"Non ha neppure fatto in tempo a candidarsi che risulta indagato dalla Procura di Roma per concorso in abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio insieme ad altri sette magistrati della procura di Salerno. Ma quella di Luigi De Magistris è, spiega Paolo Flores d'Arcais, una candidatura «ottima». Da sola, però, non sarà in grado di evitare la «dissipazione del patrimonio potenziale» al quale l'Italia dei Valori avrebbe potuto puntare se avesse accolto la proposta ricevuta proprio da Paolo Flores d'Arcais e da Andrea Camilleri. L'"incidente" con Di Pietro, però, è ormai chiuso. Mentre il Pd resta quello di sempre, nonostante l'arrivo di Franceschini.
Cosa ne pensa della candidatura di De Magistris Paolo Flores d'Arcais?
"Ottima.Però De Magistris è indagato. Non era Di Pietro a chiedere di lasciare fuori dalle liste elettorali indagati e condannati?Una domanda di questo genere è tipica di chi ormai descrive il mondo alla rovescia, come è avvenuto a proposito di queste vicende…Si riferisce alla "guerra" tra le procure?Non c'è nessuna guerra tra procure, c'è una procura, quella di Salerno, che si comporta come è scritto in ogni tribunale - "La legge è uguale per tutti" - e una procura, quella di Catanzaro, della quale la procura di Salerno dimostra la sistematica violazione di quel principio. Nessuna guerra, questa è disiniformacija, da scrivere alla russa, messa in atto dalla maggior parte del giornalismo italiano. De Magistris in tutte queste vicende è una vittima, un perseguitato, oltre che un magistrato esemplare. O forse proprio perché magistrato esemplare.Lui ha spiegato che non tornerà in magistratura.Mi sembra una posizione esemplare, proprio come fu esemplare quella di Di Pietro che si dimise da magistrato prima di entrare in politica".
Già, ma su questo è tornato ad accendersi il dibattito. Il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, ha chiesto che «venga stabilito il divieto di rientrare nel mondo giudiziario e garantita, a domanda, la mobilità nella pubblica amministrazione», con ruolo diverso. «La pubblica amministrazione - ha spiegato - recupera un patrimonio di esperienze e professionalità e la magistratura perde un giudice divenuto parte».
"Da anni scrivo che un magistrato una volta che si candidi per una carica politica dovrebbe uscire dalla magistratura. Gli unici due magistrati che lo hanno fatto sono stati Di Pietro ieri e De Magistris oggi. Evidentemente, Mancino considera questi due magistrati come l'esempio che tutti gli altri dovrebbero seguire. Quello che invece mi sembra censurabile nelle affermazioni di Mancino è la seconda parte, come se nella pubblica amministrazione non ci fosse il dovere della imparzialità".
Di Pietro ieri ha annunciato anche il giornalista del Corriere della Sera Carlo Vulpio. Ritiene soddisfacente il profilo che il leader dell'Idv sta dando alla lista che presenterà alle europee?
"Non si fanno, ovviamente, valutazioni in blocco. Ma anche la candidatura di Vulpio mi pare ottima. Se De Magistris incarna perfettamente il magistrato-magistrato, Vulpio incarna perfettamente il giornalista-giornalista, quello che ha come bussola il rispetto delle verità dei fatti. Proprio per aver raccontato con scrupolo ed esattezza quanto avveniva nell'ambito di quelle inchieste, quell'incarico gli è stato tolto dal suo giornale, il Corriere della Sera. Noi su Micromega le vicende dei magistrati-magistrati le abbiamo sempre raccontate come elementi del quotidiano affossamento della democrazia italiana. Che persone così vadano in Europa sulla spinta di un mare di voti di cittadini democratici - come mi auguro - avrà un doppio valore perché aiuterà un'Europa disattenta a conoscere le macerie in cui il regime di Berlusconi sta riducendo l'Italia".
Sembra soddisfatto di come si sta muovendo Di Pietro. Ma tra lei e il leader dell'Idv ultimamente qualcosa era andato storto con il rifiuto della sua proposta elettorale.
"La proposta fu avanzata a una tavola rotonda pubblica insieme ad Andrea Camilleri. Di Pietro era sembrato molto disponibile. L'idea era che un settore della società civile si autoorganizzasse e desse vita a una lista nuova insieme all'Idv. Poi, Di Pietro ha detto che per lui questo era impossibile. Penso che sia un errore, glielo ho ripetuto in tutti i modi perché, come dicono tutti i sondaggi, esiste un settore di delusi dal Pd, quantificato da Ilvo Diamanti in 4 o 5 milioni di elettori che non voteranno più Pd e che devono decidere se restare a casa o votare altro. Quello che farà Di Pietro, che comunque è meritorio, convincerà solo una parte di quegli elettori, purtroppo. E quindi dissiperà l'altra parte del patrimonio potenziale".
E quel patrimonio potenziale potrebbe tornare al "nuovo" Pd di Franceschini?
"Il Pd di Franceschini è ancora il Pd di D'Alema, Rutelli, Veltroni, Marini, e Binetti. Tanto è vero che su questo orrore medioevale che è la legge Calabrò che ci toglie il diritto di decidere persino sull'ultimo periodo della nostra vita, parte dei parlamentari del Pd voteranno a favore o si asterranno e non verranno cacciati con disgusto dal partito. Anzi, si parlerà di libertà di coscienza. Il fatto che sono bastate alcune parole - ancora prive di riscontro nei fatti - non più subalterne alla logica dell'inciucio per far risalire di 3 punti il Pd nei sondaggi è l'ennesima dimostrazione che il centrosinistra potrebbe tornare a vincere se seguisse proprio quella politica che inutilmente con Camilleri, Travaglio, Tabucchi da anni su Micromega cerchiamo di esporre come l'unica politica democratica in Italia".
Anche con Di Pietro e De Magistris?
"Anche con Di Pietro e De Magistris, ovviamente". (Alessandro Calvi-Il Riformista)
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