"Il 13 febbraio sarò a Milano e parteciperò alla silenziosa manifestazione di fronte alla Procura convocata da Beppe Giulietti, Federico Orlando e Articolo 21 e poi rilanciata ieri da Barbara Spinelli, Michele Santoro e Marco Travaglio. Ci sarò e ci saremo noi tutti dell’Italia dei Valori perché pensiamo che non si possa più rimanere inerti di fronte alle manovre sempre più sfacciatamente golpiste dell’uomo che indegnamente ricopre la carica di Presidente del Consiglio e che ormai, pur di sfuggire alla giustizia, è pronto davvero a tutto.Se fossi solo io – che sono il responsabile di un partito dell’opposizione al governo e alle politiche di Silvio Berlusconi - a dire che non è più possibile e che è addirittura indignitoso e vergognoso che l’Italia democratica non faccia sentire la sua voce di fronte all’enormità di quello che sta succedendo, si può pensare che lo faccia per propaganda e per tirare acqua al mio mulino.
Ma se questa domanda se la fa tutto il mondo democratico, se addirittura un grande giornale come il New York Times fa un intero inserto speciale per chiedersi cosa sta succedendo all’Italia e agli italiani e perché sopportano quello che nessun paese democratico sopporterebbe, è segno che a pensare che la misura sia colma non sono più solo Antonio Di Pietro, l’Italia dei valori e l’opposizione. E’ tutto il mondo civile e democratico.Per il 13 febbraio, sempre a Milano, Silvio Berlusconi ha convocato una manifestazione nazionale in difesa di se stesso. Di lui tutto si può dire ma non che non sia furbo. Adesso che è stato colto con le mani nel sacco e che i suoi comportamenti indegni sono stati scoperti, lo sa benissimo che per difendersi dalla vergogna, dal discredito e dalle conseguenze penali delle sue azioni deve buttarla in politica. Cercherà di far credere agli italiani che in gioco non ci sia il suo tentativo di farla franca ancora una volta, come fa da vent’anni a questa parte, ma un complotto organizzato dai suoi nemici politici.
In tutto il mondo queste menzogne ridicole vengono prese per quello che sono: il disperato tentativo di un dittatorello al tramonto di salvarsi in qualunque modo. Ma in Italia Berlusconi ha il suo codazzo di servi pronti a ripetere ogni bugia, anche le più assurde, fregandosene della figura che fanno loro stessi. Ha le sue televisioni che lanciano i suoi videomessaggi, naturalmente senza alcun contraddittorio, i suoi comunicati e le sue “risoluzioni strategiche”. Controlla anche le televisioni che non sono sue ma nostre, che paghiamo noi cittadini, può dare ordini a un direttore generale della Rai che in un paese libero sarebbe già stato cacciato da un pezzo a pedate nel sedere.Quello che fa ridere e che indigna tutto il mondo, qui da noi in Italia può essere preso sul serio grazie ai mezzi di cui il satrapo dispone e grazie al servilismo che lo circonda. A questo serve la manifestazione contro i giudici che Berlusconi vuole organizzare, a questo servono le sceneggiate dei suoi deputati-maggiordomi in televisione, le sue pubbliche escandescenze, come nella oscena telefonata a Lerner, e i suoi comunicati televisivi. Tanto è sicuro che la piazza riuscirà a riempirla, anche perché male che vada può sempre affittare dei manifestanti, come si affitta ogni sera decine di ragazze compiacenti per illudersi di essere amato.
Purtroppo però non è solo un patetico gioco e di mezzo non rischia di andarci solo l’uguaglianza di tutti di fronte alla legge ma la stessa democrazia italiana. Quello di Berlusconi è un attentato continuo e ormai metodico alla nostra Costituzione, della quale se vincerà non resterà più nulla.E succederà se gli italiani, se noi italiani democratici e liberi non cominciamo a farci sentire, non usciamo da questo sonno che stupisce il mondo. Per questo noi parteciperemo a tutte le manifestazioni che sono state e che saranno convocate in difesa della Costituzione, della libertà d’informazione e dell’uguaglianza di tutti di fronte alla legge. Questa eguaglianza, senza la quale il diritto se ne va a ramengo, non è minacciata solo dalle pretese di impunità dell'impunito di Arcore, ma anche dalla inettitudine e dal disinteresse per i cittadini del suo governo.
Ieri il pg della Cassazione Vitaliano Esposito, nella sua relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario, ha denunciato la “situazione fallimentare” della giustizia e dei suoi tempi. Ha detto che ormai “non siamo nemmeno più in grado di pagare gli indennizzi dovuti per la violazione dei canoni di un giusto e celere processo”.Oggi gli ha risposto il ministro Alfano, e ha detto che invece “tutto va bene madama la marchesa”, che il governo ha fatto miracoli e che se qualcosa ancora non va perfettamente la colpa è degli altri, delle “resistenze corporative che ostacolano qualsiasi tentativo di riforma del sistema giudiziario”.
Per il Presidente del Consiglio e per i suoi ministri la colpa è sempre degli altri. Invece la colpa è solo loro, perché sono loro quelli che dovrebbero governare e non lo fanno. Sono loro quelli troppo occupati a pensare sì alla giustizia, però non a quella che interessa i cittadini, ma quella da cui deve difendersi Berlusconi. Ma quando, per colpa dell'insipienza del governo, la macchina della giustizia diventa lentissima e inefficiente non si può più parlare di uguaglianza di fronte alla legge: perché alcuni, i più ricchi e i più potenti, i privilegiati, possono nuotare anche in quelle acque, mentre chi non è ricco e potente ci affoga e deve rassegnarsi a non ottenere mai giustizia.
Per tutti questi motivi, saremo presenti a Milano il 13 febbraio insieme a Santoro, Travaglio e art. 21, e lo saremo ancora e prima, il 29 gennaio sempre a Milano per la manifestazione indetta dalle donne “Mobilitiamoci per ridare dignità all’italia”. E ancora il 5 febbraio a Milano, alla manifestazione di Libertà e Giustizia “Dimettiti. Per un’Italia libera e giusta”, e il 6 ad Arcore, a quella indetta dal Popolo viola, per chiedere le dimissioni di Berlusconi e di nuovo il 12 febbraio “Adesso Basta! Berlusconi dimettiti”, in tutta Italia.
Ci saremo sempre e ovunque perché è ora di rompere l’incantesimo grazie al quale Silvio Berlusconi tiene in ostaggio questo paese, e non lo si può più fare restandosene chiusi in casa.Ci saremo anche perché non vogliamo che la rabbia che cresce in questo paese tra le vittime di una crisi che il governo fa pagare solo ai poveracci, ai lavoratori, ai precari e ai giovani esploda nelle piazze. E sappiamo che questo rischio c’è. Può essere scongiurato solo da una mobilitazione pacifica, democratica e non violenta. E al tempo stesso ferma, coraggiosa e decisa, talmente forte da riportare libertà e dignità in Italia.Insomma partecipiamo e mobilitiamo l’indignazione collettiva per evitare la rivolta violenta che oramai è alle porte, se non ci diamo una mossa a liberare il paese dal nostro piccolo meschino dittatorello di Arcore". (Antonio Di Pietro)
Nessun commento:
Posta un commento