mercoledì 8 febbraio 2017

Viva la Raggi!

Dall'indignazione sto passando al sarcasmo. Il caso Raggi e la sua crocefissione passeranno agli annali della storia giornalistica per il presapochismo, il tiro all'allodola, la mancanza di rispetto, la macchina del fango, la calunnia, la diffamazione e quant'altro. Ma anche per l'accanimento giudiziario nei suoi confronti, mentra la procura delle nebbie assolve i protagonisti di mafia capitale. L'intera nazione, abituata a malversare, dà addosso a questa malcapitata che, mettendoci del suo, spero tiri diritto. Poi si arriva al super ridicolo. Il presidente dell'Ordine dei giornalisti, Enzo Jacopino, e il sindacato dei giornalisti di Papagallo e Giulietti, gridano alla libertà di stampa perché Luigi Di Maio ha segnalato giornalisti ed articoli 'fake' sulla Raggi e la giunta capitolina. Cioé, questi paragiornalisti non tirano le orecchie a tutta l'informazione italiana per la macchina del fango che butta letame gratuito, ma addirittura invocano l'articolo 21 della Costituzione italiana, come fossero dei verginelli. Quando sono loro a non aver rispettato quell'articolo, quella libertà di stampa che invocano e che ne hanno fatto carta straccia. Dulcis in fundo, ma non credevo alle mie orecchie dopo le invettive sguaiate di Sgarbi e Romano, anche Crozza e la satira si allineano al tiro al bersaglio, dando addirittura della scema alla Raggi. Fanno bene Grillo e i 5 stelle a difenderla, anche se fosse colpevole di qualcosa, perché qui siamo alla lapidazione mediatica, tutta tesa a stoppare un avvento pentastellato nazionale. Qui siamo al rovesciamento di tutta la deontologia professionale di fare giornalismo. Ed avviene ogni giorno, sotto gli occhi di tutti, insieme a informazioni fasulle, veicolate, xenofobe e razziste. Un'informazione al capolinea che chiede libertà di stampa, sì libertà da questo modo di fare stampa!

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