Ci vuole una bella faccia tosta, come quella del pallonaro di Palazzo Chigi, per festeggiare 30 anni di internet. L'Italia é indietro di decenni rispetto alla media dei Paesi, anche di alcuni africani. Ma cosa c. si festeggiano?
Mi ricordo il primo 'Brothers', un computerino portatile con una sola riga, con il quale, appggiando il telefono su una specie di modem, mandavo i primi articoli come corrispondente del 'Messaggero' dai Castelli Romani, grazie a Corrado Giustiniani, che già era un inviato di punta, che mi presentò alla Regioni di Luciano Ragno. Me lo diede il mellifluo Malgeri, uno dei pochi che non amavo nel quotidiano.
Sì, era il 1986 credo, e abitavo a Villa Aldobrandini a Frascati. La mattina me ne andavo in piazza, al bar dei glicini, a farmi un cappuccino e a leggere i giornali, poi via per ospedali e preture. Che scuola! Altro che la facoltà di giornalismo che ti dichiara professionista del nulla! Il primo contratto con lo scoop dell'assassinio di due donne, madre e figlia, a Squarciarelli di Grottaferrata. Gli assassini due giovani ragazzi in cerca di soldi per la droga che frequentavano la loro tabaccheria, ancora chiusa, mentre uno di loro ha finito di scontare la pena proprio in questi giorni. A mezzanotte telefonai all'unico cronista di turno e rifacemmo la prima pagina, bruciando la concorrenza e facendo incazzare i carabinieri che avrebbero dato la notizia la mattina dopo. Sognavo la redazione degli esteri ma quella che macinava articoli era la Cronaca di Roma di Vittorio Roidi.
Credo che internet sia rimasto al palo da quei tempi, altro che festeggiare 30 anni!
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