giovedì 29 novembre 2012

Giornalisti uccisi in Palestina. La Fnsi tace

Come è possibile che vengano uccisi a Gaza ben sette tra giornalisti e cameraman senza che la nostra Federazione Nazionale della Stampa e tutte le Associazioni Regionali della Stampa facciano almeno finta di protestare? Eppure è successo. Troppo prese dall'osservazione del proprio ombelico, dal conseguente provincialismo e dalle peripezie della legge "salva Sallusti", non hanno speso neppure una parola per il bombardamento del Palazzo della Stampa e per l'uccisione "mirata" di due giornalisti - su un'auto recante in bella vista a caratteri cubitali la scritta PRESS AND TV - da parte dei miliari israeliani nel corso della recente rappresaglia battezzata con il nome biblico di "Nube di difesa".

Colleghi, qui non si tratta di essere filopalestinesi o filoisraeliani, e neppure di essere paralizzati dalla paura di essere lapidati con la solita accusa di "antisemitismo" lanciata troppo spesso in modo surrettizio e strumentale. Qui si tratta solo di non rendersi men che ridicoli tacendo su queste tragedie delle nostra professione, ma ricordando invece ogni volta a petto in fuori i giornalisti uccisi nel mondo, facendo sfoggio di orgoglio e commozione come se a essere eroicamente sempre in trincea e in pericolo di vita siano i nostri culi di pietra. Vale a dire, i burocrati incalliti sempre al calduccio, pronti a tacere di fronte ai soprusi del proprio editore contro coleghi scomodi e a protestare solo per eventuali fastidi creati ai vari Santoro e altri nomi variamente illustri. E' credibile chi da un lato si agita a parole contro la legge bavaglio alla stampa, come è diventata di fatto la "salva Sallusti", e dall'altro si copre la bocca con il bavaglio per non dire neppure una parola di cordoglio e protesta per l'uccisione di colleghi?

L'Associated Press, che è una agenzia Usa e non dell'estremismo islamista, riferisce che martedì 20 novembre tre giornalisti palestinesi sono stati uccisi da un raid aereo israeliano. Due di loro appartenevano all'emittente televisiva Al Aqsa, vicina al governo di Hamas. La notizia è stata confermata dal direttore della testata, il giornalista Mohammed Thouraya. Due cameraman, Mohammed al-Koumi e Hussam Salam, sono stati colpiti da un missile mentre si recavano in auto alla loro emittente. Nel pomeriggio un altro missile israeliano ha colpito l'auto di un reporter, Mohammed Abu Eisha, della radio privata Al Quds Educational Radio. Lo stesso giorno una bomba israeliana ha colpito il palazzo dove ha sede l'agenzia di stampa francese France Press. Fortunatamente nessun giornalista è rimasto ferito. Altri attacchi alla Shuruk Tower, sede di mass media, hanno provocato la mutilazione di una gamba al giornalista Khader al Zahar.

Che non si tratti di deprecabili errori, bensì di atti deliberati, lo hanno chiarito gli stessi israeliani. Un portavoce dell'esercito, il tenente colonnello Avital Leibovich, ha dichiarato che le indagini preliminari sull'attacco hanno confermato che i tre obiettivi erano "operatives" di Hamas. Il portavoce del governo, Mark Regev, ha affermato che sia la TV Al Aqsa che la radio Al Quds sono "parte integrante dell'organizzazione militare e terroristica". Dei terroristi come gli altri, quindi da eliminare. Duole dirlo, ma è la stessa logica con la quale le Brigate Rosse hanno ucciso Walter Tobagi, giornalista del Corriere della Sera, e Andrea Casalegno, de La Stampa, e altri gruppi hanno sparato alle gambe a Toni Garzotto, della redazione padovana del Gazzettino di Venezia. 

Confondere i giornalisti palestinesi, quelli arabi e quelli musulmani con le forse politiche di riferimento dei mass media per i quali lavorano è come voler confondere i giornalisti di Mediaset o de Il Giornale con i partiti di Silvio Berlusconi, i giornalisti de La Stampa con la Fiat, quelli della Rai con il governo o il parlamento, La Padania con la Lega Nord, ecc. Si tratta di un errore gravissimo, da respingere e condannare con decisione perché legittima l'odio contro i giornalisti e spinge alla divisione e frantumazione della nostra professione.E' francamente incredibile che la FNSI non se ne renda conto e che si sia incollata il bavaglio per restare muta come un pesce. Per fortuna a Tel Aviv ha protestato con un comunicato l'Associazione della Stampa Estera. Ma è ovvio che tale azione è monca se poi si tace in patria.

Avanti di questo passo, si finirà con l'uccidere anche i medici e gli infermieri che fanno il proprio dovere soccorrendo e curando i feriti?

(Pino Nicotri-Senza Bavaglio, membro del direttivo della Lombarda)

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