venerdì 11 giugno 2010

Non ci resta che piangere

Sciopero generale immediato. Senza se e senza ma. Quando l’avversario combatte con uno spadone non lo si può contrastare impugnando una margherita.Con il disegno di legge Alfano sulle intercettazioni governo e maggioranza cercano di travolgere la Costituzione e l’assetto giuridico e sociale della nostra democrazia.I giornalisti hanno il dovere di informare i cittadini in modo corretto, completo e tempestivo. Il primo loro obbligo è dunque quello di far loro capire cosa sta accadendo, combattendo in breccia la propaganda e il marketing politico di chi ha concepito e sta cercando di realizzare i punti base del Piano di rinascita della P2: disarmare la magistratura e imbavagliare la stampa. Perché la prima si occupi solo dei ladri di galline e la seconda convinca gli italiani di vivere dentro una soap opera continuata.L’Unione Cronisti ha capito immediatamente la portata eversiva del Ddl Alfano sulle intercettazioni e l’ha combattuto apertamente e duramente. E, allo stesso tempo, ha sollecitato tutte le organizzazioni del giornalismo a fare altrettanto.Con la stessa chiarezza, l’Unci sostiene che prevedere lo sciopero generale dopo un mese dal voto del Senato è un grave errore. Se è giusta, come lo è, l’analisi sull’attacco alla democrazia fatta concordemente da Unci, Fnsi, Ordine l’unica risposta al voto del Senato è lo sciopero generale immediato. Qui e ora. Sciopero seguito da un mese intero di manifestazioni in ogni città d’Italia e ripetuto alla vigilia del voto conclusivo della Camera. Prima del voto, non dopo.Quando la democrazia è in pericolo è meglio farne due, tre, quattro di scioperi generali piuttosto che uno soltanto a babbo morto.Tutte le altre iniziative per informare i cittadini di quanto accade sono giuste e necessarie e vanno intensificate, ma lo sciopero generale deve essere l’arma principale dei giornalisti per contrastare il tentativo di sovvertire la democrazia.

""I professionisti della richiesta al presidente della Repubblica di non firmare spesso parlano a vanvera. Per il resto non ho nulla da aggiungere". Questo il monito di Giorgio Napolitano nel giorno dell'approvazione della legge bavaglio al Senato. Non si può dire che Morfeo manchi di coerenza. Lui firma sempre, è chi gli chiede di non firmare che parla, appunto, a vanvera. Resta però il senso di naufragio della democrazia, di una zattera Italia senza riferimenti, ancorata a un ultraottantenne per non affondare. Coloro che oggi si indignano in Parlamento, tranne pochissime eccezioni, sono gli stessi che hanno consegnato l'Italia a Berlusconi, che gli hanno regalato le concessioni televisive e permesso ogni conflitto di interessi. Che hanno tollerato Dell'Utri e Cuffaro in Parlamento e ridotto a mercimonio ogni azione politica e economica, dalla Bicamerale allo Scudo Fiscale. Se l'azione di governo fa ribrezzo, quella della cosiddetta opposizione fa ancora più schifo. I pdimenoellini che sono usciti dall'aula per non votare ci rimangano per sempre, nessuno noterà la loro assenza".(dal blog di Beppe Grillo)

"Avviso ai naviganti e soprattutto ai paraculi che si scandalizzano perché lo squilibrato attacca la Costituzione. Ragazzi, non c’è più nulla che quell’ometto malato possa fare o dire di nuovo: ha già fatto e detto tutto. Sono 16 anni che fa e dice di tutto. Perché lui è così. Se la legge vieta certi suoi comportamenti, è sbagliata la legge e lui la cambia. Se la Costituzione vieta certe leggi, è sbagliata la Costituzione e lui la cambia. Chi si stupisce dovrebbe spiegarci dove ha vissuto dal 1994 a oggi e perché non ha fatto nulla per fermarlo. Anche la comica finale sulla legge bavaglio, contro la quale strepita financo il Pompiere della Sera, era ampiamente scontata.Tutte le leggi ad personam (siamo a quota 39, contando solo quelle per quella personam) hanno seguito la medesima tecnica, tipica del racket delle estorsioni. B, per ottenere 10, minaccia 100. Anziché dirgli semplicemente No, con un’opposizione intransigente e irriducibile contro il 10 e contro il 100, il Quirinale, il Pd e ora pure i finiani si mettono a trattare per “limitare i danni”.Lui gli serve in tavola un letamaio e quelli lavorano di fino per “migliorare” il letamaio, levando col cucchiaino qualche grammo di letame. Alla fine se lo mangiano e lo trovano pure buono.Così B. fa la figura del moderato aperto al dialogo e, se puntava a 10, ottiene almeno 50. Sono due anni che la legge bavaglio viene emendata, ritoccata, smussata, ruminata, covata: su richiesta ora di quel genio di D’Alema (che ringrazia molto Gianni Letta perché, bontà sua, ha ritirato il segreto di Stato su tutto quel che fanno le spie); ora delle vittime dei pedofili (grate perché Gasparri e Quagliariello, magnanimi, ritirano l’emendamento che salva gli autori di violenze sessuali “lievi”, come se lo stupro fosse questione di millimetri); ora del capo dello Stato, che non tenta più nemmeno di smentire le cronache sulle sue quotidiane interferenze nell’iter di formazione delle leggi che egli stesso dovrebbe valutare (e respingere) ALLA FINE, non DURANTE il percorso parlamentare (poi si meraviglia se B. vuole la sua firma preventiva sulla manovra e Alfano sul bavaglio).Risultato: il letamaio puzza esattamente come prima, ma viene spacciato per Chanel numero 5. In America (lo notava ieri Luigi Ferrarella) si apre il processo all’ex governatore dell’Illinois Blagojevic, intercettato mentre vendeva il seggio senatoriale liberato da Obama. La stampa Usa pubblicò regolarmente le intercettazioni in piena inchiesta, e senza bisogno di piatirle da questo o quell’avvocato o usciere: erano contenute in un atto ufficiale della Procura, dunque pubbliche, dunque pubblicabili. In Italia i giornalisti che le han pubblicate sarebbero finiti sotto processo e i loro giornali falliti sotto una gragnuola di multe. In America l’unico finito nei guai è Blagojevic. Sono strani questi americani: anziché le guardie, perseguitano i ladri. Da noi pare quasi che poliziotti e magistrati pretendano di intercettare i delinquenti per sfizio personale, per sadismo, si divertono così.Se, intercettando un rapinatore, scoprono che è pure un assassino, non potranno più incastrarlo: il nastro vale solo nel processo per furto, usarlo per l’omicidio non sarebbe sportivo. Se, al 75° giorno di ascolti, scoprono che il tizio progetta un altro colpo, dovranno chiedere al tribunale collegiale (tre giudici, e solo del tribunale-capoluogo) una proroga di 48 ore e sperare che il tizio dica tutto subito, altrimenti nuova proroga di due giorni, a oltranza, coi fascicoli che viaggiano su e giù. Così magari si stufano e la piantano. Intanto il governo blocca contratti e turnover alle Forze dell’ordine e taglia del 30% gli stipendi ai magistrati. È la Finanziaria più equa del mondo: i ladri rubano, le guardie pagano.
Ps. Il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, uno che sta addirittura sotto Al Fano, si è molto raccomandato: “Spero che i giornalisti, se c’è una notizia in un’intercettazione, non la pubblichino”. Ma certo, gentile sottosegretario, come no: conti su di noi".(Marco Travaglio)
(

Nessun commento: