mercoledì 18 maggio 2011

I bambini del mondo sono tutti uguali e vanno tutelati. Tutti


"Ormai è ufficiale. il giornalismo italiano è autorizzato ad essere razzista. Infatti se si tratta di bambini extracomunitari la Carta di Treviso, che vieta la pubblicazione di foto di minori senza l'autorizzazione dei genitori, non è valida. Lo ha stabilito all'unanimità l'Ordine di Milano, prendendo posizione nei confronti dell'esposto con il quale lo informavo della pubblicazione sul Corriere della Sera di fotografie di bambini libici di Tripoli armati e mandati in piazza a manifestare a favore di Gheddafi. Il tutto senza nessuna precauzione per renderne irriconoscibili i volti. Anche un cretino è in grado di capire che quei bambini, in caso di rovesciamento dell'attuale regime libico e dell'arrivo dei ribelli a Tripoli, rischiano la pelle o una qualche altra rappresaglia, e i genitori con loro. Ma l'Ordine di Milano non vede né pericoli né illeciti: Treviso non è Tripoli… anche se entrambi i nomi delle due città iniziano per Tr.Perciò la Carta di Treviso se si tratta di africani e, di conseguenza, di extracomunitari non vale. Come direbbe Giampaolo Pansa, anche quella di Treviso è Carta Straccia, titolo del suo ultimo libro. Se i bambini delle foto cadono vittime di vendette a causa della pubblicazione delle loro foto con le facce chiaramente distinguibili in primo piano? Non è un problema del giornalismo italiano. Che sbatte il mostro in prima pagina e anche nelle altre, se serve a vendere più copie, e se il mostro è un bambino non italiano e non di "razza" bianca se ne frega bellamente. E' il giornalismo, bellezzza! O no? No comment.Ecco perché anche Repubblica ha messo tranquillamente in pagina foto di bambini libici armati fino ai denti, che dimostrano pure loro a favore di Gheddafi. "Sinite pargulos ad me venire". Pensavamo però che Cristo parlasse d'altro. Non resta che sperare che a quei poveri piccoli disgraziati non capiti nulla di male". (Pino Nicotri)

Io aggiungerei anche di smetterla di mostrare le foto dei bambini sbattuti un po' dappertutto, soprattutto africani, magari con le mosche sugli occhi e il corpo denutrito, per chiedere soldi per le onlus.

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