mercoledì 14 agosto 2013

Caro Napolitano, non ti riconosco più come mio presidente, anche perché io e la maggior parte degli italiani non ti hanno scelto. Stai sbagliando e ci stai facendo digerire delle pillole troppe amare per la nostre coscienze



Caro Napolitano, sinceramente non posso riconoscerti come mio presidente. Sono anni ormai che ci stai propinando pillole troppo amare per le nostre coscienze. Sei tu che stai continuando ad alimentare un vulnus nella nostra democrazia, riconoscendo ad un condannato qualcosa che non merita. Tu parli in nome di un'emergenza che non ha alternative, perché cieco non riesci a vederle e vedi solo quelle che hai conosciuto nella tua lunga storia personale all'interno del potere. Ci sono eccome alternative valide e possibili, mille volte migliori di quelle che ci proponi tu. Tu ormai da tempo hai sdoganato un individuo che ha portato alla rovina morale ed economica il nostro Paese. Quello che vuoi salvare è solo uno Stato di privilegiati, mantenendo uno status quo insostenibile, che sta affamando le nostre pancie e le nostre coscienze. Tu riconosci a questo vile individuo, solo perché è stato votato da una moltitudine di persone grazie all'inganno e alla prepotenza, uno status speciale, invece di condannarlo per sempre e cacciarlo dal civile consesso democratica. Anzi, fai di più, come Ponzio Pilato, te ne lavi le mani, non difendi i magistrati che presiedi e, addirittura, gli offri su un piatto d'argento la possibilità di una clemenza che non merita. Caro presidente, ci hai fortemente deluso e continui a deluderci. Ma ormai abbiamo capito che, pur di mantenere i vostri privilegi e la vostra falsa democrazia, anche se questa persona uccidesse qualcuno e venisse condannato all'ergastolo, tu lo salveresti, gettando nello sconforto milioni di cittadini che ormai non credono più in queste istituzioni, in queste idee, in questa giustizia, in questi politici da strapazzo, in questi burocrati che rubano milioni di euro al mese a noi contribuenti. Caro presidente, noi aspettiamo solo le tue dimissioni, una nuova legge elettorale, una nuova leadership. Non questa ciurmaglia raccogliticcia che sperpera il bene comune e la nostra anima, venduta ormai al diavolo di turno. Tu non sei più il nostro presidente, sei solo un nuovo Ponzio Pilato che riconosce a Barabba il diritto di uccidere Dio.



"Chi state proteggendo? Dico a voi, nelle istituzioni, nel governo, nei partiti, oltre a voi stessi. Di sicuro non l'Italia. Un condannato per frode fiscale non può essere interlocutore della presidenza della Repubblica e del presidente del Consiglio, anche se Napolitano e Letta Nipote devono a lui l'elezione. Di quante divisioni dispone Berlusconi? Quanti pennivendoli ha a libro paga? Quanti parlamentari del pdmenoelle sono ai suoi ordini, oltre ai suoi impiegati, perché altro non sono, fatti eleggere nel pdl? Quante televisioni possiede? Quante persone possono essere ricattate da quest'uomo? In questo Paese se non sei ricattabile non puoi fare politica, quanti scheletri ci sono nei suoi armadi? Lagrazia, la si chiami come si vuole: agibilità politica o clemenza non gli può essere concessa. L'Italia è una repubblica parlamentare, il popolo dovrebbe essere sovrano, ma non conta nulla. Chi state proteggendo insieme a Berlusconi? Quali poteri economici? Il vostro pericolante futuro, le vostre sconfitte, i corrotti? Avete ridotto il Paese a un deserto economico e sociale e vi aggrappate a un delinquente per sopravvivere. Non vi fate almeno un po' schifo? Non dite una parola di sostegno al giudice Esposito attaccato dal partito del Padrone e dai suoi giornali? Se Berlusconi sarà salvato, moriranno le istituzioni. Napolitanouscirà di scena nel peggiore dei modi. Il mio consiglio è che rassegni ora le dimissioni. Il mutismo del pdmenoelle è quello dei complici, degli ignavi, di chi più prosaicamente non vuol perdere la pagnotta, la poltrona, il potere che si è autoconferito insieme al suo sodale di Arcore. Il MoVimento 5 Stelle non resterà a guardare, questo è certo. Prepariamoci all'autunno". (dal blog www.beppegrillo.it)
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