lunedì 5 gennaio 2015
La fama e il macellaio
Sotto le finestre a serranda dell'appartamento dove abito da qualche anno, al secondo piano, vedo tutti i giorni scorrere la vita di un macellaio. Sì, un macellaio, il più ricercato della cittadina che mi ospita. Quei pochi che mi leggono e che ancora non pensano che forse Antonio sta perdendo la brocca, si chiederanno: ma adesso che c'entra il macellaio?!? C'entra, eccome se c'entra! Anche se non mi sta molto simpatico perché mi sveglia tutte le mattine alle quattro con la sua saracinesca del negozio, i camion che gli scaricano la carne, i suoi aiutanti e la sua prepotenza burbera, è il mio esempio preferito per sostenere che: non ritengo che la vita di questa persona, che poi non se la passa così male ma potrebbe, pur se anonima e non famosa come alcuni tromboni che passano in tv o muoiono come tutti noi, sia meno o più importante di tante altre. Perché debbo addolorarmi od interessarmi se muore il divo famoso, lo scrittore noto o il musicista orecchiato, e non se affoga un africano nei nostri mari o il mio macellaio? Mi si dirà: ma quelle persone sono famose perchè sono entrate nel nostro immaginario e hanno toccato i nostri animi. E allora? Non ritengo affatto che debba ricordarmi di chi è stampato su un libro o in una pellicola, e non di una qualsiasi altra persona. Le loro vite, le nostre vite, secondo dopo secondo per tot secondi, hanno la stessa importanza e lo stesso spessore di una persona nota, lo stesso valore rispetto all'esistenza!
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