Isola di Gorgona, 12 giugno 2013
Gentile sindaco di Livorno, Filippo Nogarin,
Le scrivo come portavoce del Comitato Abitanti Isola di Gorgona. Innanzitutto una grande in bocca la lupo per la sua inaspettata elezione, nella speranza che il monolite rosso labronico finalmente si spezzi e permetta una vita civile a tutti gli abitanti di Livorno, compresi i 67 residenti dell'isola di Gorgona, il paese dei civili discendenti degli antichi pescatori gorgonesi appartenente alla Seconda Circoscrizione di Livorno. Le scrivo anche come giornalista professionista, cresciuto al 'Messaggero' di Roma e ad altre importanti testate, ora sessantenne ma non ancora in pensione, disponibilissimo per qualsiasi prestazione Lei ritenga possa essere utile per migliorare Livorno e l'isola di Gorgona.
Attualmente l'isola di Gorgona è completamente abbandonata ad un carcere anacronistico inutile e costoso, che sta facendo morire il paese dei civili, discendenti degli antichi pescatori gorgonesi, di cui mi onoro far parte. Siamo qui da più di 200 anni, ma la passata amministrazione ci stava facendo morire, come è già successo con l'isola di Pianosa, abbandonandoci nelle mani di un carcere, invece di salvaguardare la nostra storia e la nostra identità.
La situazione è tragica e va fatto subito qualcosa per bloccare questa ignominia.
Chi le scrive, che si sta battendo da anni per evitare che il paese scompaia, ha subito e subisce qualsiasi tipo di ingiustizia laddove il vivere civile non esiste più. Altri prima di me hanno subito la stessa sorte. Mi è stato chiuso di forza da due anni l'unico sito esaustivo sull'isola di Gorgona, www.ilgorgon.eu, mettendo in piedi un'artefatta querela di diffamazione da parte di chi controlla senza controllo l'isola di Gorgona. Mi viene addirittura impedito di sbarcare sull'isola e alla mia abitazione, adducendo pretesti inventati ma avvallati a regola d'arte, sradicandomi di forza dai miei affetti e dai miei cari, anche quelli che non ci sono più. Da due mesi la Toremar ha interrotto il servizio di collegamento, pagato dalla Regione alla compagnia di navigazione profumatamente, tanto che i gorgonesi devono chiedere un favore alle motovedette della polizia penitenziaria del carcere per andare e venire dall'isola.
Il paese sta scomparendo, sia per l'incuria del demanio che per l'invasione degli agenti del carcere nelle case dei nostri avi. Ne vorrebbero fare un'altra Pianosa, in mano a cooperative di detenuti e per le vacanze dei ministeriali.
L'isola di Gorgona invece deve tornare ai gorgonesi e a Livorno.
Solo un forte impegno di questo Comune può salvarla dall'oblìo. Noi, come discendenti, ce la stiamo mettendo tutta per resistere ma, se il Comune di Livorno, non starà al nostro fianco non ce la potremo fare.
Distinti Saluti
Antonio Brindisi
Portavoce in esilio
Comitato Abitanti Isola di Gorgona
Piazzetta Borgovecchio 4
57128 Isola di Gorgona-Livorno
cell. 3667364723
email ilgorgon@libero.it
Da diversi mesi ormai, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, abbiamo dato vita a due nuove ed importanti petizioni. Spero vorrete firmarle convidendole con i vostri amici e conoscenti.
La prima petizione si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
La seconda petizione si chiama: "No al rigassificatore nel mare del Santuario dei Cetacei".
In Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo a causa del carcere.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. O il carcere o i gorgonesi è ormai l'unica scelta da fare per non disperdere per sempre la storia e il patrimonio del villaggio degli antichi pescatori.
La secolare convivenza tra colonia penale gli ultimi abitanti è ormai carta straccia. Siamo arrivati all'interdizione di accedere al proprio luogo di residenza e alla propria casa finché l'isola sarà spopolata come Pianosa e diventerà completamente chiusa ai civili. Sono stati anche di nuovo interrotti i collegamenti marittimi pubblici con l'isola.
Bisogna fermare questo Stato famelico ed incompetente, che passa sopra la vita e gli affetti dei suoi cittadini.
Siamo arrivati a 111 adesioni.Bisogna fermare questo Stato famelico ed incompetente, che passa sopra la vita e gli affetti dei suoi cittadini.
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Intanto è già arrivato a Livorno, non lontano dall'isola di Gorgona, un enorme rigassificatore che hanno piazzato in mezzo al mare, proprio all'interno del Santuario dei Cetacei e del Parco dell'Arcipelago Toscano. Inutile dire che tutti gli enti preposti alla salvaguardia di questo territorio non hanno alzato un dito per fermare questa ignominia. Anzi, hanno fatto di tutto per incentivare l'arrivo di questo ecomostro, i cui guadagni andranno in tasca ai promotori e le spese saranno pagate invece sulle bollette Enel di tutti i contribuenti italiani.
Il rigassificatore va fermato a tutti i costi perché darebbe un colpo mortale all'ambiente e alla bellezza del Santuario dei Cetacei, oltre ad essere un pericolo per eventuali esplosioni e per l'utilizzo di sostanze chimiche ripulenti. Per ora il mercato è dalla nostra parte perché nessuno ha fatto un'ordinazione e forse il rigassificatore chiuderà per mancanza di clienti!
Qui siamo a 86 adesioni.
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