"Se alla fine passerà questa porcheria sovietica di legge che inceppa le intercettazioni telefoniche, le intralcia nello spazio e nel tempo, ne vieta per anni la pubblicazione e insomma le cancella sine die, bisognerà inventarsi delle contromisure al di là dei singoli giornali/giornalisti disposti a rischiare sanzioni e galera per quel po’ di inchiostro indispensabile alla libertà di stampa. Di Pietro ha detto che leggerà in aula i testi delle intercettazioni per trasformarli in atti parlamentari e quindi liberarli sebbene in forma stenografica. Sarebbe cosa buona e giusta che anche gli altri parlamentari dell’opposizione facessero altrettanto. E magari i senatori a vita, in nome della Costituzione. E le numerose Fondazioni, mirabili di arredi e convegnistica, impegnate in massime et eccellentissime architetture riformiste. E poi gli attori, i comici, i premi Nobel disponibili. Giusto per moltiplicare i punti di fuga di quello che si vorrebbe imprigionare (e gestire) nel segreto. Servirà il Web, naturalmente. Ma non sarebbe male usare anche le bacheche scolastiche, aziendali. Riesumare quella antica forma di carta e manovella, oggi sostituita dalla velocità digitale, che si chiamava volantinaggio e costituiva una delle più semplici e efficaci forme di informazione orizzontale. E se tutto ci fosse precluso in patria andrà benissimo pure un banchetto a Bruxelles, uno a Ginevra e uno al 760 di United Nations Plaza, New York, magari insieme con i kazaki, i ceceni e i redattori del Tg1. Parliamone. (dal blog di Marco Travaglio e Peter Gomez)
Io metto a disposizione il mio blog, la mia famiglia, le mie conoscenze, tutto me stesso e quello che ho.
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