sabato 6 marzo 2010

La dittatura della democrazia

Da questa notte l'Italia non è più, ufficialmente, una democrazia. Napolitano ha firmato il decreto della legge interpretativa del Governo che rende alcuni italiani più uguali degli altri. Le leggi d'ora in poi saranno interpretate, ogni volta che converrà a loro, da questi golpisti da barzelletta e, alla bisogna, interverrà un presidente della Repubblica che dovrebbe essere messo sotto impeachment per alto tradimento.Napolitano ha firmato di notte, di fretta, mentre gli italiani dormivano (forse per una volta si vergognava anche lui). Le liste elettorali senza firme, con firme non autenticate, liste neppure presentate, le liste porcata sono state interpretate, riverginate. Formigoni e Polverini sono stati riammessi. Una qualunque lista dell'opposizione con il più piccolo vizio di forma sarebbe stata respinta. Siamo in dittatura. Sembra strana questa parola detta all'inizio di una nuova primavera: "dittatura".La magistratura è fuori gioco. Il Parlamento è fuori gioco. Le leggi, anzi i decreti legge del Governo, sottratti alla discussione parlamentare, sono la norma. La firma di Morfeo Napolitano è sempre scontata. E ora, persino l'interpretazione delle leggi è soggetta a Berlusconi, è compito del Governo. Io Berlusconi, io La Russa, io Cicchitto, io Maroni, io Gasparri, io Napolitano... io sono io e voi, cari italiani, miei sudditi, non siete un cazzo. Io emano le leggi, le interpreto e regno.

3 commenti:

Anonimo ha detto...


Purtroppo, è successo.

E ora?

M. Morsello

Francy274 ha detto...

Vorrei postarlo su "la sinistra che vogliamo", bell'articolo davvero, complimenti!
Spero Ti faccia piacere :)
Ti ringrazio in anticipo, naturalmente potrai chiedermi di toglierlo se non fossi d'accordo.
Buona Domenica

ilgorgon ha detto...

Non ci sono problemi per postarlo anche se ho fatto mio una parte di testo di Grillo, quindi la paternità rimane la sua. E adesso? Non resta che andare a votare in massa per dimostrare civilmente a chi crede di poter spadroneggiare in Italia che una buona parte degli italiani ci si opporrà sempre. E, se non fosse per le loro cattiva alleanze ed inciuci arrangievoli, siamo sicuramente ancora la maggioranza, almeno quella che pensa. Forse più ingenui, ma non fessi.