mercoledì 17 settembre 2008

L'italiano diverso.

E' da diverso tempo che a girare per le strade d'Italia mi sento osservato, e malamente. Credo che oggigiorno, in Italia, essere povero (o apparire tale) ed avere tratto diversi da quelli italiani (cioè essere ignorante, prevaricare gli altri, mangiare a dismisura, muoveri in branco, parlare solo di calcio e non rispettare gli altri esseri umani, per esempio) sia diventato molto ma molto pericoloso. Ho una vecchia station wagon fiat tempra bianca, sono sposato con un'ivoriana ed ho tre figli mulatti. Per fortuna io sono italiano e faccio il giornalista, altrimenti avrei ancora più paura. Comunque sia mi sento uno straniero pur essendo un italiano al cento per cento, nato a Genova, da padre napoletano di pelle chiara e madre livornese color mozzarella. Lo stesso vale per i miei nonni ed antenati.
Eh sì, perché da qualche tempo ho notato che vengo guardato strano da un sacco di gente che sembra credere di essere - non so bene per quale motivo - migliore di me. Mi guardano male quelli che hanno un auto migliore della mia - e non voglio parlare di chi ha un suv o una porsche - che quasi non mi vedono e, se potessero, sono sicuro che mi passerebbero sopra. Mi guardano male anche quando cammino con mia moglie perché di pelle scura; sento quasi sussurare "poverino quel vecchiaccio che si è preso una puttana giovane (lo hanno scritto in faccia per lo più delle vecchie signore incipriate da sembrare delle mummie, delle beghine e delle benestanti, ma anche il fighettino e il puttaniere di turno o il condomino della porta accanto). Sento questo giudizio che mi attanaglia come fossi colpevole di qualche cosa quando esco con i miei ragazzi (di 12, 9 e 8 anni), per accompagnarli a scuola o entrare in qualche negozio; la gente quasi si scansa e inizio a credere che pensino che sia uno zingaro o qualche accattone che prima o poi suonerà la fisarmonica (fermo restando che queste categorie, se non delinquono, non fanno del male a nessuno).
Insomma, pur essendo italiano (non è che poi ci tenga così tanto), così come lo sono i miei familiari, non solo mi sento come uno straniero a casa mia ma mi sento anche ghettizzato. Ma forse è ora che vada da uno psicologo... .

Nessun commento: