Nella foto qui sotto, capodanno a casa mia: un moldavo, un rumeno, un italo-ivoriano, un italo-inglese, un polacco-egiziano, tre italiani, un brasiliano, un italo-peruviano, un italo.filippino, due tunisini, un marocchino, un'italo eritrea. Non é l'inizio di una barzelletta. Sono questi gli amici e le amiche di uno dei miei figli, sedicenne, che hanno trascorso la fine dell'anno a casa nostra. Tutti insieme. Si mangia: lasagne, polpette, lenticchie, mimosa, attieké, dolcetti dell'est, sauce arachide. Si gioca a scacchi, a carte, alla play e a freccette. Si ascolta musiche di tutti i tipi. Questa é la realtà, in Italia, che vivo io e tante altre persone. Ma quello che vedo e che leggo é invece un'Italia di vecchi che non esiste più. Siamo certi che le nostre scuole, la nostra politica, la nostra cultura, le nostre istituzioni, i nostri rappresentanti, rappresentino questa realtà, quella vera in Italia? O siamo ancora ancorati a degli stereotipi, come quelli dell'italiano medio, cattolico, provincialotto per non dire ignorante, che crede che la sua nazione sia la migliore (o la peggiore), che il suo cibo sia il migliore, che la sua religione sia la migliore, che la sua scuola serva a conoscere il mondo e non sempre i soliti autori di cento anni fa? Siamo sicuri? Perché é da questo mondo che non ci
saranno più barriere, più pochi ricchi e miliardi di poveri in un
sistema capitalistico fallito e un comunista passato, guerre di
religione, benessere e attentati, uscendo da una logica aberrante di
contrapposizione, di odio, di agressione verso gli altri, di
colonialismo economico-culturale, di ignoranza.... .
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