domenica 15 agosto 2010

Mobilitiamoci

"Dalle colline del Cilento, tra le campagne e il mare, tra Punta Licosa e la Valle di Diano, penso alla strada che dobbiamo fare per conquistare l’Italia e liberarla dall’occupazione delle caste. Il partito dell’amore è divenuto il partito dell’odio: Berlusconi e Fini, i soci fondatori del Pdl se si potessero ammazzare lo farebbero senza remore. Berlusconi + Bossi rappresentano la nuova destra: eversiva, estremista, razzista e populista. E’ nato, nel frattempo, il terzo polo che, attenzione, non è la nuova DC,in quanto non ha nulla di popolare: è un’operazione di “palazzo”. Il terzo polo – quello che si presenta come la nuova destra liberale – è, in realtà, il riposizionamento, al centro, di una parte dei poteri forti: una fetta rilevante di Confindustria, probabilmente Montezemolo, un segmento significativo delle gerarchie ecclesiastiche che non tollerano più il folklore edonistico del sultano di Arcore, i finiani folgorati sulla via di Damasco sul tema della legalità, Casini e l’affine Caltagirone, Cuffaro (quello condannato per fatti di mafia, il vero azionista di maggioranza dell’UDC), Cesa (quello già coinvolto in inchieste su truffe all’unione europea), De Mita (il nuovo ideologo del terzo polo), Rutelli (alias Rutellone, il radical chic sinistrato sindaco di Roma, frequentatore anche di “incriccati” della P3, già Nuova P2). Ecco, il terzo polo non è il partito dell’amore, è il partito della normalizzazione. Raccolgono i frutti delle leggi vergogna berlusconiane che, soprattutto, i finiani hanno avallato dalla prima all’ultima e si presentano, oggi, come gli uomini nuovi, i salvatori della patria dal berlusconismo. In realtà, vogliono solo liberarsi di Berlusconi e rimanere, dalla casta, agganciati alle poltrone. Ovviamente, con alcuni finiani il dialogo su tanti temi è fattibile e, anzi, già in corso, penso, ad esempio, a Fabio Granata, ad Angela Napoli, con la quale ho, tra l’altro, un ottimo rapporto. Il PD è, complessivamente, in stato confusionale, per certi versi non pervenuto, anche se la maggioranza della classe dirigente, forte del sostegno del Presidente della Repubblica, ha il terrore del voto e pur di non votare farebbe un “ribaltone” anche con Totò Riina o con il tronista Costantino. Realpolitik, pur di liberarsi di Berlusconi alleiamoci anche con il diavolo. La verità credo sia una sola: una fetta significativa della dirigenza del PD non vuol cambiare, è nel sistema. O’ sistema. Nel resto del centro-sinistra che succede? Vendola ha avuto il merito di proporsi per le primarie come leader del centro-sinistra e di scoprire anche un modo innovativo di fare politica. Non devono prendersela, però, Nichi e Claudio Fava se qualche loro compagno di coalizione, tra i quali mi ci metto anche io, sottolinea che la squadra è più importante del leader e che lo stesso Nichi è solo uno della squadra, poi si vedrà tutti insieme, popolo e partiti, chi sarà il più convincente per sconfiggere le vecchie e le nuove destre. Nichi è, sicuramente,uno dei protagonisti di questa avventura straordinaria per cambiare la nostra amata Italia, non facciamone però una icona al di sopra di ogni critica, non voglio dire al di sopra di ogni sospetto (politico) altrimenti i miei amici si offendono. Si vince con la squadra, non con l’individualismo. Costruiamola tutti insieme, con dialogo e passione. La federazione della sinistra si sta muovendo con argomentazioni interessanti purchè non si pieghi nella logica del solipsismo politico, ma decida di partecipare a un’alleanza per la democrazia e la difesa della Costituzione. Quello che, però, trovo più interessante di tutto e di tutti, è il popolo che si sta mettendo in movimento. Il quarto stato dei buoni e degli indignati. La rete, le piazze, le fabbriche, i luoghi di lavoro, le manifestazioni: tanta gente che partecipa, ascolta, pone domande, lotta, vuole verità e giustizia, pretende una politica pulita, vorrebbe il merito e non la logica dei furbetti e dei raccomandati. Il popolo è con noi, è con quelli che si presentano puliti, con una storia trasparente alle spalle, che lottano per i diritti di tutti e soprattutto dei più deboli, senza scheletri negli armadi, ricchi di passione ed entusiasmo, capaci di dialogare con la gente senza mediazioni precostituite e, nello stesso tempo, con idee chiare ed innovative per governare, per unire un Paese dilaniato, per dargli prestigio e autorevolezza, rimettendo in moto l’economia e sconfiggendo la disoccupazione. In tutto questo Idv, il mio partito? Non l’ho certo omesso, anzi, come dire, dulcis in fundo. Vorrei che Idv prendesse la guida di un nuovo e diverso centro sinistra: antagonista al berlusconismo, che abbia nella questione morale e nella questione culturale le architravi della sua azione politica, con un progetto complessivo per il consolidamento dei diritti, con un programma economico che sappia tenere insieme la libera impresa e i diritti dei lavoratori che devono essere sempre più protagonisti del loro destino e della vita sociale, che sappia coniugare sviluppo economico e salvaguardia della natura, che imprima la svolta decisiva al contrasto ad ogni forma di criminalità. Idv deve essere coerente, senza contraddizioni tra chi pratica valori e chi, invece, razzola disvalore. Idv deve avere coraggio e non avere più tentennamenti: dialogare più profondamente con i movimenti e la società civile, formare una classe dirigente che sappia cogliere le straordinarie professionalità presenti nel Paese, deve offrire un messaggio politico chiaro e semplice, riformista e rivoluzionario allo stesso tempo. Siamo stati la vera e unica forza di opposizione in questi anni, strenui difensori della Costituzione Repubblicana, dimostriamo di essere la prima linea della coalizione pronta a sconfiggere Berlusconi e i normalizzatori post-berlusconiani; un partito protagonista, in grado di dialogare con il Pd – con il quale vorremmo trovare un accordo vero, con tutti quei militanti e dirigenti che vogliono, come noi, un’altra Italia - e con tutti gli altri, capacedi unire e non di dividere, rispettando gli altri e pretendendolo, senza condizioni strumentali (come quella che il Capo dello Stato deve essere al di sopra della critica, noi siamo per la laicità in politica come nella vita, nessuno è intoccabile). Se sapremo essere tutto questo il popolo del cambiamento, di chi non vuole più la casta ma una politica dell’interesse pubblico e del bene comune, ci seguirà: non nell’interesse di Idv, ma del Paese tutto. Oggi per sognare, ogni giorno per cambiare!". (Luigi de Magistris)

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