martedì 1 maggio 2012

Primo maggio. Quale lavoro festeggiamo? Iniziamo a chiudere le banche

Mi è venuta un'idea per il primo maggio. Il lavoro non c'è. Che cosa festeggiamo? Eppoi il lavoro che viene offerto in Italia, nel mondo occidentale, vale proprio la pena di festeggiarlo? Perché mai un giovane, io, dovrei entusiasmarmi se trovo un lavoretto da meno di mille euro al mese per qualche mese? Non mi serve a niente. Eppoi guardo a chi sta dentro al 'cerchio magico' e vedo stipendi da 200.000 euro l'euro l'anno a mediocri dirigenti, personale statale garantito sempre in malattia, pensionati da 32.000 euro al mese che ci insegnano come campare con 800 euro. Perché mai dovrei cercarmi un lavoro da poche centinaia di euro al mese che non mi permetteranno nemmeno di pagare un affitto decente. Figuriamoci comprarmi da mangiare. Due auto me le hanno confiscate invece di farmi una semplice multa. Una casa è stata pignorata per pochi spiccioli di credito da recuperare. Un'iniziativa benefica è stata chiusa da un tribunale ignorante.
Quindi, che cosa festeggiamo? Per ora ho deciso di togliere tutto dal circuito finanziario che mi soffoca: chiuso il conto corrente, chiuse le carte di credito, chiuso con gli assegni. Tanto le banche servono se stesse non chi ci mette i soldi. La mia, alle Poste Italiane, per uno scoperto di 30 euro, dopo dieci anni di depositi, mi ha chiuso improvvisamente il conto. Bel ringraziamento e bel modo di fare. A loro che gliene importa. Allora perché dovrebbe importarcene a noi. Se una buona parte di cittadini facessero lo stesso chiuderebbero tutte le banche e saremo liberi da ogni default. Liberi di vivere.

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