giovedì 18 settembre 2014

Firma per liberare l'isola di Gorgona da una burocrazia che la sta uccidendo

La casa dove abito e risiedo all'isola di Gorgona, in piazzetta Borgovecchio 4, ex piazza Cardon, dove un oscuro burocrate mi impedisce da due anni di andare

Da quasi due anni sono vittima di una palese ingiustizia. 
Un burocrate del ministero di giustizia del provveditorato di Firenze mi impedisce, con un semplice atto amministrativo interno, di accedere all'isola di Gorgona, dove sono residente, ho una casa, le mie cose e i miei affetti. Praticamente non ho più un luogo dove stare e sono ramingo per l'Italia. L'atto, unilaterale, è motivato da ragioni di sicurezza per la presenza sull'isola di un colonia penale all'aperto. Un atto che non mi è stato nemmeno mai comunicato ufficialmente e di cui non vogliono darmi ricevuta. Secondo questi burocrati, che prendono anche 20.000 euro al mese per fare queste cose, avrei fatto venire delle persone sull'isola e avrei dato indicazioni sull'uso dei cellulari. Strano, però, che tutte le persone che sono venute, come per chiunque altro abiti quest'isola, siano state autorizzate preventivamente proprio dallo stesso ministero di giustizia e che i cellulari vengano ritirati all'arrivo al molo di sbarco. E', infatti, impossibile sbarcare sull'isola a chiunque senza la dovuta autorizzazione, anche perché non ci sono collegamenti che non siano quelli delle motovedette della polizia penitenziaria che controlla l'isola. Quindi, in realtà, queste motivazioni sono inventate di sana piante e usate per impedirmi di accedere alla mia casa di Gorgona, per togliermi la residenza e, quindi, di conseguenza, la casa. 
Le ragioni? Aver reso noto con il Comitato Abitanti Isola di Gorgona e sul sito creato - chiuso anche questo senza una ragione dimostrata dai magistrati del ministero di giustizia della procura di Livorno (tutto un mondo che sembra alimentarsi da solo per infierire sui semplici cittadini invece di fare giustizia) - di cosa succeddesse veramente nel carcere sull'isola, cioè degli sprechi e delle inefficienze di questa centenaria colonia penale che viene fatta passare come modello, che ha ucciso il paese dei gorgonesi, così come ha fatto sull'isola di Pianosa e dell'Asinara, privando questi luoghi della loro anima ancestrale. E sempre nella stessa identica maniera:la desertificazione del territorio, l'impedimento agli abitanti autoctoni di rimanere e il conseguente abbandono del territorio. Ma il mantenimento della nuda proprietà da parte di un ministero che, poi, utilizza i detenuti per propri fini e sperperi.
Quello, poi, che ancor di più mi sorprende e sconcerta è che nessuno si interessi alla mia vicenda, chiaramente prevaricatrice e pretestuosa, facendomi passare addirittura per un mezzo delinquente. Il Comune di Livorno, vecchio e nuovo, se ne strafrega, anzi su segnalazione della direzione carceraria vogliono anche togliermi la residenza sull'isola, condizione sine qua non per avere una casa ed abitarci, perché io non ci vado, dicono,...e come potrei se me lo impediscono; nessun gorgonese si è fatto avanti per mostrarmi la sua solidarietà; gli organi di stampa, il locale ed istituzionale 'tirreno' in testa, se ne ristrafregano e preferiscono i potenti di turno. Insomma, chi dovrebbe essere il primo a tutelare le ingiustizie patite dao singoli cittadini, sembra invece vada a braccetto con i poteri forti... .
Così io mi ritrovo solo a combattere questa palese ingiustizia. Ho denunciato il provveditore che ha firmato l'atto per abuso di ufficio, ma dubito che la stessa procura che ha avvallato il tutto dia seguito all'esposto; mi sto opponendo al trasferimento di forza della mia residenza, ma non so più dove ce l'ho questa residenza...!
Insomma, io vorrei sapere il perché di questa situazione e quante altre ce ne sono in Italia. Possibile che non si possa mettere fine ad una tale e palese ingiustizia e perseguire chi usa il suo ruolo in un modo così tanto imbecille e pretestuoso, e che non paghi per le cazzate che fa?!?




Da diversi mesi, grazie all'organizzazione internazionale Avaaz, abbiamo dato vita a due nuove ed importanti petizioni. Spero vorrete  firmarle convidendole con noi, con i vostri amici e i vostri conoscenti. La prima petizione si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona". La seconda: "No al rigassificatore nel mare del Santuario dei Cetacei". Entrambe riguardano l'isola di Gorgona e il suo mare, nel Santuario dei Cetacei e nel Parco naturale dell'Arcipelago Toscano.


A Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo proprio a causa del carcere.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. O il carcere o i gorgonesi è ormai l'unica scelta da fare per non disperdere per sempre la storia e il patrimonio del villaggio degli antichi pescatori. 
La secolare convivenza tra colonia penale e gli ultimi abitanti è ormai carta straccia. Con dei pretesti normativi legati alla sicurezza del carcere si è arrivati addirittura all'interdizionead alcuni abitanti, da parte del ministero di Giustizia che gestisce la prigione, di accedere al proprio luogo di residenza e alla propria casa. 
L'obiettivo di questi mediocri burocrati, che paghiamo anche 20.000 euro al mese per fare poco e niente, è di spopolare l'isola chiudendola ai civili per poi andarci a fare le vacanze gratis. E' gia successo con la vicina isola di Pianosa, anch'essa in passato sede di un carcere e di un paese. Per questo motivo sono stati anche di nuovo interrotti i collegamenti marittimi pubblici con Gorgona, impedendo di qualsiasi accesso civile all'isola.
Bisogna fermare questo Stato famelico ed incompetente, che passa sopra la vita e gli affetti dei suoi cittadini.
Per firmare clicca qui sotto:
http://www.avaaz.org/it/petition/Chiudiamo_il_carcere_dellIsola_di_Gorgona/?launch

Intanto è già arrivato a Livorno, non lontano dall'isola di Gorgona, un enorme rigassificatore che hanno piazzato proprio all'interno del Santuario dei Cetacei e del Parco dell'Arcipelago Toscano. Inutile dire che tutti gli enti preposti alla salvaguardia di questo territorio non hanno alzato un dito per fermare questa ignominia. Anzi, hanno fatto di tutto per incentivare l'arrivo di questo ecomostro, i cui guadagni andranno in tasca ai promotori dell'iniziativa, mentre le spese saranno pagate invece sulle bollette Enel da tutti i contribuenti italiani.
Il rigassificatore va fermato a tutti i costi perché darebbe un colpo mortale all'ambiente e alla bellezza del Santuario dei Cetacei, oltre ad essere un pericolo per eventuali esplosioni e per l'utilizzo di sostanze chimiche ripulenti. Aspettiamo che il nuovo sindaco pentastellato di Livorno faccia qualcosa dopo decenni di complicità del pd labronico. Per ora il mercato è dalla nostra parte perché nessuno ha fatto un'ordinazione e forse il rigassificatore chiuderà per mancanza di clienti!
Per firmare clicca qui sotto:

Nessun commento: