lunedì 19 ottobre 2009

Anch'io porto i calzini turchesi.

"Buongiorno a tutti. Il Fatto Quotidiano ha lanciato una campagna che è dedicata al simbolo, diciamo pure un simbolo che potrebbe essere considerato troppo leggero e invece nasconde dietro di sé, come vedremo, una questione molto grave e molto sostanziale, che è quella della difesa del diritto del giudice Mesiano a emettere una sentenza e, come il diritto del giudice Mesiano, il diritto di tutti i giudici a emettere sentenze. E’ un diritto e è un dovere, è il loro mestiere e hanno il diritto di farlo come si diceva ai tempi dei latini, padri del nostro diritto, sine spe ac metu, ossia senza speranza di ottenere qualcosa in cambio e senza paura di ricevere dei danni o delle rappresaglie, ovvero le loro sentenze debbono essere emesse secondo giustizia, secondo legge, secondo coscienza, senza nessuna aspettativa di premi o di punizioni, fermo restando che, se la sentenza contenesse degli errori, ci sarebbero sempre i numerosi gradi di giudizio che sono previsti nell’ordinamento italiano, che è il più garantista al mondo.
Abbiamo lanciato questa campagna, che è simboleggiata dal calzino: il calzino turchese, perché una serva sciocca, una precaria, che quindi va anche compresa, del gruppo Berlusconi, sotto la direzione di quel personaggio per descrivere il quale basta guardarlo in faccia, devo dire, Brachino, ha pensato bene di individuare, proprio in questo calzino, il simbolo della stranezza, della bizzarria, dell’originalità, della follia, della eccentricità del giudice Mesiano il quale, fuori dall’orario di lavoro, fa quello che fa un qualsiasi comune cittadino: se ne va dal barbiere, fuma, passeggia, si veste come cavolo gli pare, si prende il diritto di mettersi i calzini che vuole, di fumare quante sigarette vuole, di camminare dove vuole, di andare dal barbiere che vuole, di fare le facce che vuole e quindi il calzino è diventato un simbolo non solo della privacy: chi se ne frega della privacy, qui non c’è una violazione della privacy, qui c’è un avvertimento di stampo mafioso, poi lasciamo perdere le intenzioni, ma l’oggetto di cui stiamo parlando è un avvertimento di stampo mafioso e terroristico, che funziona esattamente come ai tempi degli anni 70, quando i terroristi rossi e quando le organizzazioni satellitari, da lotta continua, potere operaio etc., facevano sapere ai nemici del popolo “ vi teniamo d’occhio, vi stiamo spiando, sappiamo dove abitate”, facevano anche spesso trovare sui loro giornali gli indirizzi per far sapere a certe persone che dovevano guardarsi. Siamo tornati allo stesso clima, ma non a opera di organizzazioni terroristiche o pararivoluzionarie, a opera della televisione del Presidente del Consiglio, ossia di colui che dovrebbe rappresentare - dico in teoria naturalmente, per la funzione che occupa - la legalità contro eventuali tentazioni che nascono dal basso di sovversione. Ecco, la sovversione da noi viene dal vertice delle istituzioni, cioè dalla presidenza del Consiglio e dalle sue numerose televisioni e così anche, magari, i più ingenui o i più paraculi, che non hanno mai voluto vedere in questi 15 anni che cosa è il conflitto di interessi e a che cosa serve, hanno occasione di farci una riflessione. Se Berlusconi si tiene le televisioni ha i suoi buoni motivi e, se si tiene le televisioni, le usa: perché le usa? Per queste operazioni. Dopo vedremo che non è la prima volta e non sarà neanche l’ultima. Il Fatto Quotidiano ha lanciato una campagna, che è quella di mandare messaggi o addirittura foto con il calzino turchese da parte di chiunque, cittadino comune ma anche magistrato - molti magistrati lo stanno già facendo, ieri l’ha fatto anche Franceschini, bontà sua gli abbiamo dato un’idea! Meno male che l’ha raccolta, altri non l’hanno neanche raccolta, ebbene - andare in giro con il calzino turchese, farsi fotografare, fotografarsi con il telefonino, mandare al nostro blog, che è antefatto.it, oppure ilfattoquotidiano.it e abbiamo ricevuto - stavo controllando proprio un attimo fa, prima di collegarmi - un bel po’ di messaggi: siamo tutti Raimondo Mesiano, anch’io ho il calzino turchese, molti magistrati da lunedì - cioè da oggi - andranno a lavoro con i calzini turchesi in segno di solidarietà verso il loro collega Raimondo Mesiano, lanciato da Canale Cinque per aver osato dare torto alla Fininvest. Facciamolo anche noi, lasciate un messaggio e mandateci le vostre foto con i calzini turchesi, c’è la possibilità di farlo sul blog antefatto.it, su Facebook, ma ci sono i riferimenti, su Twitter, anche qua ci sono i riferimenti, il trend topic è un cancelletto con scritto “ calzino turchese” e il flickr, ci sono anche qua le istruzioni: abbiamo una bella selezione di immagini già pubblicate e in un giorno, che era domenica, abbiamo ricevuto soltanto sul blog 337 messaggi e adesso controlleremo, chissà quante foto e chissà quante testimonianze anche sugli altri social networks.
Vi invito quindi, se volete.. non credo ci sia da sorridere, perché certo il calzino fa sorridere, ma è quello che rappresenta: l’individuazione e la mostrificazione di una persona solo perché è normale, tenete presente che siamo abituati, quando parliamo di Berlusconi, a pensare a altri magistrati. Il giudice Squillante e il giudice Vittorio Metta, quelli che prendevano i soldi di Berlusconi estero su estero, in Svizzera, dagli Avvocati di Berlusconi, e di Metta si è anche scoperto che prendeva quei soldi per vendersi le sentenze, forse il calzino turchese non ce l’avevano. Il giudice Squillante giocava a calcetto nel più esclusivo circolo sportivo di Roma insieme a Previti, il giudice Metta a un certo punto non ebbe più neanche bisogno di lavorare come magistrato, visti i soldi che gli pagavano gli Avvocati di Berlusconi prima per la sentenza dell'IMI-SIR, per conto di Rovelli e poi per la sentenza Mondadori, per cui lasciò la magistratura e andò a lavorare come Avvocato nello studio Previti. Quando li pedinarono - pedinamenti illegali, perché li fecero i magistrati - beh, sicuramente non li vedevano comportarsi come persone normali: sapete che cosa faceva Squillante? Si appartava dietro gli angoli, dentro le macchine con colleghi amici, con Avvocati corruttori, parlava piano per non essere pedinato, perché? Perché avendo la coscienza sporca lo sapeva che prima o poi l’avrebbero beccato e, quando trovò una microspia nel bar davanti al Tribunale- ora se c’è un posto pieno di microspie sono proprio i bar intorno ai tribunali: perché? Perché ci vanno gli imputati, ci vanno i detenuti magari dopo l’interrogatorio o cose del genere - beh, l’ultima cosa che ti viene in mente, se sei una persona perbene, è che la microspia sia lì per te, se sei il capo dei G.I.P. di Roma e invece lui aveva la coscienza talmente sporca che, appena vide la microspia, capì che era per lui. E’ difficile che lo trovino a gironzolare solitario dal barbiere o cose del genere, infatti trovarono, proprio pedinandolo, le prove dei suoi rapporti con i corruttori: Mesiano non andava in Svizzera a aprire conti o a movimentare danaro estero su estero, Squillante sì. Forse è proprio questa la bizzarria del giudice Raimondo Mesiano: “ una vita da Mesiano”, diceva ieri sera Bertolino nel suo programma su RAI Tre. La bizzarria di Mesiano è quella di essere una persona normale, onesta, un funzionario dello Stato che guadagna quello che guadagna, che fa una vita normale, non è un corrotto: se l’avessero beccato a scambiarsi le buste dei soldi, come era accaduto tra Previti e Squillante, dubito che le reti Mediaset l’avrebbero mandato in onda, anche perché probabilmente a dare i soldi al giudice sarebbe stato o il Presidente del Consiglio o uno dei suoi amici, viste le abitudini che avevano i suoi Avvocati qualche anno fa! Hanno trovato un giudice normale e quindi è sembrato loro subito anormale, perché loro erano abituati a considerare normali i giudici che avevano a libo paga. Ora però la cosa è molto seria, perché si dirà “ beh, ma quello gli ha staccato un risarcimento di 750 milioni di Euro a Berlusconi!”: primo errore, avete sentito l’altra il vicedirettore de Il Giornale Sallusti, che diceva che il giudice Mesiano, mentre indagava su Berlusconi, andava a cena con gli amici e parlava male di Berlusconi; Mesiano non indagava un bel niente, Mesiano aveva sul tavolo la sentenza della Cassazione sul Lodo Mondadori: se trovo il riferimento ve lo leggo, perché è abbastanza interessante. Nella sentenza Mondadori - parliamo della sentenza definitiva che ha condannato gli Avvocati Previti, Pacifico e Acampora, Avvocati Fininvest, per aver corrotto il giudice Metta e ha condannato il giudice Metta per essersi fatto corrompere dagli Avvocati della Fininvest, in cambio della sentenza che toglieva la Mondadori a De Benedetti e la dava a Berlusconi, ebbene che cosa dice questa sentenza? Eccola qua - arriva a una conclusione, che è quella che la sentenza Mondadori, quella che ribaltava il Lodo, fu comprata e conseguentemente scrive “ la parte civile Cir avrà diritto alla rifusione dei danni morali e patrimoniali”, per il fatto che gli hanno fregato l’azienda e che, per 20 anni, Berlusconi ha intascato gli utili al posto di De Benedetti. Immaginate le dimensioni del gruppo Mondadori, 20 anni di lucro cessante, di mancate chance imprenditoriali, oltre al valore di un’azienda che è stata spostata da un gruppo all’altro con una sentenza venduta, comprata. Dicono, dunque, i giudici penali della Cassazione che “ ci sarebbe anche stato il diritto una provvisionale subito”, cioè a un anticipo del risarcimento, ma i legali di De Benedetti non ne avevano fatto richiesta, preferendo demandare alla separata causa civile. Dicono dunque i giudici penali, sentenza definitiva confermata dalla Cassazione, che spetterà al giudice civile stabilire e liquidare “tanto il danno emergente quanto il lucro cessante, sotto una molteplicità di profili relativi non solo ai costi effettivi di cessione della Mondadori, ma anche ai riflessi della vicenda sul mercato dei titoli azionari”. Questo diceva la sentenza penale definitiva, ossia diceva al giudice civile guarda che tu non puoi decidere a capocchia se dare o meno il risarcimento a De Benedetti, ossia se condannare o meno Fininvest - non Berlusconi, Fininvest, di cui Berlusconi era all’epoca il legale rappresentante - a risarcire De Benedetti per avergli fregato l’azienda, tu lo devi condannare, devi condannare la Fininvest a risarcire la Cir, non puoi discutere sul se vada condannata la Fininvest, te lo dico io, giudice penale, devi condannare la Fininvest e risarcire la Cir. Che cosa sta nella tua discrezionalità? Fissare il quantum, cioè fissare la cifra del danno: mancata chance, lucro cessante, ma anche i riflessi sul mercato dei titoli, la Cir che perde uno dei suoi pezzi pregati che vola verso Berlusconi, è ovvio che ha dei danni in borsa e poi tutti i mancati introiti per quasi 20 anni, dal 1990 al 2009 e anche per gli anni futuri naturalmente, perché non è che la Mondadori ritorni indietro. In più c’è anche il danno morale, questo il giudice Mesiano non l’ha ancora fissato: l’ha lasciato a un’altra parte di causa, ma questo dicevano i giudici penali a Mesiano, “ tu non puoi discutere se dare o meno il risarcimento e condannare la Fininvest a pagarlo, il risarcimento te lo diciamo noi, Cassazione, che lo devi infliggere alla Fininvest, stabilirai tu quanto vale quel risarcimento” e infatti Mesiano ha fatto l’unica cosa che poteva fare e ha condannato la Fininvest a risarcire De Benedetti. Come ha fatto? Intanto ha spiegato che Berlusconi c’entrava, anche se l’ha fatto ad abundantiam, l’ha fatto semplicemente affinché fosse chiaro che Berlusconi non viveva sulla luna, ma era il rappresentante legale della Fininvest, quando gli Avvocati di quest’ultima corrompevano il giudice che, con una sentenza compravenduta, cedeva la Mondadori alla Fininvest.
E allora dice, in 140 pagine di motivazione, “ Silvio Berlusconi era, all’epoca dei fatti, il Presidente del Consiglio di amministrazione Fininvest e tale rimase fino al 94, quando entrò in politica. Tanto premesso, è da affermare la sussistenza della responsabilità civile della società di capitali (Fininvest) per il fatto, anche penalmente illecito, del legale rappresentante o dell’amministratore della stessa società, quando detto fatto è compiuto nel compimento di un’attività gestoria”, quindi intanto c’è la posizione di Berlusconi ai vertici della piramide Fininvest ai tempi in cui la Fininvest, con i suoi Avvocati e con i suoi soldi, corruppe o fece corrompere il giudice Metta per prendersi la Mondadori. Ma non c’è solo la posizione di Berlusconi, non è vero che non c’è scritto che non poteva non sapere delle tangenti che i suoi Avvocati pagavano al giudice, c’è ben di più: ricorda, il giudice, citando la sentenza definitiva della Corte di Cassazione sul Lodo Mondadori, che Berlusconi non era stato assolto nel processo per la sentenza Metta sul Lodo Mondadori, era stato prescritto. Era stato prescritto perché gli avevano concesso le attenuanti generiche e perché gli avevano concesso di degradare il suo reato da corruzione giudiziaria, punita più severamente, a corruzione semplice, punita meno duramente. Mentre gli altri, ossia gli Avvocati corruttori e il giudice corrotto, rispondevano di corruzione giudiziaria: quella corruzione giudiziaria che, anche con le attenuanti generiche, si prescrive soltanto dopo 15 anni. Ecco perché hanno fatto in tempo a condannarli tutti, tranne Berlusconi, perché Berlusconi rispondeva di un reato “ meno grave”, corruzione semplice e in più gli hanno pure regalato le attenuanti generiche. Ma Berlusconi, anziché rinunciare alla prescrizione, propose il ricorso in Cassazione, chiedendo alla Cassazione di togliergli la prescrizione e di dargli l’assoluzione e la Cassazione rigettò la sua richiesta, scrive Mesiano “ Berlusconi propose il ricorso per Cassazione chiedendo il proscioglimento con formula piena di merito, ricorso che venne rigettato dalla Corte di Cassazione. Orbene - aggiunge Mesiano, bizzarro questo Mesiano, eh! Ricordate il calzino! - nei confronti di Berlusconi è stata pronunciata sentenza irrevocabile, che ha dichiarato il reato estinto per prescrizione”, cioè non assoluzione. “Il giudice”, ricorda sempre Mesiano, “ una volta rilevata la sussistenza di una causa estintiva del reato - la prescrizione estingue il reato - non può compiere alcun ulteriore accertamento probatorio sulla responsabilità dell’imputato, ma deve senz’altro dichiarare la causa estintiva del reato, a meno che dagli atti già emerga la prova evidente che il fatto non sussiste o che l’imputato non l’ha commesso”, ossia se è evidente nel processo che la persona, anche se il reato è prescritto, non l’ha commesso oppure il reato non c’era proprio, allora deve assolverla la persona, non lo deve prescrivere; se invece non è evidente che la persona è innocente, allora le dà la prescrizione, scrive Mesiano, “ a meno che dagli atti già emerga la prova evidente che il fatto non sussiste o l’imputato non l’ha commesso: in tal caso il giudice è tenuto a pronunciare il proscioglimento del merito. Pertanto, se Berlusconi non è stato prosciolto nel merito della Corte, è perché non vi era l’evidenza dell’innocenza dell’imputato”: perfetto, anche se porta il calzino turchese diciamo che Mesiano conosce bene il diritto. Il fatto che poi gli abbiano dato le attenuanti generiche è un’altra prova che Berlusconi e il Lodo Mondadori non erano innocenti: sapete che le attenuanti generiche sono dei benefit che si danno perché si è scoperto che c’era qualche motivo che attenua la gravità del reato, ma l’attenuante è tipica del colpevole, ossia di uno che il reato l’ha commesso, altrimenti, se sei innocente, che cosa attenui? Non c’è niente da attenuare e quindi è evidente che le attenuanti si danno a uno che si prevede colpevole, giusto? Trattasi di pronuncia che, ovviamente, preclude l’assoggettamento del Berlusconi medesimo al giudizio di responsabilità penale, la responsabilità penale non c’è, perché ti hanno dato le attenuanti e la prescrizione, è a sanzione, non puoi sanzionarlo uno prescritto, l’ha fatta franca, no? Ma trattandosi di sentenza non emessa a seguito di giudizio di merito, ma solo a seguito di applicazione di causa estintiva di reato, cioè di prescrizione, essa non preclude in alcun modo che, nella presente sede civile, quella dove si deve stabilire il quantum del risarcimento, venga ritenuto incidenter tantum, ossia solo incidentalmente, che il Berlusconi ha commesso il fatto ai soli fini civilistici e risarcitori, di cui qui si discute, questo è il passaggio. Qui, dovendo stabilire il risarcimento, vi dico - scrive Mesiano - che dagli atti che ho esaminato ai fini del risarcimento- non della responsabilità penale, dove l’ha già fatta franca per le generiche e la prescrizione - ai fini della giustizia civile del risarcimento Berlusconi il fatto l’ha commesso, altroché: non solo perché era il legale rappresentante di una società che corrompeva giudici tramite i suoi Avvocati, ma anche perché ci sono degli elementi tali che, in sede civile - non penale, eh! In penale ci vogliono altri tipi di prova e, soprattutto, ci sono altri tempi: sapete che nel civile la prescrizione è molto più lunga e è disegnata anche in maniera diversa - dovendo dare un risarcimento e non la galera, alcuni elementi che magari nel penale non sono sufficienti nel civile sono tranchant e lui li ricorda, utilizzando gli atti del processo penale. Dice “ i conti All-Iberian e Ferrido - conti della Fininvest in Svizzera - erano accesi su banche Svizzere e ne era beneficiaria economica la Fininvest: non è quindi assolutamente pensabile che un bonifico dell’importo di 2 milioni e 732.000 Dollari (3 miliardi di lire dell’epoca, siamo nel 91, immaginate quanti erano 3 miliardi di lire quasi venti anni fa) potesse essere deciso un bonifico così enorme e effettuato senza che il legale rappresentante, che era anche l’amministratore della Fininvest, cioè Berlusconi, lo sapesse e lo accettasse. Non è che poteva non sapere, è evidente che sapeva e del resto a chi andarono quei 3 miliardi di lire del 91? Andarono a Previti, che poi gli fece fare un po’ di giri e, alla fine, ne prese un pezzo e lo diede all’Avvocato Pacifico, che lo portò in contanti in Italia e li diede al giudice Metta, che aveva appena scritto la sentenza, che poi non aveva scritto, perché abbiamo sentito raccontare dal giudice Carfì a Annozero che la sentenza Metta non l’ha scritta lui, l’ha scritta qualche furbetto sotto dettatura degli Avvocati della Fininvest, tant’è che fu depositata troppo presto e, se Metta l’avesse scritta lui, avrebbe dovuta scriverla in una sola notte, erano 160 pagine scritte a mano, una cosa che neanche Onoré De Balzac è mai riuscito a fare! Quindi - dice Mesiano, quello bizzarro, quello del calzino - “ abbiamo i seguenti fatti noti: la provenienza della somma di quei 2 milioni e 700.000 Dollari bonificati in vista delle già dimostrate finalità corruttive a Previti dai conti All-Iberian e Ferrido, accertatamente appartenenti a Fininvest. Da tali fatti è d’obbligo inferire - ossia dedurre - l’affermazione del fatto ignoto, cioè la consapevolezza e l’accettazione dell’inoltro a Previti della provvista corruttiva da parte di Silvio Berlusconi e ciò sulla base di un criterio di normalità”, è normale che sia così! Berlusconi è il Presidente e l’amministratore della sua società, la sua società bonifica una somma enorme in Svizzera al suo Avvocato, è normale che quello significhi che Berlusconi ha girato 3 miliardi al suo Avvocato, soprattutto se il suo Avvocato prende quei soldi e ne gira una parte a un giudice: ma potrà mai, l’Avvocato di Berlusconi, tradire la fiducia di Berlusconi e usare i soldi che gentilmente gli ha mandato in Svizzera - non in Italia, in Svizzera! - Berlusconi per corrompere un giudice senza dirlo a Berlusconi di che cosa se ne fa di quei soldi?! Se Berlusconi fosse contrario alla corruzione - ovviamente faccio un’ipotesi irreale - il suo Avvocato non glielo direbbe? Facciamo finta che non glielo abbia detto, ma quando poi salta fuori, grazie alle dichiarazioni dell’Ariosto e alle indagini della Boccassini, che Previti con i soldi di Berlusconi ci comprava i giudici per fargli avere la Mondadori a cui non aveva diritto, Berlusconi avrebbe dovuto menarlo Previti, avrebbe dovuto denunciarlo, avrebbe dovuto trascinarlo in galera lui, avrebbe dovuto radiarlo, licenziarlo, levargli il saluto, maledirlo pubblicamente, dicendo “ quello ha speso il mio nome e i miei soldi per fare delle cose che io mai..” e invece l’hanno coperto! L’hanno portato in Parlamento, non in galera! Hanno cercato in tutti i modi di salvarlo dalla galera e, alla fine, glielo ha salvato pure il centrosinistra con l’indulto dagli arresti domiciliari! Quindi è assolutamente evidente che a Berlusconi stava bene così, perché se non gli fosse stato bene così l’avrebbe scaricato almeno dopo, quando le cose si sono sapute. Conseguentemente vedete che non è il teorema del non poteva non sapere: in sede civile c’è il criterio di normalità, i fatti vanno tutti nella stessa direzione e, dato che non dobbiamo mandare in galera di nessuno perché stiamo parlando di un risarcimento obbligato, il giudice spiega per quale motivo non solo la Fininvest, ma Berlusconi c’entra in questa storia, anche se la sua sentenza condanna la Fininvest a risarcire, non la persona di Berlusconi. Vale a dire, il criterio di normalità, “ rientra assolutamente nell’ordinario svolgersi degli accadimenti umani che un bonifico di quell’entità poteva essere inoltrato solo sulla base della preventiva accettazione da parte di chi, nella compagine sociale da cui proveniva la somma destinata alla condotta corruttiva, ricopriva un’incontrastata posizione verticale (Berlusconi). Del resto, la prova per presunzioni nel processo civile ha la stessa dignità della prova diretta: ciò è stato recentemente ribadito dalle sezioni unite della Cassazione” (la prova presuntiva). E’ ovvio, non devi mandarlo in galera e conseguentemente non ti puoi neanche fidare delle coincidenze in sede civile: le coincidenze, se sono troppe, non sono più coincidenze, sono prove, lo diceva già Sharlok Holmes.“Sarebbe assolutamente fuori dall’ordine naturale degli accadimenti umani che il bonifico di 3 miliardi di lire sia disposto e eseguito per finalità corruttive, senza che il Dominus della società, dai cui conti il bonifico proviene, ne sia a conoscenza e lo accetti. Pertanto è da ritenere incidenter tantum e ai soli fini civilistici del presente giudizio che Berlusconi sia corresponsabile nella vicenda corruttiva per cui si procede: corresponsabilità che, come logica conseguenza comporta, per il principio della responsabilità civile delle società di capitali per il fatto illecito del loro legale rappresentante o amministratore commesso nell’attività gestoria, la responsabilità della stessa Fininvest”. Quindi la Fininvest è responsabile e Berlusconi è responsabile. “ Deve essere quindi in primo luogo affermata la responsabilità della società convenuta - cioè denunciata - dalla Cir per la condotta posta in essere nella sua già vista qualità dall’Onorevole Silvio Berlusconi”, conseguentemente la Fininvest è responsabile perché queste cose le ha fatte Berlusconi e perché queste cose le ha fatte con i soldi, i conti e gli Avvocati della Fininvest. De Benedetti deve essere risarcito per il danno subito da perdita di chance, vale a dire: posto che nessuno sa come avrebbe deciso una corte incorrotta, un giudice che non fosse stato Metta e che non avesse preso i soldi per fare quella sentenza, nessuno sa come sarebbe finito: magari il Lodo sarebbe stato ugualmente annullato, ma certamente il rischio era maggiore, se non corrompi il giudice rischi, se il giudice lo corrompi non rischi, perché? Perché quello fa la sentenza che gli hai chiesto e infatti certamente è vero che la corruzione del giudice Metta privò la Cir della chance di ottenere da quella Corte una decisione favorevole.
E poi, a un certo punto - ma lo troverete, l’abbiamo pubblicato sul nostro sito, antefatto.it- c’è il calcolo con il quale Mesiano arriva a quantificare il danno in 750 milioni di Euro. A quel punto gli hanno detto che praticamente lui è un tipo originale, perché? Perché ha deciso tutto questo risarcimento così complicato da solo, l’hanno detto anche in televisione, dicendo “ quel giudice che tutto da solo ha voluto condannare..”: il giudice tutto da solo si chiama giudice monocratico, la legge nel processo civile prevede che la causa di primo grado nel processo civile venga condotta da un giudice monocratico, quindi tutto da solo. Non è una fissazione di Mesiano, quella di trovarsi tutto da solo, non è che potesse chiamare anche degli altri a fare la sentenza per essere in tanti: no, il giudice monocratico è tutto da solo sempre, non soltanto Mesiano e non soltanto Mesiano nella causa Mondadori. Poi ci hanno detto “ ma è possibile? Li ha condannati a pagare una somma solo in primo grado immediatamente esecutiva e quelli devono già pagare subito? Aspettiamo che diventi definitiva”, ma guardate che è la legge che prevede che il risarcimento di primo grado sia immediatamente esecutivo: a me è capitato di perdere un paio di cause civile, tra l’altro una con Previti, sommamente spiacevole, e glieli ho dovuti pagare subito i soldi, io ci ho smenato 40 milioni e avrei continuato a pagarne fino a 80, se in appello non mi avessero dimezzato la somma: perché? Perché si paga subito nel processo civile, il processo civile dura a lungo, ma quando finisce il primo grado paghi subito: se poi appelli e ti danno ragione, quell’altro te li restituisce, ma è questo che prevede la legge. Adesso vorrebbero cambiarla soltanto perché tocca a Berlusconi, una volta tanto, restituire il maltolto! Poi hanno detto “ eh, ma gli ha dato tutti questi soldi di risarcimento, quando Berlusconi aveva già restituito un pezzo della Mondadori a De Benedetti nella transazione propiziata da Andreotti e condotta da Ciarrapico”: lo so benissimo, è come uno che ha rubato un’intera automobile e poi, bontà sua, restituisce il volante al derubato e dopodiché il derubato gli dice “ io voglio anche il resto dell’automobile” e lui ti dice “ ma no, accontentati, ti ho già restituito il volante” e se la prende con il giudice, perché dice che invece no, devi restituirgli la macchina, oppure, se la macchina l’hai già distrutta o l’hai già cambiata, devi restituire l’equivalente magari indicizzato. Alla fine hanno detto che il giudice Mesiano era un comunista, perché aveva espresso dei giudizi a cena: ora, a parte che ognuno a cena può esprimere i giudizi che vuole senza minimamente ledere la sua imparzialità, noi siamo in un Paese dove o si è di centrodestra o si è di centrosinistra sostanzialmente, poi c’è qualcuno che non sta né da una parte né dall’altra, ma insomma al momento di votare, se uno va a votare, sceglie o il centrosinistra o il centrodestra. Ora ci sono magistrati di centrodestra, molti lavorano anche come consulenti o funzionari di questo governo, molti stanno in Parlamento con il centrodestra e poi ci sono magistrati di centrosinistra: il fatto che un magistrato abbia delle idee politiche o di centrodestra o di centrosinistra non vuole dire che, quando giudica un imputato, condannerà un innocente soltanto perché non ha le sue idee, perché questo presuppone una mente malata. Per fortuna nel mondo normale ognuno ha le sue idee e poi, quando deve fare una sentenza o concedere una licenza edilizia o dare un finanziamento, oppure fare una multa, non è che va a vedere se la persona la pensa come lui o meno, fa quello che è giusto indipendentemente da chi gli capita davanti. Dopodiché, se la Fininvest aveva le prove che questo Mesiano era così prevenuto, c’era l’istituto la ricusazione: puoi ricusare i giudici che non ritieni imparziali e poi si vede se è vero o non è vero, non è che lo dici dopo e, in ogni caso, trovate così strano che un giudice sia contento se Berlusconi perde le elezioni e se Prodi le vince? Guardate che non sarebbe così fondato questo discorso, se lo facessimo in Francia, in Germania o negli Stati Uniti, però in un Paese dove da una parte Prodi, con tutti i suoi difetti, ha sempre rispettato la magistratura, pubblicamente ha sempre detto di avere fiducia nella magistratura e dall’altra parte un signore che, da quando è in politica, non fa altro che massacrarla e insultarla e è riuscito addirittura a dire che tutti i magistrati, vivi e morti, sono antropologicamente diversi dal resto della razza umana e che, se fai quel mestiere lì, il mestiere di Falcone e Borsellino, vuole dire che hai delle turbe psichiche e che poi dice anche che Vittorio Mangano era un eroe, ma vi sembra così eccentrico che ci siano dei magistrati che sono felici, quando questo signore perde le elezioni? Ammesso e non concesso che questo Mesiano abbia detto in una cena che era felice che Berlusconi perdesse le elezioni. Dopodiché, quando gli hanno portato la causa Mondadori, non è che abbia condannato la Fininvest perché era di sinistra o perché ce l’aveva con Berlusconi, ha condannato la Fininvest perché glielo aveva già detto la Cassazione che lo doveva fare e ha condannato la Fininvest perché ci sono le prove che quest’ultima si è comprata una sentenza, si è comprata un giudice per rubare una società a un concorrente. Neanche il giudice più di ultradestra avrebbe potuto passare sopra a una cosa del genere, sempre che naturalmente non se lo fossero comprato! Passate parola, alla prossima settimana". (Marco Travaglio)

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