sabato 24 gennaio 2009

Il grande bluff delle nuove carceri.

Qui sopra, nella foto, c'è quello che resta del supercarcere che il generale Dalla Chiesa voleva aprire all'isola di Gorgona al tempo delle brigate rosse. Milioni di euro buttati al vento, con resti anche di amianto che infestano l'isola. Decine e decine di nuove carceri sono state costruite in Italia e mai aperte, ingrassando pochi e dilapidando i nostri soldi. Oggi, questo nostro governo di affari ci propone di nuovo la costruzione di nuove carceri per combattere il sovraffollamento delle strutture di detenzione. "Ma ci faccia il piacere!", avrebbe detto il nostro Totò, cogliendo il ridicolo di questa decisione, mentre una pernacchia alla De Filippo li avrebbe sommersi di lazzi e sputazzelle. Qui di seguito un intervento di un esperto, l'ispettore del ministero di Giustizia, Luigi Morsello, che spiega quello che sta accadendo:
"Leggevo di recente un interessante articolo, che si occupava del sovraffollamento che affligge nuovamente le carceri italiane, al ritmo di 1.000 nuovi ingressi al mese.“Quando il parlamento approvò il cosiddetto indulto - tanto indigesto agli italiani da costituire, secondo gli analisti, uno dei principali motivi della sconfitta elettorale del centro-sinistra dello scorso anno -, lo fece per il sovraffollamento. Le carceri erano strapiene. C′erano, cioè, 139 detenuti ogni 100 posti. Ora, due anni dopo, il problema è tale e quale quello di allora. Il rapporto è solo di poco più basso: 136 reclusi ogni 100 posti disponibili. Che fare dunque?Sembra che il guardasigilli Angelino Alfano non abbia molta scelta. Se si vogliono avere risultati immediati, l′unica soluzione è introdurre la messa in prova dei detenuti ai lavori utili, con eventuale estinzione del reato. Pare che l′opzione su cui si ragiona al ministero di grazia e giustizia sia se limitare la misura ai condannati a pene inferiori ai due anni o se estenderla a quelli che hanno anche 4 anni di carcere da scontare.Nel primo caso, la novità equivarrebbe ad un′effimera boccata d′aria: la popolazione carceraria liberata sarebbe di circa 6 mila unità, circa il 10% del totale. Diversamente, nella seconda ipotesi, i reclusi a godere del beneficio sarebbero, secondo il Dipartimento dell′amministrazione penitenziaria, ben 15 mila: più di un quarto del totale. Ma si tratterebbe - dicono i critici - d′un «indulto mascherato». La Lega nord ha già espresso la sua netta contrarietà.I problemi delle carceri italiane restano sempre gli stessi. Primo: mancano strutture adeguate alle necessità. Il governo ha annunciato un proprio piano detto "carceri leggere". L′obiettivo è costruire in pochi mesi prefabbricati da 200 celle singole in grado di "ospitare" 15 mila detenuti non pericolosi o in attesa di giudizio. Il secondo problema, tuttavia, è a nostro avviso più grave: il 55% dei detenuti nei penitenziari italiani è in attesa di giudizio. Si tratta di 32.547 persone presunte innocenti, in maggioranza straniere, contro 25.953 colpevoli acclarati. La nuova misura, più o meno estesa, rischia di trasformare le nostre prigioni in un parcheggio per gli imputati che non possono permettersi i migliori avvocati, liberando i condannati in via definitiva.” (Consorzio Parsifal, 21.1.2009).L’idea era buona, ma si metteva di traverso la solita Lega Nord, non capisco bene in base a quale specifica conoscenza della materia, posto che il suo Ministro di Giustizia Roberto Castelli durante i cinque anni della sua permanenza a quel dicastero si è occupato principalmente di far realizzare lavori nelle carceri lombarde (a Lodi fece realizzare un edificio di tre piani destinato alle attività trattamentali e ad archivi del costo 1.700.000 euro) e di riformare l’ordine giudiziario, nulla importando e interessando che l’ordinamento penitenziario del 1975 e le fondamentali modifiche inseritevi nel 1986 con la legge Gozzini richiedessero uno sforzo di politica dell’esecuzione penale, anche di natura economica, poderoso.Non fu varato un piano di edilizia carceraria nuovo, per quanto io ne sappia, si strombazzò il finanziamento (415 milioni di euro) di soli otto nuovi istituti penitenziari dei quali cinque in Sardegna (Cagliari, Sassari, Oristano, Tempio Pausania, Lanusei) e tre in continente (Rovigo, Savona, Forlì), [Sardegna Oggi, 9 giugno 2004], la cui realizzazione si è persa nell’oblio più completo.Sono passati cinque anni inutilmente, siamo ancora lì, nelle peste !Venerdì 23 gennaio 2009 La Repubblica dava notizia che il CdM aveva approvato il piano carceri presentato dal ministro di Giustizia Angiolino Alfano.Esaminiamolo punto per punto.“L'edilizia. "Fino ad ora l'emergenza carceraria è stata affrontata solo con le amnistie e gli indulti. Con la realizzazione di nuove carceri abbiamo scelto di seguire un'altra strada", ha detto il ministro. L'obiettivo segnalato dal Guardasigilli è quello di accogliere in modo regolare oltre 60mila detenuti, mentre attualmente i posti regolari sono 43mila (il limite tollerabile invece è di 63mila). "I criminali - ha argomentato Alfano - non possono smettere di andare in galera, perché non ci sono galere che possano ospitarli. Noi dobbiamo costruirne di nuove facendo sì che chi ci finisce sia trattato da uomo con piena dignità e con la possibilità di scontare la pena sperando nella rieducazione del detenuto".”Sono frasi di una genericità sconcertante. Possibile che il ministro di Giustizia ignori quante carceri nuove sono state costruite nei piani edilizi varati nel 1974, rifinanziati periodicamente di anno in anno per almeno vent’anni ?Vedremo in seguito quale strada è stata scelta per affrontare ciò che il ministro stesso definisce “emergenza carceraria”.A parete la forma parlata in un italiano piuttosto impervio e contorto (peccato veniale), ma chi si è mai sognato di pensare e basta di non mandare i criminali in galera !Personalmente penso che ce ne sono che in galera dovrebbero andare, eccome ! Il fatto che non ci vanno questa sì che è una distorsione del sistema politico-giudiziario.Tralasciamo il richiamo alla “rieducazione del detenuto”, che un Ministro di Giustizia non si dovrebbe mai sognare di citare in modo così sintetico.Esaminiamo adesso dove va il ministro Alfano a prendere i soldi necessari: “Forme di finanziamento. Secondo quanto indicato dal piano, i nuovi edifici dovranno essere "eco-compatibili e ad emissioni zero". Le risorse per l'edilizia potranno seguire tre canali: "La cassa delle ammende, la corsia preferenziale che consente l'accesso ai fondi previsti dal decreto anticrisi e il ricorso a finanziamenti privati come accade in tanti paesi occidentali". In quest'ultimo caso Alfano ha garantito la "massima trasparenza" (in altri casi no ?, n.d.a.) e spiegato che i privati potranno concorrere alla realizzazione dei nuovi penitenziari "con strumenti contrattuali innovativi come per esempio il project financing, oppure altri che possono essere immaginati". "Il Cdm - ha aggiunto - potrà dimezzare i termini relativi alle autorizzazioni proprio per rendere più corto l'iter di edificazione di nuove carceri".”.Dunque i canali sono tre:1) La cassa delle ammende;2) fondi previsti dal decreto anticrisi;
3) finanziamenti privati, come il “project financing” o altri da individuare.La Cassa delle Ammende: che cos’è ?Dal sito del ministero della Giustizia:“La Cassa delle ammende è un ente con personalità giuridica, disciplinata dall'art. 121 e seguenti del D.P.R. 30 giugno 2000, n. 230 “Regolamento recante norme sull'ordinamento penitenziario e sulle misure privative della libertà”.La Cassa è dotata di un fondo patrimonio e di un fondo depositi.Inizialmente, attraverso la gestione del fondo patrimonio, la Cassa attuava la finalità di sostenere con finanziamenti, l'attività dei Consigli di aiuto sociale (artt. 74 e segg. della legge 354/75 - Ordinamento Penitenziario).Il D.P.R. 30 giugno 2000, n. 230, ha ampliato le competenze della Cassa all'art. 129, assegnandole anche il compito di finanziare:a - “progetti dell'Amministrazione penitenziaria che utilizzano le disponibilità finanziarie dei fondi strutturali europei, nonché progetti che utilizzano finanziamenti previsti dalla normativa comunitaria, nazionale e da quella regionale” (II comma);b- “programmi che attuano interventi di assistenza economica in favore delle famiglie dei detenuti e degli internati, nonché programmi che tendono a favorire il reinserimento sociale dei detenuti e degli internati anche nella fase di esecuzione di misure alternative alla detenzione” (III comma).questo significa chea - la Cassa delle ammende può essere soggetto cofinanziatore dei fondi strutturali europei che vengono erogati unicamente in favore di progetti già finanziati, ad opera del paese membro, al momento della loro presentazione.la normativa comunitaria consente di utilizzare questi fondi ad esempio per fare formazione, orientamento, creazione di imprese (es. cooperative), inserimento lavorativo per le categorie svantaggiate tra cui quella dei detenuti ed in particolare quelle dei detenuti tossicodipendenti e extracomunitari.In questo modo l'amministrazione penitenziaria ha oggi a disposizione un ulteriore strumento per incentivare il lavoro dei detenuti e per offrire loro opportunità di reinserimento;b - la Cassa delle ammende continua ad esercitare attività di tipo assistenziale, attività che già svolgeva attraverso i Consigli di aiuto sociale, con la novità, però, che oggi vengono elargiti fondi unicamente attraverso la presentazione di appositi progetti. Non più, quindi, finanziamenti assistenziali a pioggia, come per il passato, bensì finanziamenti mirati che hanno come destinatari i detenuti, gli internati ed i loro familiari.La normativa del 2000 ha quindi attribuito all'amministrazione penitenziaria la possibilità di ampliare sia le forme di intervento in materia di lavoro dei detenuti, sia quelle opportunità di reinserimento che deve tendere ad assicurare al condannato al momento della sua dimissione dall'istituto penitenziario, ovvero alla fine dell'esecuzione di una misura alternativa alla detenzione.NormativaLa Cassa delle ammende, prevista dall'art. 149 c.p. (abrogato dall'art. 89 della legge 354/75), è ente con personalità giuridica istituito dall'art. 4 della legge 9.5.1932, n. 547.La sua attività fu inizialmente disciplinata con il R.D. 18.6.1931 n. 787 ‘Regolamento degli istituti di prevenzione e di pena' e poi dalla parte seconda del D.P.R. 431/1976 ‘Regolamento di esecuzione alla legge 354/1975' ,dagli artt. 108 e segg. così come modificati dagli artt. 33 e segg. del D.P.R. 248/89.Attualmente La Cassa delle ammende è disciplinata dall' art. 121 e segg. del D.P.R. 30.6.2000, n. 230 ‘Regolamento recante norme sull'ordinamento penitenziario e sulle misure privative della libertà'.”Non si scappa, la disciplina attuale non prevede che si utilizzino fondi della Cassa delle Ammende per costruire carceri nuove, né per la manutenzione ordinaria e straordinaria di quelle esistenti.Quindi occorrerà modificare, anche con una norma transitoria, le norme vigenti.Chiariamo come si alimenta la Cassa delle Ammende.Soccorre l’art. 125 del d.P.R. 230/200:“La dotazione finanziaria della Cassa delle ammende è costituita dal conto depositi e dal conto patrimoniale (comma 1)”.“Al conto depositi affluiscono tutti i versamenti effettuati a titolo provvisorio o cauzionale.( comma 2).“Sul conto patrimoniale sono versate tutte le altre somme, ed in particolare quelle devolute alla Cassa per disposizione di legge o per disposizione dell'autorità giudiziaria.(comma 3)”.Quanto c’è sul conto patrimoniale ?Soccorre al riguardo la relazione della Corte dei Conti –Sezione controllo – anno 2008, per la quale la Cassa della Ammende ha un fondo patrimoniale ammontante ad € 139.343.309,46. la stessa delibera certifica impegni di spesa per progetti già presentati, pari ad € 53.991.309,80, per cui il saldo attivo oggi è pari ad € 85.351.999,66.Ammessa la totale disponibilità di questa somma, accantonando tutti i progetti finanziati o finanziabili, vorrei sapere quanti carceri pensa il ministro Alfano di costruire con circa 140 milioni di euro.Questa fonte di finanziamento è già di per sé risibile e allo stato indisponibile.Non credo che il D.L. 29 novembre 2008, n. 185, contenente Misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale.(GU n. 280 del 29-11-2008 - Suppl. Ordinario n.263) possa essere ulteriormente maltrattabile per reperire fondi da destinare ad un piano pluriennale per l’edilizia penitenziaria.Quindi, anche la seconda fonte di finanziamento è di scarso pregio.Resta il “project financing” o altra fonte privata di finanziamento.La finanza di progetto (o project financing in inglese) è una operazione di finanziamento a lungo termine, che consiste nell'utilizzo di una società neocostituita (cosiddetta SPC, Special Purpose Company) la quale serve a mantenere separati gli assets del progetto da quelli dei soggetti proponenti l'iniziativa d'investimento (i cosiddetti "promotori").La SPC viene finanziata sia da capitale equity (azioni), fornito generalmente dai promotori e non deve superare l'ammontare del 15-20%, il rimanente 80-85% da capitale di debito (obbligazioni) normalmente ottenuto da un pool di banche. In questo modo, attraverso l'imputazione di attività e passività alla SPC è possibile mantenere un controllo più stretto sull'andamento del progetto. È, inoltre, un modo per proteggere gli interessi dei soci promotori, i quali sono così "schermati" dall'eventuale fallimento del progetto stesso. Lo schema del Project Financing ha riscosso i maggiori successi per quei progetti per loro natura più complessi, quali la realizzazione di centrali elettriche o di nuove attività estrattive, dove alti sono i rischi ambientali, tecnici, politici ed economici. Anche i progetti di ricerca possono beneficiare di questo sistema di finanziamento, dato che i finanziatori in equity potranno garantirsi sulla proprietà della SPC, la quale detiene la titolarità su ogni risultato (brevetti o altro) del progetto di ricerca.Il coinvolgimento dei soggetti privati nella realizzazione, nella gestione e soprattutto nell'accollo totale o parziale dei costi di opere pubbliche in vista di guadagni futuri rappresenta la caratteristica principale di tale operazione economica. (Wikipedia).Di guadagni futuri non si dice nulla. Ma ne parlerà il Corriere della Sera il giorno successivo, come vedremo in seguito.È abbastanza chiaro, abbastanza per capire che questo sistema di finanziamento è un libro dei sogni.Sembra, e a mio giudizio è, una operazione di facciata.Continua l’articolo di Repubblica:“Circuiti differenziati. La maggior parte dei penitenziari italiani, è stato ricordato, "sono stati realizzati tra il 1400 e il 1800" e dal 1944 al 2006 ci sono stati oltre quaranta provvedimenti di indulto e amnistia. Il titolare della Giustizia ha specificato che l'obiettivo è anche di creare "circuiti differenziati". "Non c'è motivo - ha detto Alfano - che i detenuti a bassa pericolosità siano ristretti come quelli ad alta pericolosità. Con le attuali strutture tutto ciò non è possibile".”.Buon Dio, ma lo prevede la legge penitenziaria e il regolamento di attuazione del 2000.Adesso si parla di come Franco Ionta è stato messo nei guai:“Il commissario straordinario. Secondo quanto spiegato dal Guardasigilli, Ionta avrà poteri speciali per accelerare la costruzione di nuovi istituti di pena e dovrà presentare il piano entro 60 giorni. Il suo compito è di prevedere l'allocazione delle nuove strutture e contemplare il fabbisogno finanziario. Il neocommissario, ha spiegato il ministro, potrà sostituirsi alle "amministrazioni inadempienti e ci sarà una riduzione dei tempi per i ricorsi amministrativi: le gare non verranno bloccate in fase di contenzioso".Franco Ionta è stato fino a ieri P.M. a Roma, dov’era procuratore aggiunto.Dal sito del ministero della Giustizia:“Prima di assumere l'incarico di Capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e del Corpo di polizia penitenziaria, é stato procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Roma.Nato a Casale Monferrato, si laurea all’Università di Napoli “Federico II” ed inizia la sua carriera in magistratura nel 1976 presso la Procura di Nuoro, per approdare, nel 1983, alla Procura di Roma, occupandosi di terrorismo nazionale ed internazionale, e per nove anni anche di criminalità organizzata.Entra a far parte della Direzione Distrettuale Antimafia, diventando poi coordinatore di un pool di magistrati impegnato nella lotta al terrorismo nazionale e internazionale.Nell’ambito di queste attività ha seguito tutte le crisi internazionali, quali i rapimenti dei nostri connazionali all’estero, le stragi, Nassirya, il sequestro Sgrena, la vicenda Calipari.”.Ebbene, pare che non abbia nessuna esperienza nel settore del diritto civile, meno che mai del diritto amministrativo.È stato messo fuori ruolo per assumere l’incarico amministrativo di cui sopra. Adesso gli sono conferiti poteri straordinari per accelerare e, se del caso, dimezzare i tempi tecnici di costruzione delle nuove carceri; inoltre dovrà presentare, entro 60 giorni dal conferimento dei suddetti poteri speciali, un piano per accelerare la costruzione di nuove carceri, il suddetto piano dovrà prevedere dove saranno costruiti i nuovi carceri e ‘contemplare’ (che strano verbo usa il ministro !): un compito immane, sono curioso di vedere come sarà assolto, se verrà assolto.Il Corriere della Sera riporta la notizia con ulteriori dettagli in un articolo del 24.1.2009.“Carceri «leggere» per detenuti in attesa di giudizio. Nuovi edifici modulari costruiti su terreni demaniali con criteri ecocompatibili, sfruttando vetro, acciaio, materiali isolanti, pannelli fotovoltaici, lampade a basso consumo, caldaie ad alta efficienza termica e, magari, una tinta a basso impatto ambientale per i muraglioni dell'intercinta.”.Carceri leggere ? Davvero ? E i detenuti in attesa di giudizio per mafia, camorra, ‘ndrangheta, narcotraffico, gli aggressori sessuali, i pedofili, gli omicidi seriali, per esempio, li teniamo in attesa di giudizio in carceri leggere ?Siamo su scherzi a parte ?Si richiama il concetto di carcere ecocompatibile, che viene precisato meglio.Ecco in che modo:“«Nella costruzione degli edifici ecosostenibili si dà il massimo risalto all'utilizzo di vetro e acciaio con coperture e pavimento studiati per evitare la dispersione del calore. Ecco, questo potrebbe essere il carcere di nuova generazione: modulare, con edifici concepiti per essere ampliati successivamente». Alfano poi aggiunge che i nuovi istituti verranno costruiti nelle regioni dove ci sono più detenuti, anche per risparmiare disagi alle loro famiglie, nella logica dei differenti circuiti di sicurezza «che può portare al risparmio di un terzo del personale di custodia».”Un altro libro dei sogni, in complicità con un altro ministro della Repubblica:“«L'idea di pensare a carceri ecosostenibili ad emissioni zero mi è venuta con il ministro Prestigiacomo che ha posto la questione in consiglio e che io ho raccolto, così come è piaciuta al presidente Berlusconi. Noi dobbiamo considerare le carceri come tutti gli edifici ecosostenibili: cioè strutture che sfruttano al massimo le possibilità di efficienza energetica e di riciclaggio delle scorie. Puntiamo a un risparmio di energia perché si abbattono le emissioni di Co2 e gli eventuali costi aggiuntivi, tutti da valutare, sarebbero ammortizzati dal risparmio energetico».”.La persona informata sui fatti non può come minimo non sorridere.Il sorriso però poi scompare quando si legge che:“Questo è il piano. Ma la realtà segnalata nelle carceri vecchie e nuove è molto complessa. Esistono intere sezioni, a Pagliarelli come ad Opera, inutilizzate perché non ci sono agenti a sufficienza: «Abbiamo ben presente il problema», dice il ministro. Inoltre non è chiaro se il Dap spingerà per i piccoli istituti o per tre carceri da 5.000 posti là dove servono: Napoli, Roma e Torino.”.«Abbiamo ben presente il problema», dice il ministro Alfano, ma non accenna nemmeno a come risolverlo.Quanto ai tre carceri-mostro ci si deve augurare che si faccia prima uno studio di fattibilità.Provo a dare qualche stima di larga approssimazione.Ci vogliono:a) almeno 5.000 ettari di terreno per ogni carcere;b) almeno 7.500 agenti di polizia penitenziaria in tutto;c) almeno tre dirigenti generali, 45 dirigenti, 45 direttori, 45 funzionari amministrativi, 45 collaboratori di istituto penitenziario, tre direttori amministrativo-contabili con funzioni di ragioniere capo, tre direttori amministrativo- contabili con funzioni di contabile di cassa e del materiale, 45 funzionari contabili, 45 collaboratori contabili, uno stuolo di coadiutori (per non dover impiegare al loro posto gli agenti di polizia penitenziaria, come accade oggi un po' dappertutto nelle carceri) in tutto.Insomma, si creano dei carceri-mostri che saranno: ingovernabili: chiaro ?E come si compensano le imprese promotrici di un “project financing” ?In questo modo: chi costruisce ha in cambio la gestione dei servizi (mensa, lavanderia, manutenzione) che non sono di competenza esclusiva dello Stato (sicurezza e sanità).Per quanti anni ? Io dico 99 (novantanove).Chi pensa che sia una novità, vada a guardarsi i regolamenti degli stabilimenti carcerari dal 1898 in poi e vi leggerà che questi servizi erano in appalto alle imprese del mantenimento detenuti, che però un po’ per volta se ne sono sgravate fino a fornire oggi solo i generi vittuari crudi.Si vede che nessuno ha informato il ministro che i servizi di manutenzione di impianti e fabbricato fanno carico allo stesso capitolo di bilancio che serve per costruire nuove carceri, sia pure del modello con elementi prefabbricati in c.a. (come tutti quelli costruiti fino ad oggi).Il ministro non deve sapere nemmeno che i servizi di mensa (per agenti e detenuti) e di lavanderia (solo per detenuti) fanno carico a diversi capitoli di bilancio.Tutti questi capitoli sono sprovvisti regolarmente della copertura economica, per cui molti pagamenti di un esercizio finanziario sono differiti a quello successivo o a quell'altro ancora.E' accaduto che Enel e aziende del gas abbiano minacciato ed anche sospeso le forniture per morosità dell'amministrazione penitenziaria, almeno in Lombardia.Come saranno fatte le relative convenzioni ?Come le c.d. "convenzioni energia" della CONSIP S.p.A., che sono fallite miseramente almeno nelle carceri e qualche dirigente generale è in giudizio di responsabilità amministrativa presso le sezioni giurisdizionali regionali della Corte dei Conti per "danno all'erario" ?Inoltre, vi sono appalti in corso che dovranno essere prorogati fino alla consegna delle nuove carceri e non è affatto certo che, essendo tali appalti di durata annuale, l'ultimo anno si facciano nuovamente avanti le imprese del settore, che sono destinate a differenziare le proprie attività, che saranno costrette a farlo e che potrebbero mandare deserte le ultime aste, e allora come si farà ?In regime di "prorogatio", che diamine !Ah, già, ma c'è l'esercito!".

3 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Accidenti, mi hai citato !
Grazie, mi sono ripromesso di scrivere un articolo, lo farò oggi, che riepiloga tutti i dettagli del piano come sono emersi dal Corriere della Sera e da Repubblica, con una strutturazione diversa da quella che tu riporti, ma più o meno con le stesse valutazioni.
Gorgona non è esente dal rischio di una ripresa del padiglione per n. 100 posti, voluto dal gen. Carlo Alberto Dalla Chiesa, costruito in pannelli prefabbricati, usando eternit ed amianto che allora, credo, non erano ancora vietati, e che credo non sia mai entrato in funzione.
Però avete in mano un'arma formidabile: quella dell'amianto e dell'eternit !
Non solo.
Sono convinto che il piano del ministro Alfano sia un bluff, lo scriverò nell'articolo cui accennavo prima.

ilgorgon ha detto...

Quell'articolo promesso è stato inserito già in questo testo. Grazia Luigi

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Guarda che è una ricostruzione del tutto diversa e molto più puntuale.
Io la pubblicherei.
ciao.
luigi