mercoledì 22 agosto 2012

Buon compleanno, Antonio


Oggi è il mio compleanno. Compio 57 anni e sono costretto a farmi gli auguri da solo. Avevo infatti  deciso di passarlo insieme ai miei amici qui a Gorgona. Ma non ho potuto. Ne sono rimasto molto amareggiato e direi incazzato perché ho dovuto per questo subire una violenza morale.
Così come quando, alla vigilia di questo Ferragosto, la direzione della colonia penale aveva fatto inviate tre agenti della finanza a perquisire la mia casa, sequestrarmi telefonini, agende e computer, cercando anche la perquisizione personale, con motivazioni irrisorie ed inventate. Prima, con carte preparate ad hoc, erano riusciti addirittura a violare la Costituzione, oscurando il sito dei gorgonesi.
Probabilmente questa gente è abituata a trattare con dei criminali e non ha più il senso della realtà dei cittadini liberi ma solo quello deformato della prigione e dei tribunali, che è ormai il loro unico povero mondo.
Così, non paghi, con una grave limitazione della mia libertà personale e della mia famiglia - e un abuso di potere evidente - una burocrate frustrata come ne sono passati tanti sull'isola per poi tornarsene da dove sono venuti, mi ha impedito senza una motivazione di fare sbarcare martedì scorso, con un normale traghetto di linea che lo Stato mi mette a disposizione per il mio diritto universale di spostarmi sul territorio italiano, i miei amici e la loro famiglia sull'isola dove sono residente, utilizzando per questa prevaricazione il ruolo pubblico per la quale è pagata dai soldi dei contribuenti.
Siamo l'unica famiglia civile che cerca di abitare stabilmente l'antico borgo dei pescatori gorgonesi e praticamente facciamo paura a questi mediocri dirigenti che vengono profumatamente pagati per gestire la parte dell'isola destinata a carcere. In precedenza, l'altro direttore aveva cercato di togliere i trasporti, la residenza e le case a noi e ai discendenti gorgonesi che non vivono più qui, ma ci vengono solo qualche giorno l'anno senza occuparsi del loro paese di origine (praticamente sono stati loro, accettando il consiglio di zona, a vendersi l'identità gorgonese permettendo al carcere di fare il bello e il cattivo tempo). Il Demanio, che qui è completamente assente nonostante debba tutelare il patrimonio immobiliare pubblico, gli fece da spalla. Ma invano. Prima ancora, un altro direttore era stato poi arrestato per peculato.
Uno allora si chiede: se il ministero di Giustizia sa esprimere solo questi personaggi come dirigenti di importanti e delicati incaricvhi, come quello dell'attuale direttrice della prigione di Gorgona Maria Grazia Giampiccolo, che usa il suo ruolo per accanirsi contro i civili gorgonesi, posso immaginare come debbano essere trattati i detenuti che sono sotto la loro responsabilità.
Questi boriosi ed insulsi personaggi non devono mai scordare che qui sono ospiti e che l'isola apparterrà sempre ai gorgonesi. Non ci sono leggi o intrallazzi burocratici che tengono. Non faranno mai diventare Gorgona un'altra Pianosa perché qui noi ci siamo e ci rimarremo. Possono usare la legge, ingiustamente, come una clava contro di noi, ma per mandarci via devono spararci. Noi sapremo difenderci.

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