lunedì 14 novembre 2011

Luigi De Magistris premier

Ci è riuscito a Napoli, perché non in Italia? Luigi De Magistris è stato eletto a Napoli da tutte le nuove forze emergenti nel nostro Paese, al di là degli schieramenti politici, 'scassando' i grumi incrostati della società partenopea. Potrebbe essere lui il nuovo premier italiano, non certo Mario Monti. In questo momento in Italia è solo lui che è riuscito a rappresentare quei giovani, quella parte di società che non trova spazio nelle nostre istituzioni. Non ci importa dei mercati perchè non abbiamo più niente. Ci interessa invece una nuova classe dirigente e un leader sincero. Quella presentata o che presenterà Monti non ci piace per niente: fredda e calata dall'alto.

"Luigi De Magistris non si iscrive al partito degli entusiasti di Mario Monti. Per il sindaco di Napoli il professore-senatore incarna il neoliberismo dei poteri forti contro il quale il centrosinistra deve immediatamente elaborare una controproposta imperniata sulle primarie e sulla creazione di una lista nazionale che scardini i partiti. Altrimenti non ci sarà più vera democrazia in questo paese ma un governo delle multinazionali e delle banche.
De Magistris non dobbiamo festeggiare l’addio di Berlusconi e l’arrivo di Monti?

Dobbiamo esultare per l’uscita di scena definitiva di Berlusconi e dobbiamo dare atto al presidente Napolitano di avere fatto la scelta più saggia. Allo stesso tempo però non bisogna esultare per la nascita del Governo Monti.

Non pensa che un governo tecnico sia necessario per ridare credibilità all’Italia con i tassi dei BTP al 7 per cento?

Questo non è un governo tecnico, nonostante la professionalità dei suoi membri, perché è sostenuto da partiti molto diversi con i quali dovrà fare i conti: Pd, Pdl e Udc, forse anche l'Idv. Mi sembra una medicina amara e forse necessaria ma non mi piace. Da sindaco lo giudicherò sui fatti e sui provvedimenti che metterà in campo per il sud, da politico invece lavorerò per un’alternativa a Berlusconi ma anche a Monti e ai poteri forti che lo sostengono.

Cosa non la convince nel Governo Monti?

Questo Governo non ha una legittimazione democratica e nasce per assecondare il volere della Borsa, delle banche, della Banca Centrale Europea e di Bruxelles. C'è il serio rischio che la politica scompaia. Noi un secondo dopo la sua nascita, anzi mentre si sta formando, dobbiamo cominciare a costruire un’alternativa politica al neoliberismo che Monti rappresenta e che ha fallito.
Non mi sembra un’operazione semplice vista la situazione del centrosinistra. L’obiettivo finale è quello di dare vita a un governo legittimato dal voto che cambi profondamente l'economia e la società e superi l'occupazione delle istituzioni da parte della partitocrazia e delle caste.

Da dove si comincia?

Per arrivare pronti all'appuntamento con le elezioni nel 2013 o prima, non c'è un minuto da perdere, dobbiamo avviare delle primarie serie.

Come immagina le primarie?

Non devono essere lotte tra bande o correnti come quelle che si sono tenute a Napoli prima che io mi candidassi. Non devono nemmeno essere un referendum su un leader già scelto in altro modo, come è stato con Prodi.

Primarie di coalizione?

Certamente non voglio primarie di partito. Come a Napoli, bisogna dialogare anche con i moderati e i liberali. Le primarie devono andare oltre il partito ma anche oltre la coalizione. E poi io credo che il secondo passaggio dovrebbe essere una lista civica nazionale.

Sta pensando a un nuovo movimento?

C’è una straordinaria partecipazione politica nel paese che però - a torto o a ragione - non si riconosce negli attuali partiti. Questa è un’energia politica vitale per il paese che non ci possiamo permettere di perdere. Anche perché corriamo un grandissimo rischio: l'indignazione che io ho guardato in questi mesi negli occhi deve essere trasformata - come è accaduto a Napoli - in mobilitazione e in partecipazione. Se questa indignazione non trovasse sbocco politico, se l’unica alternativa a Berlusconi fosse un governo tecnico neoliberista guidato da Monti, l’indignazione andrà verso il conflitto. Dobbiamo impedire una saldatura tra quelli che dirigono le banche e quelli che spaccano le loro vetrine. Vengono ovviamente da poli opposti ma si saldano di fatto e bloccano la crescita democratica. Per questo dobbiamo lavorare per costruire una lista civica nazionale o un movimento politico che unisca le personalità migliori in vista delle elezioni.

Chi dovrebbe farne parte?

Io non escludo una deflagrazione del quadro politico attuale. Non sono sicuro che i partiti reggano alla crisi economica con le diseguaglianze che aumentano. Anche per questo dobbiamo trovarci pronti alla creazione di un movimento che superi il quadro attuale dei partiti e semplifichi l'offerta politica nel centrosinistra. Non dobbiamo lasciare la scena politica a Monti. Altrimenti partiti e poteri forti si spartiranno il prossimo presidente del consiglio e il prossimo presidente della repubblica con le vecchie logiche e le vecchie persone.

Cosa deve fare il centrosinistra?

Dobbiamo essere rivoluzionari, l'ho provato a Napoli. C'è una rabbia che fa bene alla democrazia ed è ancora positiva perché crede nel cambiamento. Ma se scoprisse che il Governo Monti è servito solo a rimettere in piedi i vecchi equilibri tra Confindustria, gerarchie ecclesiastiche, banche, vecchi partiti e massoneria, quella rabbia potrebbe esplodere.

Lei immagina primarie di coalizione e la nascita di un nuovo soggetto. Esattamente il contrario di quello che sogna Bersani.

La base del Pd è su posizioni di cambiamento. L’ho visto alla festa dell’Unità a Pesaro e a Bologna alla convention di Civati e Serracchiani. Non posso credere che i militanti del Pd siano felici di un Governo Monti.

Le personalità forti che potrebbero gareggiare ale primarie sono numerose, da Vendola a Renzi, da Chiamparino a De Magistris. Immagina un’alleanza tra voi per convincere il Pd ad accettare le primarie?

Il laboratorio che immagino io comprende soprattutto movimenti: i precari, i sindacati e in particolare la Cgil e la Fiom. Certamente non sono molte le personalità in grado di immaginare un percorso simile. Non a caso sostengono tutti Monti. Certo Vendola, il sindaco di Bari Michele Emiliano, Pippo Civati e Debora Serracchiani li sento vicini. Mentre Renzi parla una lingua diversa.

Lei parla di primarie e movimenti. Però intanto bisogna affrontare l’emergenza economica.

Certo. Ma la strada giusta non è il commissariamento della democrazia da parte delle banche. Rischiamo un governo senza le derive del Bunga Bunga ma che porta avanti, con maggiore efficacia, le politiche neoliberiste che accrescono le diseguaglianze. Il Governo Monti mette al centro la finanza. Noi dobbiamo costruire un’alternativa che metta al centro il lavoro. O non avremo più una vera democrazia in questo paese". (Il Fatto Quotidiano)


"Ecco, secondo le ultime indiscrezioni, i nomi potrebbero comporre la squadra di governo del premier incaricato Mario Monti: una formazione snella, solo 12 ministri, per avere il massimo dell’efficienza.

Anna Maria Cancellieri – Interni67 anni, romana, ex commissario prefettizio a Bologna (dopo il ‘Cinziagate’ in cui è stato coinvolto Del Bono) e appena nominata commissario a Parma. Il suo è un curriculum di tutto rispetto. Appena maggiorenne inizia a lavorare alla presidenza del Consiglio, poi si laurea in Scienze politiche a Roma e nel ’72, a Milano, inizia la carriera apicale al ministero dell’Interno. Nel 1993 è nominata prefetto. Da qui in poi, una sfilza di impegni: sub-commissario a Milano, commissario a Parma e poi prefetto a Vicenza, Bergamo, Brescia, Catania e Genova. Da segnalare anche il ruolo ricoperto come commissario del teatro Bellini di Catania.

Rocco Sabelli – Infrastrutture57 anni, di Agnone (Isernia), è laureato in ingegneria chimica a Roma, ma di fatto è un manager. Inizia la sua carriera in Gepi (Società per le Gestioni e Partecipazioni Industriali), poi a metà anni Ottanta passa all’Eni, dove arriva a essere presidente e ad di Nuova Ideni, una società controllata. In Telecom Italia dai primi anni del ’90 fino al 2001, nel 2002 è uno dei fondatori (e ad) di Omniainvest. Dal 2003 al 2006 è ad di Immsi e della controllata Piaggio. Quattro anni fa entra in Tiscali come consigliere non esecutivo, nello stesso anno crea la Data Holding 2007 srl. Nell’agosto 2008, invece, è chiamato da Banca Intesa per guidare la newco per il rilancio di Alitalia, dopo i risanamenti compiuti in Immsi e Piaggio.

Lorenzo Ornaghi – Istruzione63 anni, di Villasanta (Monza), è attuale rettore (al terzo mandato consecutivo) dell’università Cattolica di Milano, dove si è laureato in Scienze politiche nel 1972 ed è stato ricercatore fino al 1987, quando è diventato professore associato all’università di Teramo. Nel 1990 il ritorno a casa, come cattedratico di scienza politica nell’omonima facoltà. Già prorettore, diventa rettore nel 2002. Saggista e autore di prestigio, Ornaghi ricopre e ha ricoperto diversi incarichi di prestigio: è direttore dell’Aseri (Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali), della rivista Vita e pensiero, è vicepresidente di Avvenire e della Fondazione Vittorino Colombo di Milano. Non solo. Membro del Cda della Fondazione Policlinico IRCCS di Milano, dal 2001 al 2006 è stato presidente dell’Agenzia per le Onlus. Nel 2006 ha ricevuto l’Ambrogino d’oro dal Comune di Milano.

Andrea Riccardi o Salvatore Settis – Beni culturaliAndrea Riccardi: 61 anni, romano, è professore ordinario di Storia contemporanea presso la Università degli Studi Roma Tre. Noto studioso della Chiesa in età moderna e contemporanea (tanto da essere considerato uno dei laici più autorevoli del panorama religioso internazionale) nel 1968 ha fondato la Comunità di Sant’Egidio. Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, nel suo curriculum un’impressionante serie di onoreficenze per l’impegno per la pace nel mondo.Salvatore Settis: 70 anni, calabrese di Rosarno (Reggio Calabria), è uno dei più importanti archeologi e storici dell’arte italiani ed europei. Attualmente ha la Cattedra in Storia del disegno presso il museo del Prado di Madrid. Dal 1999 al 2010 è stato direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, ateneo dove si è laureato nel 1963 in archeologia classica. Il suo è un curriculum di altissimo profilo. Oltre alla carriera accademica alla Normale di Pisa, ha diretto il Getty Center for the History of Art and the Humanities di Los Angeles dal 1994 al 1999, è membro del Deutsches Archäologisches Institut, della American Academy of Arts and Sciences, dell’Accademia Nazionale dei Lincei e del Comitato scientifico dell’European Research Council; dal 2004 è membro del Comitato dei garanti della Scuola Galileiana di Studi Superiori. Nel 2003 ha vinto il premio Viareggio nella categoria Saggistica con il libro “Italia S.p.a. L’assalto al patrimonio culturale“. Nel 2008, su La Repubblica e Il Sole 24 Ore, spara a zero contro la politica di tagli indiscriminati all’università promossa dal governo Berlusconi. Nel febbraio 2009 si dimette dalla presidenza del Consiglio Superiore dei Beni Culturali: è la risposta al desiderio espresso dal neo-ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi, il quale aveva chiesto a Settis di non criticare la linea del governo.

Carlo Secchi – Sviluppo economico64 anni, di Mandello del Lario (Lecco) è stato rettore dell’Università Bocconi di Milano e attuale componente dei Consigli d’amministrazione di diverse società , tra cui Mediaset e Pirelli. Stimatissimo docente ed economista con incarichi internazionali, ex deputato europeo e senatore della Repubblica con il Ppi, è stato vicepresidente della Commissione per i problemi economici e monetari e la politica industriale e membro della Delegazione per le relazioni con la regione transcaucasica. Nel passato, per via del suo curriculum di altissimo profilo, il suo nome è stato accostato a incarichi di prestigio, come ministro dell’Economia, del Tesoro e delle Finanze e assessore al Comune di Milano. Quando scoppiò il caso legato all’ex-governatore Antonio Fazio, ha sfiorato il ruolo di governatore della Banca d’Italia.Luisa Torchia – Pubblica Amministrazione54 anni, calabrese di Catanzaro, è docente ordinario alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma Tre. Allieva di Sabino Cassese, la sua è un’attività accademica di profilo assai elevato. Fa parte del gruppo editoriale de Il Mulino sul diritto pubblico.

Guido Tabellini – EconomiaClasse ’56, laureato in Economia all’Università di Torino, dal 1994 è professore alla Bocconi di Milano. Dal 2008 è rettore dello stesso Ateneo. Ha insegnato a Standford. E’ membro onorario straniero dell’American Academy of Arts and Sciences E’ stato insignito del Premio Yrjo Jahnsson dalla European Economic Association. E’ stato Presidente della European Economic Association. Sue aree d’interesse sono l’economia monetaria, l’economia pubblica, l’economia internazionale, l’Economia politica. Tabellini ha buone possibilità di sostituire Tremonti al ministero dell’Economia. Inizialmente si era parlato di Bini Smaghi, che ha recentemente lasciato il suo incarico in Bce.

Piero Alberto Capotosti – GiustiziaMarchigiano, classe 1942, è professore di giustizia costituzionale a La Sapienza di Roma. Già vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Capotosti è espressione di un’area politica di centro vicina al Partito Popolare Italiano fondato da Mino Martinazzoli. Nel 1996, il 4 di novembre, viene nominato dall’allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro giudice costituzionale. Nel 2005 diventa presidente del Csm. Carica che termina pochi mesi dopo. Lo stesso Capotosti nei mesi scorsi ha fatto dichiarazioni pubbliche in merito all’ipotesi della procura di Napoli di un accompagnato coatto nei confronti di Berlusconi, presunta vittima di un’estorsione ordita dal duo Tarantini-Lavitola. Una mossa che Capotosti definisce un ”azzardo”, una ”forzatura”, uno ”scivolone della magistratura”. Con una mossa del genere, sostiene Capotosti, va a farsi benedire il ”canone della leale collaborazione” tra autorità giudiziaria e potere politico; principio più volte richiamato dalla Consulta nelle sue sentenze sul ‘caso Previti’, sul ‘lodo Alfano’ e, da ultimo, quella sul ‘legittimo impedimento’.

Cesare Mirabelli – Giustizia. Brianzolo, classe nel ’42, presidente emerito della Corte costituzionale, il 13 gennaio scorso ha salutato con favore la sentenza della Consulta che ha stabilito la parziale illegittimità della legge sul legittimo impedimento. Mirabelli è stato vicepresidente del Csm dal 1986 al 1990. Allievo di Pietro Gismondi, insegna diritto ecclesiastico all’università romana di Tor Vergata. Mentre è docente di diritto costituzionale all’Università europea della Capitale. E’ consigliere generale presso lo Stato della Città del Vaticano, il ruolo più elevato che un laico possa ricoprire in Vaticano. Nel 2009 entra nella polemica sul caso Englaro, l’eutanasia e l’obiezione di coscienza. Tema che nel caso specifico, secondo Mirabelli ”non riguarda il caso Englaro” poiché la sentenza della Cassazione non impone ”nessun obbligo nei confronti dei medici”, e ciò che viene autorizzato ”non rientra certo nelle prestazioni obbligatorie che il Servizio sanitario nazionale deve offrire ai suoi utenti”. E dunque “è sufficiente non prestarsi a svolgere questa attività. Quindi il problema va piuttosto ribaltato: c’e’ tutt’al piu’ un’ipotetica attivita’ volontaria da parte di chi si offre per compiere l’atto stesso, cioe’ il distaccamento del sondino con cui la Englaro e’ nutrita”.
Carlo Dell’Aringa – WelfareNel 2003 contribuisce a scrivere la legge Biagi e con lui il famoso libro bianco sul lavoro. E del giuslavorista ucciso a Bologna dalle Br nel marzo 2002, Carlo Dell’Aringa è stato strettissimo collaboratore. Nel settembre scorso è stato protagonista di un brutto episodio. Nei bagni dell’università Cattolica di Milano, dove Dell’Aringa insegna Economia Politica, un inserviente ha trovato una minaccia di morte. Sotto il messaggio la firma delle Nuove Br. Sul caso ancora oggi indaga la Digos. Ecco il testo del messaggio: “La sentenza di morte è stata emessa per il professor Dell’ Aringa e per il ministro Tremonti come per Biagi e D’ Antona». Il nome di Dell’Aringa resta, dunque, in pole position per sostituire Sacconi al ministero del Welfare. Nel 1963 Dell’Aringa si laurea in Scienze politiche alla Cattolica, consegue il dottorato in Economics, al Linacre College di Oxford nel 1970. Diventa professore ordinario nel 1982. Dal 1992 al 1996 è direttore dell’Istituto di Economia dell’Impresa e del Lavoro dell’Università Cattolica di Milano.

Giuliano Amato – Esteri. Come Mario Monti, anche l’ex socialista Giuliano Amato è stato protagonista di una stagione di crisi per l’Italia. Diventa presidente del Consiglio nel 1992 per traghettare l’Italia fuori dal pantano di Mani Pulite. Con lui si arriva alla Seconda repubblica. A palazzo Chigi Amato ci sale anche nel 2000. E’ stato quattro volte ministro del Tesoro, ministro per le Riforme istituzionali nel governo D’Alema, al Viminale nel Prodi bis. Dopo il crollo dei partiti tradizionali, Amato non ha mai preso una tessera, anche se le sue posizioni politiche sono sempre state vicine al centrosinistra. Dopodiché il 2 giugno 2008 esce ufficialmente dalla politica. Torinese di famiglia siciliana, classe ’38, Amato si laurea in giurisprudenza a Pisa. Dal 1975 al 1997 è stato professore di Diritto Costituzionale a Roma.

Rolando Mosca Moschini – Difesa. Anno: 1939. Città: Terni. Il generale Rolando Mosca Moschini nasce qui. Frequenta la scuola militare Nunziatella, dopodiché si laurea in sociologia, in scienze strategiche e in scienze internazionali e diplomatiche. A vent’anni diventa ufficiale. Sta in artiglieria. Comanderà la divisione Folgore e Mantova. Nel 1997 sale al vertice della Gdf diventandone comandante generale. Nel 2001 è nominato capo di Stato Maggiore della Difesa. Tre anni dopo lascia l’incarico e succede a Gustav Hagglund nel Comitato militare della Ue. Nel 2006 è nominato Consigliere Militare del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano.

Enzo Moavero – sottosegretario presidenza. Avvocato, 57 anni, padre di tre figli, Enzo Moavero una parte della sua vita l’ha passata all’estero. Come Mario Monti, di cui si dice sia l’alter ego giuridico, è stato a Yale. Dopodiché nel 1982 si specializza al Collegio Europeo di Bruges. Qui incassa un diploma di diritto comunitario. Nel 1983 è in Texas. All’università di Dallas si specializza in diritto internazionale. Nel 1995 l’incontro con Supermario. Moaverio e Monti, infatti, si conoscono a Bruxelles. Monti è appena stato nominato commissario europeo. Moavero lo segue come capo del suo gabinetto. Il tandem prosegue anche quando il neo premier diventa commissario per la Concorrenza. Nel 2002 Moavero diventa segretario generale aggiunto della Commissione Europea. Il suo compito: “Migliorare i metodi di lavoro della Commissione e promuovere la diffusione di pratiche ottimali». Dal 2005 al 2006 è direttore generale dell’Ufficio dei Consiglieri per le Politiche Europee della Commissione, per poi giurare a Lussemburgo come giudice del Tribunale di primo grado della Corte di Giustizia della Ue, ruolo che ricopre tuttora". (Il Fatto Quotidiano)

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