domenica 12 ottobre 2014

Firma per salvare Gorgona!



Da diversi mesi, grazie all'organizzazione internazionale Avaaz, abbiamo dato vita a due nuove ed importanti petizioni. Spero vorrete  firmarle convidendole con me, con i vostri amici e i vostri conoscenti. La prima petizione si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona". La seconda: "No al rigassificatore nel mare del Santuario dei Cetacei". 
Entrambe riguardano l'isola di Gorgona e il suo mare, nel Santuario dei Cetacei e nel Parco Naturale dell'Arcipelago Toscano.


A Gorgona, infatti, a sole 19 miglia da Livorno, coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo proprio a causa del carcere.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto è diventata per gli ultimi abitanti la sola priorità. O il carcere o i gorgonesi è ormai l'unica scelta da fare per non disperdere per sempre la storia e il patrimonio del villaggio degli antichi pescatori. 
La secolare convivenza tra colonia penale e gli ultimi abitanti è carta straccia. 
Con dei pretesti normativi legati alla sicurezza del carcere si è arrivati addirittura all'interdizione ad alcuni abitanti, da parte del ministero di Giustizia che gestisce la prigione, di accedere al proprio luogo di residenza e alla propria casa. 
L'obiettivo di questi mediocri burocrati, che paghiamo anche 20.000 euro al mese per fare poco e niente, è di spopolare l'isola chiudendola ai civili per poi andarci a fare le vacanze gratis con la scusa delle cooperative per detenuti. 
E' gia successo con la vicina isola di Pianosa, anch'essa in passato sede di un carcere e di un paese. 
Per questo motivo sono stati anche di nuovo interrotti i collegamenti marittimi pubblici con Gorgona, impedendo così qualsiasi accesso civile all'isola.
Bisogna fermare questo Stato famelico ed incompetente, che passa sopra la vita e gli affetti dei suoi cittadini.
Per firmare clicca qui sotto:
http://www.avaaz.org/it/petition/Chiudiamo_il_carcere_dellIsola_di_Gorgona/?launch


Intanto è già arrivato a Livorno, non lontano dall'isola di Gorgona, un enorme rigassificatore che hanno piazzato proprio all'interno del Santuario dei Cetacei e del Parco dell'Arcipelago Toscano. Inutile dire che tutti gli enti preposti alla salvaguardia di questo territorio non hanno alzato un dito per fermare questa ignominia. Anzi, hanno fatto di tutto per incentivare l'arrivo di questo ecomostro, i cui guadagni andranno in tasca ai promotori dell'iniziativa, mentre le spese saranno pagate invece sulle bollette Enel da tutti i contribuenti italiani.
Il rigassificatore va fermato a tutti i costi perché darebbe un colpo mortale all'ambiente e alla bellezza del Santuario dei Cetacei, oltre ad essere un pericolo per eventuali esplosioni e per l'utilizzo di sostanze chimiche ripulenti. 
Aspettiamo che il nuovo sindaco pentastellato di Livorno faccia qualcosa dopo decenni di complicità del pd labronico. 
Per ora il mercato è dalla nostra parte perché nessuno ha fatto un'ordinazione e forse il rigassificatore chiuderà per mancanza di clienti!
Per firmare clicca qui sotto:
http://www.avaaz.org/it/petition/No_al_rigassificatore_nel_mare_del_Santuario_dei_Cetacei/?launch




Ripristinare i limiti tra carcere e paese, liberando le case del borgo dalla presenza della polizia penitenziaria.
Cambiare direttori, comandanti, contabili e vecchi agenti.
Per ritrovare una serenità, una pulizia e un equilibrio degni di un paese civile
"Se il paese vuole salvarsi dall'invasione della colonia penale vanno ripristinati subito i limiti di demarcazione tra il paese civile e la colonia penale, liberando le case del borgo dalla presenza della polizia penitenziaria, soprattutto di chi deturpa giornalmente il paese, e decongestionare il molo dalle attività del carcere.
Ora che un cambio di direzione nella prigione è ormai alle porte, con conseguente avvicendamento di eventuali comandanti della polizia penitenziaria, dopo un interregno di quasi tre anni dove la mancanza di comando è stata una regola, lasciando l'isola di Gorgona in balia di personaggi dubbi e non all'altezza della situazione, con la mancanza di controllo sui conti spropositati di questa amministrazione penitenziaria, è necessario un avvicendamento e una verifica su tutta la contabilità di questi ultimi anni.
Una volta riconosciuta la parte civile del paese, da ristrutturare, ripopolare e far rivivere economicamente, anche per il reinserimento degli stessi detenuti in un tessuto civile, va messa sotto controllo da persone competenti tutta l'attività dell'azienda agricola, della pesca e delle escursioni, inserendo persone preparate nel posti chiave sia delle attività produttive che della contabilità, con giovani leve non inquinate da personaggi e famiglie che hanno rovinato e dissanguato il paese di Gorgona ed imbarbarito l'ambiente per decenni. Vanno allontanate una volta per tutte quelle persone che credono ancora di poter spadroneggaire con i soldi dello Stato e con la prepotenza. Questo va fatto insieme, popolazione civile e direzione penitenziaria, prima che sia troppo tardi. Noi abitanti siamo pronti a fare la nostra parte e prenderci le nostre responsabilità.
I falsi padroni dell'isola di Gorgona con i nostri soldi
C'è una razza padrona sull'isola di Gorgona che crede di poter spadroneggiare senza utilizzare un euro del proprio patrimonio personale, anzi utilizzando i soldi dello Stato, cioè i nostri soldi. Qui su quest'isola che non si riesce a liberare da scrocconi, maleducati e falsi padroncini, c'è chi crede che i posti barca, senza sganciare una lira, siano ereditari, che il paese possa diventare un immondezzaio per i lavori di ristrutturazione delle abitazioni tolte ai gorgonesi per darle all'amministrazione penitenziaria, che si possano calunniare gratuitamente i gorgonesi mettendo in piazza vicende private gonfiate ad arte, che le case da riparare possano essere solo quelle della polizia penitenziaria, che il pesce degli allevamenti e del progetto pesca dei detenuti siano roba privata, che i prodotti dell'azienda agricola possano essere distributi a discrezionele di turno, che i detenuti possano essere utilizzati come dipendenti privati, che lo spaccio non sia un bar per tutti ma per pochi con i prezzi che possono variare a secondo del cliente o dell'amico avventore. Questi padroncini con il denaro degli altri, questi clan da quattro soldi, forse hanno dimenticato di non possedere alcuna proprietà privata sull'isola, di essere stipendiati dallo Stato, cioè da tutti i cittadini italiani, e di aver lucrato per decenni sui beni pubblici ricavandone enormi vantaggi personali a scapito del benessere generale e della stessa Gorgona. Queste persone hanno dimenticato di essere al servizio della comunità e che su quest'isola niente gli appartiene finché non se lo sono sudato e comprato". (Luigi Morsello, ex direttore del carcere di Gorgona ora scomparso, dal suo blog del 10 luglio 2014, riprendendo un mio articolo ancora attuale sul sito dell'isola di Gorgona www.ilgorgon.eu, oscurato ad arte con false prove dalla Procura di Livorno, fino all'allontanamneto coatto del portavoce dei gorgonesi, un'ingiustizia che grida vendetta da tempo)

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