domenica 20 marzo 2016

Amarcord. Firma per non disperdere il patrimonio gorgonese...

Matrimonio di Gino Citti con una Dodoli...

Da diversi mesi, grazie all'organizzazione internazionale Avaaz, abbiamo dato vita a due nuove ed importanti petizioni. Spero vorrete  firmarle, convidendole con me, con i vostri amici e i vostri conoscenti. La prima petizione si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona". La seconda: "No al rigassificatore nel Santuario dei Cetacei". 
Entrambe riguardano l'isola di Gorgona, il suo mare e il Parco Naturale dell'Arcipelago Toscano.



A Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo proprio a causa del carcere.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto è diventata per gli ultimi abitanti la sola priorità. O il carcere o i gorgonesi è l'unica scelta da fare per non disperdere per sempre la storia e il patrimonio del villaggio degli antichi pescatori. 
La secolare convivenza tra colonia penale e gli ultimi abitanti è infatti ormai carta straccia. Con dei pretesti normativi legati alla sicurezza del carcere, si è arrivati addirittura all'interdizione ad alcuni abitanti di accedere al proprio luogo di residenza e alla propria casa nel paese di Gorgona.  
Dal marzo 2015 non viene nemmeno più assicurata l'assistenza medica ai gorgonesi e non ci sono trasporti pubblici marittimi.
 Il loro sito é stato chiuso di forza e denunciati i componenti del comitato locale con varie pretesti normativi.I loro manufatti, come la Torre Vecchia, sono stati abbandonati alla rovina, il loro paese al decadimento.
L'obiettivo è di spopolare l'isola, chiudendola ai civili, per poi magari andarci a fare le vacanze gratis con la scusa di cooperative estranee al territorio, o di svenderla a qualche riccone con la scusa di iniziative tese a riedecurare i pochi detenuti rimasti. 
E' gia successo con la vicina isola di Pianosa, anch'essa in passato sede di un carcere e di un paese, dove i pianosini sono stati defintivamente fatti allontanare, mentre il ministero ha mantenuto la proprietà e il controllo dell'isola a suo piacimento. 
Questo anche grazie a meschini interessi di bottega proprio degli stessi pianosini o di alcuni gorgonesi, che imparentatesi con i dipendenti carcerari, hanno disperso definitivamente le radici civili originarie per trarne dei benefici personali alle spalle del ministero di Giustizia, dove si sono impiegati uscendo da una vita miserevole. 
Purtroppo nemmeno il nuovo sindaco di Livorno pentastellato, Filippo Nogarin, difende i suoi concittadini gorgonesi, ormai lasciati in balìa di se stessi. Anzi, ha addirittura firmato un protocollo d'intesa, dandogli diecimila euro al mese, ad un'organizzazione invisa a tutti per il suo turismo distruttivo, senza ascoltare nemmeno un discendente gorgonese.
E' necessario fermare subito questo Stato famelico ed incompetente, che passa sopra la vita e gli affetti dei suoi cittadini. 
Per questo stiamo studiando anche una class action di tutti i discendenti gorgonesi contro il ministero di Giustizia, il  Demanio di Stato, il Parco dell'Arcipelago Toscano, la Regione Toscana e il Comune di Livorno, per non aver protetto adeguatamente l'isola ed per essersi resi responsabili della possibile e definitiva scomparsa del paese di Gorgona e dei suoi abitanti
L'obiettivo finale dei discendeti gorgonesi é di ripopolarla e destinarla ad un agriturismo protetto.
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Se vuoi aiutarci e firmare la petizione,condividendola, clicca sul link qui sotto:
http://www.avaaz.org/it/petition/Chiudiamo_il_carcere_dellIsola_di_Gorgona/?launch


Intanto è purtroppo già attivo a Livorno, non lontano dall'isola di Gorgona, un enorme rigassificatore che hanno piazzato proprio all'interno del Santuario dei Cetacei e del Parco dell'Arcipelago Toscano. Inutile dire che tutti gli enti preposti alla salvaguardia di questo territorio (Regione Toscana, Parco, Comune di Livorno) non hanno alzato un dito per fermare questa ignominia. Anzi, hanno fatto di tutto per incentivare l'arrivo di questo ecomostro, i cui guadagni andranno esclusivamente in tasca ai promotori dell'iniziativa, mentre le spese saranno pagate invece sulle bollette Enel da tutti i contribuenti italiani. 
Per ora, per nostra fortuna, non hanno venduto un chilo di gas... .
"Ma é notizia recente che rigassificatore OLT offshore al largo delle coste livornesi e pisane abbia incassato 45 milioni di euro nel 2014, e addirittura 80 milioni nel 2015,
 tutti pagati dalle nostre bollette, cioè dalla fiscalità generale o, per capirci meglio, presidirettamente dalle nostre tasche. Questa fra l'altro è solo la punta dell'iceberg, visto che per il ben noto decreto bipartisan, che permette a queste”opere strategiche” di esse remunerate anche in caso di non funzionamento, garantirà al rigassificatore OLT offshore gli introiti per almeno 20 anni. Facile fare “impresa”, così, non c'è che dire.
 Personalmente credo che questa sia un'oscenità intollerabile, soprattutto in un periodo di vacche magre come questo, dove le famiglie arrivano con difficoltà a fine mese, dove gli sfratti per morosità incolpevole sono all'ordine del giorno, dove migliaia digiovani annaspano e vivono con grandi difficoltà, sia materiali cheesistenziali, a causa della mancanza di lavoro e comunque d opportunità di reddito. Chi sosteneva che il rigassificatore avrebbe portato lavoro ericchezza sul territorio è stato accontentato, smentito clamorosamentee senza possibilità di appello. Chi invece sosteneva il contrario come il comitato no offshore che si è battuto da subito per evitarequesto scempio e questo ennesimo smacco alla popolazione, ha avutopurtroppo una tragica conferma della verità delle proprie asserzioni,che la gente aveva recepito, manifestando più volte in gran numero contro la realizzazione del rigassificatore, ma non gli amministratori, che anzi hanno sempre ostacolato apertamente la corretta informazione su tale questione, facendosi beffe didemocrazia, partecipazione e quant'altro.Adesso qualcuno dovrebbe pagare per questo, e non certo Pantalone, chesta pagando e comunque ha pagato già più che abbastanza. Ma è facileprevedere che nessuno verrà mai ritenuto responsabile di niente, e che l'unica cosa per la quale ci sarà una lotta, sarà per la spartizione del bottino, già oggi congruo ma destinato ad aumentare in modoesponenziale. Finché almeno continueremo a sopportare tutto questo" (Massimo Maggini).
Una vera truffa. 
Il rigassificatore va fermato a tutti i costi perché dà un colpo mortale all'ambiente e alla bellezza del Santuario dei Cetacei, oltre ad essere un pericolo per eventuali esplosioni e per l'utilizzo di sostanze chimiche ripulenti. 

Se vuoi aiutarci e firmare la petizione, condividendola, clicca sul link qui sotto:
http://www.avaaz.org/it/petition/No_al_rigassificatore_nel_mare_del_Santuario_dei_Cetacei/?launch

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