giovedì 15 agosto 2013
Alla direttrice della colonia penale dell'isola di Gorgona, Maria Grazia Giampiccolo: "Le auguro di tutto cuore un cattivo Ferragosto!"
Isola di Gorgona, 15 agosto 2013
Alla Direttrice della Colonia Penale dell'Isola di Gorgona, Maria Grazia Giampiccolo,
per chi le scrive questo è un cattivo Ferragosto e glielo auguriamo vivamente anche a lei. Oggi io non sono sull'isola insieme alla mia famiglia a causa sua e di questo dovrà renderne conto. Per me, come abitante, come gorgonese, come residente, questo è inaccettabile. Lei, infatti, ha reso possibile una serie di illegalità e ingiustizie sull'isola di Gorgona, utilizzando l'autorità che il suo ruolo le dà, per vendette personali ed evidenti abusi di potere. Non siamo degli sprovveduti e nemmeno dei detenuti alla sua mercé, poveri loro, ed intendiamo difenderci e chiedere legalità in tutte le sedi possibili e finché questa non verrà ripristinata.
Da quando è venuta a dirigere il carcere di Gorgona, con doppio incarico e stipendio con quello di Volterra pur non essendoci quasi mai sull'isola (qui la situazione è allo sbando, senza acqua potabile, con scarso personale, energia elettrica col contagocce, strutture al collasso), ha creato una serie di disagi che saranno sicuramente chiariti in sede processuale, ma che lei può, sin da ora, rimettere al loro giusto posto per evitare conseguenze ancora più gravi.
Innanzitutto lei, insieme al comandante delle polizia penitenziaria dell'isola, Gisberto Granucci, avete architettato un progetto per impedirmi di accedere all'isola e alla mia casa, utilizzando la legge a vostro piacimento e con carte false, come dimostrerò in sede processuale. Questo perché un vero interlocutore gorgonese significa per voi che sull'isola ci sono dei civili e non potete impossessarvene, come avete fatto per esempio con Pianosa, desertificata dei suoi abitanti e senza più un'anima, dove fate il bello e il cattivo tempo. Avete bisogno di ex gorgonesi compiacenti (Ada Mastrangelo, Luisa Citti, Rigoli e via dicendo) che pendono dai vostri favori ministeriali (la casa demaniale, la motovedetta, i prodotti dell'agricola, della pesca e via dicendo), che non disturbano la desertificazione in atto da anni a Gorgona, grazie alla loro ignoranza e alla loro avidità di piccola bottega. Avete bisogno di dimostrare che a Gorgona non c'è un paese (voi lo chiamate addirittura 'zona franca', offendendo la nostra dignità di gorgonesi, che il Comune di Livorno a cui apparteniamo dovrebbe difendere, ma che non fa niente di niente), ma un insieme di persone che con la storia di Gorgona non c'entrano (il cosiddetto consiglio di zona o tavolo permanente, utile a non fare niente in via ufficiale ed aumentare la desertificazione dell'isola). Un gioco a cui, come discendente gorgonese, mi sono opposto e mi opporrò sempre, finché sono in vita, e per il quale avete architettato la vostra meschina vendetta da ottusi burocrati da quattro soldi.
La Procura di Livorno è stata poco attenta a quello che gli avete fornito e si è fidata del vostro ruolo. A torto. Quasi tutte le firme dei gorgonesi firmatari di una lettera contro di me, che chiamerò a testimoniare, sono in stampatello e non veritiere. I resoconti della polizia penitenziaria sono di parte e anche loro saranno chiamati a dimostrarlo in sede processuale e ad assumersi le responsabilità di quello che hanno firmato. Gli scritti oggetto di diffamazione, sul sito che avete spinto a far chiudere ingiustamente, erano già stati tolti da tempo e non contenevano il nome di nessuno. Non motivano, comunque, la chiusura dell'intero sito (che nessun giudice ha chiaramente letto, fidandosi per comodità delle vostre quattro fotocopie di parte), con grave danno per me, per l'immagine di Gorgona, dei gorgonesi abitanti e del nostro Comitato.
Ma lei non si è limitata a questo. Non paga e in accordo con alcuni livornesi che vogliono mantenere la casa qui a Gorgona solo per le vacanze, si è inventata un'accusa contro di me di attentato alla sicurezza del carcere sull'isola per aver invitato delle persone a casa mia in cambio di un rimborso spese. Un'esigenza nata dalla richiesta di alcune persone che visitavano entusiaste il nostro sito e che desideravano conoscere l'isola e la nostra storia. Una prassi,quella di invitare amici e parenti, che fanno tutti i gorgonesi e i cittadini liberi. Affari loro se chiedono un rimborso spese. D'altronde, a nostre infinite richieste di effettuare escursioni sull'isola avete sempre risposto di no, preferendo i vostri amici o persone estranee al territorio e alla nostra storia, che di Gorgona facevano solo scempio.
Lei invece, perfetta sconosciuta sull'isola e tutta presa a farsi vedere in tv con detenuti vestiti da camerieri e a fare il vino, magari cercando di impressionare la Cancellieri di turno, si è permessa di criminalizzare me e la mia famiglia, inviando guardie di finanza laddove non ce n'era assolutamente motivo, intimorendo me e i miei bambini. E ancora ha messo un veto alla concessione secolare dell'abitazione che la mia famiglia ha sull'isola da secoli, permettendola invece a chi qui ci viene solo in vacanza, come Ada Mastrangelo, Nicola De Batte, gli Aureli e i Rigoli, tanto per fare qualche nome. Alcuni di loro, pur se parenti-serpenti, sono nipoti di ergastolani (Ada Mastrangelo) o oggetto di indagini per ammanchi allo spaccio dell'isola (Aureli), altri qui non ci sono mai, ma continuano a venire liberamente e ad invitare persone a loro piacimento, cosa che a noi viene invece oggi stranamente impedita. Non è più chiaro se la stessa legge vale per tutti o per quelli che volete voi. Ma che legge o disposizioni sono se valgono solo per alcuni e per altri no?
Poi, come finale, avrebbe dato in questi giorni disposizioni alla navale della polizia penitenziaria affinché mi venisse impedito di sbarcare sull'isola e di accedere alla mia abitazione. Suppongo usando le falsità precedenti. Fra l'altro, senza darmene alcune comunicazione o motivazione. E' così che agite con i detenuti? Pensate di poterlo fare anche con cittadini liberi e pensanti? Non vi rendete conto di quanto siate ridicoli?
Le consiglio, quindi, di fare un reset di tutto quanto accaduto, di ripristinare la legalità, di ritirare le denunce e i veti che ha messo o fatto mettere ingiustamente sulla mia persona, la mia famiglia e le mie cose. Lo faccia adesso perchè, come ho verificato dagli atti in mano ai miei avvocati, la verità sulla chiusura del sito e sugli altri episodi sopradescritti saranno evidenti e verranno a galla in un'aula di tribunale.
E, ne sia certa, non lascerò niente di intentato, certo di quello che sto dicendo, e qualsiasi cosa farò verrà resa pubblica perché non amo le zone d'ombra. Non sarà certamente il suo piccolo grande ruolo di direttrice di carcere o dei sei luogotenenti della polizia penitenziaria a salvarla dalla giustizia e dalle sue conseguenze. Voi che la amministrate dovete essere i primi a rispettarla ed avete doppia responsabilità rispetto a noi semplici cittadini.
Prima di lei sull'isola sono passati altri direttori e nessuna loro ingiustizia è stata fatta passare gratuitamente. E non sono pochi i veri gorgonesi che, nei decenni, si sono allontanati dall'isola proprio per le vostre angherie, incapaci di difendersi, accellerando la quasi definitiva scomparsa del paese e dei suoi abitanti. Dal 1860, anno dell'insediamento della colonia penale su una parte dell'isola, ad oggi vi potrei fare i nomi e i cognomi di tutti quei gorgonesi che hanno dovuto subire le vostre prepotenze e i vostri abusi di potere. Ma con me nessuno ha mai avuto vita facile e nemmeno lei l'avrà, perché certo dei miei diritti e dei miei doveri, non certo impaurito dalle vostre cariche, al servizio del cittadino e non viceversa.
Venendo a Gorgona, dove siete un po' dei padri padroni, avete grosse responsabilità, e non privilegi con i soldi dello Stato, che sapete ben dissipare. Quasi tutti i suoi precedenti colleghi, come lei d'altronde, avete commesso sempre lo stesso errore: non dialogare con i veri gorgonesi. Non quelli che traggono vantaggio dal loro rapporto con il carcere, ma con chi vuole dare dignità alla discendenza gorgonese ed è disposta a tutto pur di non disperderla. Questo non può impedirlo, nè può cercare di imbavagliarci, nè di intimorarci usando malamente l'autorità che gli è stata data dal ministero di Giustizia. Se ne ricordi.
Rimango in attesa di un suo cortese cenno di riscontro affinché tutta questa storia venga chiarita in via amichevole e si metta fine ad una penosa diatriba dettata solo dalla vostra ignoranza, arroganza e prepotenza.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento