeva ogni crisi internazionale, poi il ministro nuovamente indimenticabile dell’ennesimo condono, quindi colui che cinguettava con gli immortali spiriti anticapitalisti della sinistra per silenziare gli economisti e infine l’alfiere del rigore. Tutte incarnazioni diverse per un unico percorso personale, naturalmente legittimo ma altrettanto naturalmente lontano da ogni coerenza politica che non sia quella della più tenace promozione di sé. Un percorso che oggi raggiunge il suo apice, soprattutto laddove il ministro scopre che la vera anomalia italiana è “l’e vasione fiscale colossale”. Non c’è dubbio. A Tremonti spetta a buon diritto la corona di Imperatore dei Marziani". (La Repubblica)

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