Oggi, dalla mia finestra che da sul centro storico
 del paesino dove vivo, guardavo tre africani che parlavano a voce alta 
tra loro. Di solito vendono calzini o chiedono l'elemosina. Sono stati 
un'oretta a parlare a voce alta in qualche idioma locale a me 
sconosciuto, molto animatamente. Di solito rasentano i muri cercando di 
raccogliere le briciole del nostro benessere, umiliandosi e facendo 
finta di fare 'buana', senza farsi notare troppo o sbraitare . Ma
 quando sono tra di loro parlano delle loro cose e, forse molti non lo 
sanno, sono esseri umani come noi, che hanno le loro famiglie che li 
aspettano e che forse passeranno delle feste più povere di noi 
cosiddetti benestanti.
 Quello che mi divertiva, guardandoli dalla 
finestra, era vedere le espressioni degli italiani che gli passavano 
accanto, tutti ingioiellati, intenti a comprare la carne migliore a 30 
euro al chilo dal macellaio di grido del paese o a fare gli ultimi 
regalini da 100 euro e passa. Quasi tutti, gli italiani che poi andavano
 alla porta santa della cattedrale a pregare il salvatore, li guardavano
 schifati, magari qualcuno gli dava anche qualche centesimo, sicuro di 
fare una buona azione natalizia, per poi guardarli, come per dire: "Ora 
però scansatevi di lì e non gridate troppo, che date noia al nostra 
natale...". 
 Ma come, mi chiedevo da laico convinto, non sono questi
 quei poveri che il Papa e Gesù della loro religione dicono che devono 
amare, quegli ultimi di cui si parla nei vangeli?!? Ma questa chiesa, 
questo natale, questi attraversatori di porte sante, non si rendono 
conto che hanno davanti proprio quelli che il loro Gesù diceva che 
entreranno nel loro regno dei cieli?
 
 
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