giovedì 9 ottobre 2014

Il corto circuito

In un processo a Palermo sulla trattativa Stato-mafia c'è stato l'accostamento visivo tra il top delle nostre istituzioni e il top dell'efferratezza. Nello stesso processo, come testimoni e imputati, Napolitano è vicino a Totò Riina. Un corto circuito che dà l'idea di dove si sia spinta la nostra democrazia, unendo il massimo dei nostri simboli con la feccia umana. Oggi, le nostre istituzioni sono impregnate di questo innaturale connubio, rendendo la vita italiana un'ombra sordida dove il lecito viaggia con l'illecito, dove in Parlamento siede chi dovrebbe stare in galera, dove governa un clown travestito da riformista. L'Italia del gattopardo ha subito un'inclinazione verso il peggio. Solo una nuova classe dirigente, pulita, fuori dalla logica dei partiti e dalle lobbies, potrà ridare dignità a noi stessi e all'Italia.

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