mercoledì 18 settembre 2013

Firma per fermare la burocrazia all'isola di Gorgona


Piazzetta del Borgovecchio, già Cardon, al centro del paese

Da qualche mese, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, sono partite due nuove ed importanti petizioni. Spero vorrete  firmarle convidendole con i vostri amici e conoscenti.
La prima si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
 La seconda: "No al rigassificatore nel mare del Santuario dei Cetacei".
Forse non tutti sanno che in Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo a causa del carcere.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. O il carcere o i gorgonesi è ormai l'unica scelta da fare per non disperdere per sempre la storia e il patrimonio del villaggio degli antichi pescatori. 
La secolare convivenza è ormai carta straccia grazie all'attuale direttrice del carcere Maria Grazia Giampiccolo che, abusando dell'autorità che gli concede il ministero di Giustizia, è arrivata addirittura ad impedire lo sbarco ad alcuni gorgonesi che abitano stabilmente sull'isola. 
Questo, insieme ad altre mille prevaricazioni ed ingiustizie della colonia penale sul paese, significa la morte di Gorgona e dei suoi abitanti originari, per farne un'altra isola desertificata e senza un'anima, come è già successo per Pianosa e l'Asinara.
 Per ora siamo a 94 firme.


Per firmare clicca qui sotto:


Intanto è arrivato a Livorno, non lontano dall'isola di Gorgona, un enorme rigassificatore che hanno piazzato in mezzo al mare, proprio all'interno del Santuario dei Cetacei e del Parco dell'Arcipelago Toscano. Inutile dire che tutti gli enti preposti alla salvaguardia di questo territorio, e che magari vietano di pescare con la canna agli abitanti delle isole, non hanno alzato un dito (tutti stipendiati da noi: Parco dell'Arcipelago Toscano, Comune di Livorno, Provincia di Livorno, Regione Toscana, ministero dell'Ambiente, Governo). Anzi, hanno fatto di tutto per incentivare l'arrivo di questo ecomostro, i cui guadagni andranno in tasca ai promotori e le spese saranno pagate invece dalle bollette di tutti i contribuenti italiani... .
Questa iniziativa va fermata a tutti i costi perché darebbe un colpo mortale all'ambiente e alla bellezza di questi posti, oltre ad essere un pericolo per eventuali esplosioni e per l'utilizzo di sostanze chimiche. 
Siamo a 81 firme.

Per firmare clicca qui sotto:

http://www.avaaz.org/it/petition/No_al_rigassificatore_nel_mare_del_Santuario_dei_Cetacei/?launch



Mentre Aruba, un'isola caraibica, diventa ecosostenibile al cento per cento, a Gorgona il ministero di Giustizia spenderà un milione di euro per portarci l'energia elettrica.

Ecco come potrebbe essere l'isola di Gorgona se non fosse in mano alla burocrazia e ai falsi esperti ambientali della politica. Mario Tozzi, l'ex presidente del Parco dell'Arcipelago Toscano e conduttore-pseudo esperto di geologia in quota pd, mi disse ad una conferenza che a Gorgona era impossibile l'ecosostenibilità perché il Parco lo vietava, arrivando a darmi dell'incompetente. Ora il ministero di Giustizia vuole spendere un milione di euro per darlo a chi ci porterà l'energia elettrica.... . Intanto, nei Caraibi, l'isola di Aruba sarà completamente ecosostenibile. Anche Gorgona potrebbe esserlo se non fossimo vittima della malapolitica, della mediocrità ministeriale e della burocrazia.

L'isola caraibica di Aruba non si accontenta del suo sole infinito, dei paesaggi suggestivi, dell'oceano cristallino, di un cielo di un azzurro mozzafiato e delle spiagge incantate di sabbia bianca, ora vuole diventare una delle prime isole totalmente eco-sostenibili del pianeta. Un progetto ambizioso che prevede corsi di educazione e formazione sulle buone pratiche ambientali, la riqualificazioni delle aree urbane, la protezione dell'ecosistema dell'isola, l'utilizzo di energia verde e di nuove tecnologie. Con l'obiettivo di diventare un esempio per le altre isole e nazioni, rendendo Aruba la prima economia basata al 100% su energia sostenibile. 

L'Aruba Reef Care Project ha poi invitato abitanti e visitatori dell'isola a partecipare attivamente alla rimozione di rifiuti dalle scogliere, dalle spiagge pubbliche e dalle acque meno profonde, specie nella zona dell'Aruba Linear Park, un lungomare di 16 chilometri che includerà sentieri pedonali, piste ciclabili, chioschi, parcheggi e molto verde: un luogo per rilassarsi e godersi il panorama e la brezza marina. Alla difesa della natura dell'isola partecipano anche l'Aruba Birdlife Conservation, impegnata nella protezione della biodiversità e in particolare dei volatili; il TortugAruba Save-the-Sea Turtles, un gruppo di volontari che si adopera per la tutela delle tartarughe, e il Donkey Sanctuary Aruba, che fornisce un rifugio sicuro agli asini locali.  Tra i tanti luoghi magici da visitare sull'isola spicca il Parco Arikok, un'area protetta accessibile ai visitatori che copre il 18% della superficie di Aruba e ospita al suo interno il meglio di flora e fauna locale. Percorrendo sentieri ciclabili, pedonali ed escursionistici si ammira un paesaggio pieno di sorprese, con panorami costellati di cactus, un litorale roccioso, ondulate dune di sabbia bianca, una vasta grotta e diverse formazioni rocciose.  



Nel parco si trovano anche alcuni siti d'interesse storico e culturale, tra i quali le case dei primi colonizzatori e le incisioni rupestri lasciate dai primissimi abitanti dell'isola. Il Santuario degli uccelli di Bubali permette invece l'osservazione degli uccelli migratori, tra i quali gli aironi bianchi, i gabbiani, le folaghe, i cormorani e numerose specie di anatre, che qui nidificano tra la vegetazione lussureggiante.  Sulla costa settentrionale, nella parte centrale dell'isola, si trova la miniera abbandonata  di Bushiribana, da cui si estraeva l'oro durante la corsa all'oro di Aruba nel XIX secolo. All'estremità della Laguna spagnola si incontrano invece le rovine della miniera d'oro di Balashi, situata vicino allo stretto canyon roccioso noto come il Passo del francese (Frenchman's Pass). 

Per godere dei tramonti spettacolari, quando le ultime tonalità di sole cedono il passo ad un cielo azzurro brillante, si può invece raggiungere il vecchio faro in pietra California che si trova nell'area nota come Hudishibana, vicino all'estremità nord-occidentale dell'isola. La lanterna porta il nome della nave americana California, che affondò circa due anni dopo la sua costruzione nel 1910, ed è arroccato su un'alta piattaforma che dà sul mare, in uno dei punti panoramici più caratteristici dell'isola. (Dalla Repubblica.it)

Nessun commento: