venerdì 20 settembre 2013
Quando Facebook può essere una trappola
Ieri mi sono cancellato da Facebook. Improvvisamente mi sono accorto che, dopo un primo momento di euforia per aver ritrovato dei vecchi amici, praticamente non mi serviva a nulla, metteva in piazza molte informazioni sulla mia privacy, non capivo bene chi leggesse o meno i miei interventi ed era sempre più pieno di pubblicità. E che non mi aiutava a comunicare ma, al contrario, mi isolava di più. I vecchi amici ritrovati, dopo un po', diventavano una zavorra inutile, perché ormai non avevamo più niente da dirci. Molti messaggi, che volevo condividere solo con alcuni, venivano letti da altri amici, magari da parenti, o addirittura dai miei figli. Le mie vere esigenze, poi, se comunicate, venivano travisate o inevase. Insomma, ho dovuto darci un taglio. E, devo dire, che mi sono sentito di nuovo un po' più libero. Forse, prima o poi, sarà meglio anche chiudere questo blog. E,magari, anche l'email, ormai zeppa di spam. In fondo, dopo un effimero momento di notorietà, l'anonimato è un bene da salvaguardare a tutti i costi.
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