giovedì 30 aprile 2015

Rai

Guardando casualmente i programmi del servizio pubblico rai, del quale la popolazione italiana paga un canone obbligatorio non si sa bene perché, mi chiedo da tempo a chi sono indirizzati la maggior parte di programmi demenziali a cui assisto. 
Lo sport sembra rimasto agli anni luce, con giornalisti presentatori imbalsamati che parlano e ridacchiano tra loro mostrando immagini della loro giovinezza come fosse storia di tutti, e dove abbiano perso il campionato, la formula uno e tanti altri sport che non possiamo più vedere in diretta. 
I programmi di intrattenimento sembrano fatti per un ospizio di ottantenni ottusi e di casalinghe rincretinite, con ancora primi piani di presentatrici e presentatori ebeti, magari abbronzati con il sorrisetto finto stampato sulle labbra liftate, che ripetono i soliti luoghi comuni all'infinito. 
Giornalisti, che una volta forse facevano il loro mestiere, appaiono come esperti del nulla ad interpretare il nulla del pd esistente, in ameni talk show anch'essi inguardabili, tanta è la noia che ti assale nel vedere e sentire le ripetizioni delle macchiette di se stessi. 
Le solite facce, ormai imbalsamate da trucchi inguardabili, che si sono impossessate da mezzo secolo del nostro servizio pubblico, occupato da dirigenti asserviti alla politica, ci ammorbano l'aria già fetida.
La società che la reai dovrebbe rappresentare non esiste, sostituita da un'altra realtà pubblicitaria inventata dai guitti di turno che continuano a rubare i nostri soldi e le nostre risorse. 
Tanto che se guardi dalla finestra di casa tua vedi un mondo, quello reale, mentre se guardi la rai vedi solo un triste film inventato da pochi mediocri che si sono impossessati anche del tuo televisore.

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