mercoledì 5 ottobre 2011

Mettetemi pure in carcere!

Già da adesso annuncio che non intendo rispettare alcuna legge riguardante la morte della libera informazione, soprattutto quelle ricattatorie e liberticide. Preventivamente, sono pronto ad andare in carcere anche adesso pur di dire e scrivere quello che penso, così come non rettificherò alcunché che non sia veritiero.

"Da quanto tempo non leggete sul giornale la notizia che una donna è stata scippata della borsetta e che, magari, cadendo si è rotta il femore ? Credete che non avvengano più scippi? No, accadono come prima e le donne continuano a cadere e a fratturarsi, solo che non se ne parla più. E non perchè, come si dice in gergo, i giornalisti hanno “alzato la soglia della notizia”, cioè non riferiscono più avvenimenti minori, ma perchè sono gli organi di polizia a non darne più notizia. Così si diffonde la sensazione che la sicurezza dei cittadini è migliorata. Ma cosa impedisce che siano taciute ai giornalisti anche cose più gravi, sequestri od omicidi ? Vedete, si parla sempre di libertà d’informazione, ma è un concetto astratto ed è difficile misurarla. Ci si accorge che non c’è quando viene meno. Negli ultimi anni si sono rincorse le segnalazioni internazionali sul fatto che la libertà d’informazione in Italia è gravissima, in diminuzione, che siamo scesi al 43/mo posto nella classifica mondiale, o al 72/mo secondo altri parametri. Ma anche questi sono concetti difficili da afferrare. C’è invece un modo evidente di farlo. Nel centro di Washington c‘è un grande Museo dedicato all’informazione. Al secondo piano su una enorme parete è rappresentato tutto il mondo a colori: il verde che indica la piena libertà di stampa contraddistingue il Nord America, l’Australia e quasi tutta l’Europa, poi c’è il rosso, che indica l’assenza di libertà, e colora tutta l’Africa, la Russia e quasi tutta l’Asia. Infine c’è il giallo, libertà di stampa compromessa. Oltre al al Sud America, all’India e qualche stato africano e asiatico, il giallo è riservato anche all’Italia. Per vederlo anche voi potete andare sul sito del museo www.newseum.org Se passasse la legge sulle intercettazioni in discussione quanti posti perderemmo nelle graduatorie internazionali, e di che colore sarebbe il nostro Paese ? Fino ad ora siamo riusciti a respingere i ripetuti tentativi di approvare una legge che impedisce che voi sappiate cosa accade, questa volta il tentativo è più subdolo perchè la maggioranza evita di fare dichiarazioni muscolari e così non si crea il necessario allarme nell’opinione pubblica. Necessario perchè, chiariamolo una volta per tutte, il diritto all’informazione non è dei giornalisti, è di voi cittadini che dovete sapere quello che accade per poter valutare e decidere i vostri comportamenti. Ai giornalisti compete il dovere di informarvi in modo corretto, completo e tempestivo". (Guido Columba)


"Anche per chi pubblica le intercettazioni considerate irrilevanti scatterà il carcere fino a 3 anni. E' quanto prevede un emendamento che ha ricevuto il parere favorevole del governo e che è stato approvato in Comitato dei Nove della Commissione Giustizia della Camera. L'emendamento, firmato da Manlio Contento, introduce nella norma del ddl intercettazioni che riforma l'art. 617 del Codice di procedura penale anche le intercettazioni cosiddette "irrilevanti". Nel testo, ora all'esame dell'Aula, si prevedeva già il carcere da 6 mesi a 3 anni per chiunque avesse pubblicato atti di cui era stata ordinata la distruzione o che dovevano essere espunti, o intercettazioni contenute nell'archivio segreto. Contento propone di inserire e in questa previsione anche le intercettazioni considerate irrilevanti. Ma su questo l'opposizione ha già annunciato battaglia". (ANSA)

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