venerdì 5 giugno 2015

I due mondi

Ci siamo creati un mondo nel mondo non si sa bene perché. Già c'era e c'è tutto, ma abbiamo voluto rovinarci questa esistenza. Abbiamo creato una scuola dove i nostri ragazzi potessero imparare come destreggiarsi in quell'altro mondo, quello inventato da noi, costringendoli a spendere i loro migliori anni ad ascoltare vecchie storie. Poi ci siamo obbligati ad andare in un posto tutti i giorni per avere qualcosa che ci permettesse di comprare quello che ci serve per vivere, ma che era già lì, gratis per noi. Ogni tanto abbiamo alleggerito questa sofferenza con qualche break, sentendoci sollevati e liberi dalla schiavitù che noi stessi avevamo creato. Poi, ormai vecchi e senza forze, ci siamo concessi un po' di libertà, accompagnati dalla paura della morte e dal non sapere il perché della nostra esistenza.
La bellezza, la libertà, la comprensione, erano già lì a portata di mano, ma le abbiamo sostituite con il cemento, le false sicurezze, la velocità, l'avidità, lo scempio della natura, la sopraffazione, il denaro, il libero mercato di gente senza scrupoli.
Ci siamo messi una corda al collo chiedendoci quotidianamente perché non riuscivamo a goderci la vita, tentando per secoli di renderla solo più comoda, studiandone la natura senza capirla. Così, non paghi, abbiamo anche creato le religioni, con un dio inventato da noi e dalle nostre meschinità, ignorando quello vero, sempre presente, ma che ciechi non riuscivamo a vedere. Lo abbiamo sostituito con santini e nuvole, rinchiuso in fredde cattedrali, affidato ad uomini malati vestiti di nero.
Così ci siamo rovinati la vita.

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