venerdì 7 giugno 2013

Lettera aperta a Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana: "Ci aiuti a salvare Gorgona"

Isola di Gorgona, 7 giugno 2013
Gentile Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi,
abbiamo saputo che verrà in visita all'isola di Gorgona. Non conosciamo il motivo della sua visita, ma la preghiamo di non parlare solo con il carcere e la zia vecchietta spacciata come ultima abitante dell'isola di Gorgona. Parli anche con chi ci abita, come la nostra famiglia, Brindisi (vedrà che, a parte la zietta Luisa, sull'isola, nel paese, a parte gli agenti che stanno prendendo tutte le case del demanio, ci siamo solo noi, e siamo gli unici a cui il demanio non vuole prorogare la concessione...). Io, purtroppo, non ci sarò, ma mia moglie sì, e saremo lieti di offirle un caffé. Le problematiche dell'isola gliele ho esposte tante volte, anche se Lei poi ha preferito parlare con chi abita a Livorno e viene sull'isola da vacanziere pochi giorni l'anno e d'estate. Gliele riassumo:
-il paese sta scomparendo spinto fuori dalla colonia penale che vuole fare di Gorgona un'isola chiusa come Pianosa. Una volta, non molti anni fa, qui c'erano quasi 200 persone, che vivevano di pesca. Noi, da soli, ci stiamo opponendo affinché l'isola non si desertifichi. Ma abbiamo tutti contro, soprattutto gli enti e le istituzioni che, con la scusa del carcere modello, del paese non parla;
-come abitanti, non siamo inseriti in nessun progetto riguardi l'isola, come per esempio le escursioni. Quando abbiamo provato a farle ci hanno mandato la finanza... . Vogliono rifarle male, senza conoscere la storia dell'isola e portando troppa gente rispetto al delicato equilibrio di questo bellissimo scoglio in mezzo al mare. Noi ci siamo proposti e, con la Toremar, saremo in grado di farle in maniera molto semplice e adatta a Gorgona. Ma attualmente ci viene impedito dall'attuale direttrice del carcere, la Giampiccolo, che ci impedisce anche di fare venire dei parenti. Un abuso di potere possibile solo in un'Italia dove i cittadini non contano più niente e dove i mediocri nascosti nelle istituzioni imperversano...;
-il demanio ha lasciasto deperire le case e pretende affitti esorbitanti, pena l'esclusione della concessione. Alla nostra famiglia, invece, qualcuno del ministero di Giustizia, avrebbe messo un veto. Così, dopo 200 anni che la nostra famiglia vive qui, un burocrate decide che chi abita qui da sempre non ci può più stare, utilizzando la legge a suo piacimento..... Visitando l'isola se ne potrà rendere conto;
-non si faccia ingannare dal giro semi turistico che la colonia penale Le farà fare, magari parlandogli di fantomatici progetti, tipo il vino dei Frescobaldi, che servono solo a spendere altri soldi pubblici, senza mai coinvolgere i gorgonesi. La realtà vera del carcere è che è abbandonato a se stesso, che si regge a malapena su un unico gruppo elettrogeno, gli agenti sono allo stremo, le spese sono altissime, la direttrice non c'è mai ed è capace solo di fare iniziative tese ad attirare i media (vedi vino o la ridicola cena galeotta). Parli con i sindacati degli agenti se vuole essere ben informato;
-i trasporti sono troppo pochi e andrebbero incrementati;
-andrebbe incentivata qualche minima economia, ma non con degli estranei, ma con gli ultimi gorgonesi rimasti;
-per noi questo carcere andrebbe chiuso da tempo e l'isola destinata ad un agriturismo protetto insieme ai gorgonesi. C'è una petizione in questo senso sul blog www.ilgorgon.blogspot.com;
-avevamo fatto un sito per far conoscere l'isola e le nostre origine. Con delle false documentazioni prodotte dalla colonia penale, senza nessun controllo da parte della Procura di Livorno, ce lo hanno chiuso senza un giudizio, che noi stessi abbiamo adesso richiesto per verificare le responsabilità di questa ingiustizia palese;
-tolga quei fusti tossici in fondo al mare;
-il rigassificatore non lo faccia;
Sappiamo che Lei è un amante del mare e rimarrà incantato dalla bellezza di Gorgona. Non La lasci in mano a dei burocrati ma ci aiuti a renderla ancora più bella e a farla conoscere al mondo.

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