martedì 10 novembre 2015

E le chiamano riforme...

Mattarella, in uno dei tanti discorsi ovvi, questa volta tenuto in Indonesia, ha detto 'avanti con le riforme'. Gli ameni Renzi e Boschi blaterano 'porteremo le riforme a casa', riempendosi la bocca di niente. Ma queste non sono riforme, sono 'pannicelli caldi', avulsi dalla realtà, dove il re é nudo ma nessuno lo lo vede, Europa in primis, o fanno finta di non vederlo. Qui vanno fatte delle vere riforme, non quelle dei boys scouts. 
La giustizia non funziona. La scuola non funziona. Lo Stato non funziona. La burocrazia é diventata inaccettabile come i balzelli delle tasse da pagare. 
Qui bisogna entrare nel merito delle cose, non fare finta. 
Per la giustizia, per esempio, non funziona proprio tutto l'impianto, i codici, le pene, il carcere, la preparazione dei giudici, le nomine al csm, la lunghezza di tutto, il lavoro di pochi. Va ristrutturato o fatto ex novo tutto.
Per la scuola non é stato fatto niente. I programmi didattici sono vecchi, lontani da ogni realtà. Le strutture fatiscienti. I professori sottopagati e non al passo con i tempi. I testi scolastici carissimi ed inutili al tempo di internet. Qui ci sono intere generazioni che si stanno perdendo.
Lo Stato nel suo complesso é estraneo ai cittadini, anzi li vessa quotidianamente. Un mostro di burocrati che costano miliardi per umiliarci tutti i giorni, per farci perdere tempo, per lungaggini incomprensibili.
Il lavoro non c'é. Ci sono intere famiglie alla fame. Siamo tornati al caporalato, al lavoro nero, allo sfruttamento dei più deboli. Altro che job acts.
E loro continuano a chiamarle riforme, dandosi pacche sulle spalle e ripetendo il solito ritornello di frasi ovvie.

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