Nessuno si è fatto avanti per solidarizzare con la mia iniziativa per aiutare la Costa d'Avorio. Nemmeno un centesimo, che non siano i pochi che ho, è arrivato per poterlo trasferire nel Paese africano. A volte non capisco come una persona ragiona o sia obnubilata dalla tv e dalle informazioni farlocche che riceviamo 24 ore su 24 nel nostro cervello: se si vedono iniziative mediatiche, con volti celebri (vedi i ridicoli Angelina Jolie e Brad Pitt con i figli adottati al collo, George Clooney con la malaria, Sofia Loren madrina Unicef e quant'altro, che non stanno facendo altro che continuare a farsi delal pubblicità senza smuovere veramente alcunché) o ong sconosciute, o organizzazioni cattoliche, si è pronti a dare. Anche se nessuno sa dove esattamente questi soldi vadano a finire e chi ne ottenga veramente beneficio. Ma se a proporlo è uno che si conosce personalmente, un mister nessuno perché magari non appare sui media, allora si gira la testa dall'altra parte. Le donazioni sono spontanee e ognuno è libero di fare dei suoi soldi quello che vuole, ma forse sarebbe anche l'ora di svegliarsi e sapere veramente dove si può aiutare e dove invece si sta ingrassando qualcuno.
Su questo aspetto, nella mia esperienza in Costa d'Avorio, posso affermare: i missionari sono una goccia nel mare che in quelal realtà non conta niente e che operano in un contesto di cui pochi ne conoscono i veri contorni, di ong ce ne sono pochissime che funzionano e la maggior parte servono ad ingrassare qualche locale che ha trovato così una forma di sopravvivenza o addirittura di potere rispetto alla normale popolazione, le grandi organizzazioni (unicef, onu, fao e via dicendo) sprecano in stipendi e ville lussuose quello che dovrebbero devolvere alla popolazione, le adozioni a distanza non sempre funzionano e non si sa esattamente con quali criteri vengono gestite.
Insomma, per quel che ne so e ho visto, qui da noi si raccontano un sacco di frottole sul continente africano, compresi i grandi media mordi e fuggi con i loro resoconti tutti uguali (vedi Darfur, Biafra, bambini con le mosche sugli occhi e altri immagini similari che offenderebbero anche l'ultimo della Terra), e che se si vuol fare qualcosa, e non solo scaricarsi la coscienza, bisogna conoscere e sapere cosa si sta esattamente facendo.
Evitare poi le ipocrisie: non si può adottare un bambino povero a distanza e poi prendere a calci nel culo il primo bengalese che ti lava i vetri al semaforo... . Tanto meglio sarebbe aiutare il bengalese o il barbone della stazione Termini, portarselo a casa, aiutarlo ad inserirsi e via discorrendo. Questo sarebbe veramente aiutare qualcuno, non la caritas pelosa di molti cattolici che poi, magari in Africa, vivono situazioni di privilegio grazie proprio alle nostre donazioni. O di parrocchiane in Italia che poi schifano il primo ragazzo di colore che tenta di vendergli i calzini. Forse non lo sapete, ma è suo figlio quello che dite di adottare a distanza quando fate dei bei discorsi in chiesa e donate vestiti che non mettete più. O quelli che pagano una prostituta bambina all'Eur delle favelas brasiliane per poi prendersi cura dei piccoli mulatti sudamericani. O dire 'fora dalle ball' e far perire nel Mediterraneo centinaia di persone grazie a leggi razziste e ad ingressi vietati e poi a quelle stesse persone dire di aiutarle accogliendole nelle mense dei senza tetto o lasciandole in strutture lager.
Insomma, il prosciutto sugli occhi va bene, ma ogni tanto bisogna anche saperselo levare.
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