Oggi non mi sento di festeggiare niente, né tantomeno un avvenimento di 70 anni fa che ha prodotto un'Italia come quella di oggi. Mentre sento passare la banda con i gagliardetti e amene corse podistiche mi sento assalito dall'ipocrisia. Cosa stiamo ancora festeggiando?
Se dovessi festeggiare una Liberazione, lo farei perché questo Paese si è finalmente sbarazzato della mafia e dei mafiosi, ma so che non è così. La festeggerei perché la politica ha portato benessere, solidarietà e ricchezza per tutti gli italiani, ma non è così. La urlerei per un Parlamento pieno di gente per bene attente alla cosa pubblica, per delle istituzioni che stanno dalla mia parte, per uno Stato e una burocrazia scomparse, ma non è così. Solidizzerei per una società giusta, con un'informazione libera, con un servizio pubblico degno di tale nome, con una libertà di espressione vera e pulita, ma so che non è così. Gioirei per non vedere più pance gonfie di morte nel Mediterraneo e italiani che girano la testa dall'altra parte, ma purtroppo non è così. Salterei di gioia per una Nazione laica liberata dai condizionamenti del Vaticano e da qualsiasi altra religione, ma ancora siamo al Golgota.
Certo, forse stiamo meglio di quando fummo invasi dai tedeschi e ci alleammo con Hitler, ma non è sicuramente questo il Paese per cui i nostri nonni e i partigiani combattereno, per cui i Costituenti hanno legiferato, per cui gli italiani hanno sognato.
No, anche questa volta non c'è niente da festeggiare, c'è solo da rimboccarsi le maniche per un Italia e un mondo migliore di questo.
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