venerdì 30 agosto 2013

Isola di Gorgona. Il Comune di Livorno, il suo sindaco Alessandro Cosimi, e la presidente della Seconda Circoscrizione, Monica Ria, hanno completamente abbandonato a se stessi gli abitanti di Gorgona e l'antico villaggio dei pescatori gorgonesi. Gorgona, infatti, appartiene alla Seconda Circoscrizione del Comune di Livorno. Lasciando il paese in balìa dell'attuale direttrice del carcere, Maria Grazia Giampiccolo, che addirittura impedisce ai cittadini gorgonesi e livornesi che abitano stabilmente l'isola di accedere alle loro case, il Comune così abbandona a se stessi i suoi concittadini, omettendo di fare quello per cui i rappresentanti politici sono stati votati. Il paese di Gorgona, infatti, oltre a subire da decenni provocazioni e vessazioni quotidiane da parte della colonia penale, sta scomparendo grazie proprio al disinteresse delle istituzioni preposte: le case sono distrutte e al limite dell'agibilità, mancano l'acqua e le fognature, è impossibile creare qualsiasi attività economica, le condizioni generali del paese sono al limite della sopravvivenza. Firmate la petizione per chiudere il carcere di Gorgona e per bloccare il rigassificatore nel Santuario dei Cetacei

L'antico lavatoio dei gorgonesi, nella piazzetta del Borgovecchio al centro del paese di Gorgona. L'altro anno i detenuti dell'isola avevano iniziato a restaurarlo volontariamente, con l'aiuto dei ricordi degli abitanti gorgonesi e i soldi di un'associazione legata alle carceri. La solita direttrice, Maria Grazia Giampiccolo, insieme a chi cura l'amministrazione della locale colonia penale, hanno interrotto i lavori a metà, lasciando l'opera incompiuta in mezzo al paese


Da qualche mese, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, sono partite due nuove ed importanti petizioni. Spero vorrete  firmarle convidendole con i vostri amici e conoscenti.
La prima si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
 La seconda: "No al rigassificatore nel mare del Santuario dei Cetacei".
Forse non tutti sanno che in Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo a causa del carcere.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. O il carcere o i gorgonesi è ormai l'unica scelta da fare per non disperdere per sempre la storia e il patrimonio del villaggio degli antichi pescatori. 
La secolare convivenza è ormai carta straccia grazie all'attuale direttrice del carcere Maria Grazia Giampiccolo che, abusando dell'autorità che gli concede il ministero di Giustizia, è arrivata addirittura ad impedire lo sbarco ad alcuni gorgonesi che abitano stabilmente sull'isola. 
Questo, insieme ad altre mille prevaricazioni ed ingiustizie della colonia penale sul paese, significa la morte di Gorgona e dei suoi abitanti originari, per farne un'altra isola desertificata e senza un'anima, come è già successo per Pianosa e l'Asinara.
 Per ora siamo a 93 firme.


Per firmare clicca qui sotto:


Intanto è arrivato a Livorno, non lontano dall'isola di Gorgona, un enorme rigassificatore che vogliono piazzare in mezzo al mare, proprio all'interno del Santuario dei Cetacei e del Parco dell'Arcipelago Toscano. Inutile dire che tutti gli enti preposti alla salvaguardia di questo territorio, e che magari vietano di pescare con la canna agli abitanti delle isole, non hanno alzato un dito (tutti stipendiati da noi: Parco dell'Arcipelago Toscano, Comune di Livorno, Provincia di Livorno, Regione Toscana, ministero dell'Ambiente, Governo). Anzi, hanno fatto di tutto per incentivare l'arrivo di questo ecomostro, i cui guadagni andranno in tasca ai promotori e le spese saranno pagate invece dalle bollette di tutti i contribuenti italiani... .
Questa iniziativa va fermata a tutti i costi perché darebbe un colpo mortale all'ambiente e alla bellezza di questi posti, oltre ad essere un pericolo per eventuali esplosioni o per l'utilizzo di sostanze chimiche. 
Siamo a 80 firme.

Per firmare clicca qui sotto:

http://www.avaaz.org/it/petition/No_al_rigassificatore_nel_mare_del_Santuario_dei_Cetacei/?launch






DAL DISINTERESSE GRANDUCALE AL REGNO D'ITALIA 

...
1808 Dapprima annessa all'impero francese, G. fu in seguito fatta confluire nel Dipartimento del Mediterraneo con capoluogo Livorno.
1815 Con il trattato di Vienna che pose fine all' era napoleonica, G. tornò di nuovo al restaurato Granducato di Toscana retto per l' occasione da Ferdinando III.
1816 Una nuova pestilenza colpì la città di Livorno.
1827 Trascorso il periodo napoleonico senza che fossero avvenuti nell' isola fatti significativi, e tali comunque da essere riportati dalla bibliografia, il neo Granducato di Toscana emise un bando attraverso il quale si proponeva , di darla in affitto per un periodo di sei anni.
1833 Scaduto il termine contrattuale l'isola fu ceduta di nuovo in enfiteusi a nuovi acquirenti, i fratelli Giovan Battista e Francesco Baldini, per un canone annuo di 1650 lire fiorentine. Malgrado gli avvicendamenti ed i passaggi da un proprietario all' altro, la modesta economia dell’ isola non subì sostanziali miglioramenti. La pesca delle acciughe, che era rimasta l' unica attività di un certo rilievo, consentiva ridotti incassi che pur tuttavia permisero ai 70 residenti di condurre una vita decorosa sia pure in mezzo a mille difficoltà di vario tipo. Repetti in proposito cita che a questa pesca, che rimarrà fiorente fino al 1860, partecipavano circa 600 barche di pescatori toscani, genovesi e napoletani che facevano sempre riferimento alla G. per la salagione e la conservazione del pescato nei magazzini adibiti allo scopo nei pressi dello scalo. Le acciughe di G., confezionate in barilotti da 900 libbre, erano ancora le più ricercate per qualità.
1835 La città di Livorno venne dichiarata "porto franco" da Leopoldo II.
1842 Sull’isola risultavano facenti parte della parrocchia di S. Gorgonio,presieduta dall' abate Bruno Titoni di Calci nominato nel 1839 ,69 persone così suddivise (Vivoli): due ecclesiastici e sette famiglie di cui 52 erano i maschi e solo 151e femmine. La città di Livorno contava all'epoca 79.752 residenti.
1848 Ebbero inizio i primi tumulti insurrezionali che fecero decadere nell'anno successivo il Granduca Leopoldo.
1859/60 Con la costituzione del Regno d’Italia venne meno in Toscana il governo degli Asburgo Lorena. È pertanto lecito ritenere che i gorgonesi abbiano sperato in un progressivo e sostanziale miglioramento del loro tenore di vita. Le probabili ed umane aspettative andarono però ben presto deluse dalla decisione, che all’ epoca prevalse, di destinare questa parte di demanio in sede di pena per condannati. Alla primordiale libera scelta degli anacoreti fece pertanto seguito una situazione di involontaria e forzata emarginazione da parte della piccola comunità residente alla quale fu imposto di coabitare con la peggiore feccia del momento. Alle diatribe fra certosini e castellani che avevano contraddistinto il periodo storico precedente, subentrò una nuova condizione di coesistenza "pacifica" alla quale rimarrà associato uno stato di latente sofferenza e di disagio diffuso. Livorno contava 83.000 abitanti.
1861 Dal censimento effettuato, gli abitanti di G. risultarono in totale 40. Essi erano così distribuiti (Canessa): Maschi 26 (18 celibi, 7 coniugati, 1 vedovo); Femmine 14 (7 celibi e 7 coniugate).

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