domenica 10 agosto 2014

Siamo tutti boy scout!

Nel lontano 1965, quando avevo 10 anni, facevo la quinta elementare ed abitavo a piazza Ottavilla a Monteverde Vecchio. Facevo il lupetto negli scout alla parrocchia di San Pancrazio, dove mia madre mi mandava per evitare che lanciassi le mele dalla finestra del quarto piano e perché c'era un prete che ci dava un occhio all'oratorio adiacente, un po' come in 'Azzurro' nella canzone di Celentano. Mi cacciarono dopo pochi giorni perché dicevano che ero indisciplinato e non seguivo le regole alla 'topolino' dei capi squadra. Facevano cose strane, le stesse che si fanno in parrocchia, ma in mezzo alla natura e con nomignoli tipo 'orso pendente' e 'grillo imbalsamato'. In più avevamo delle ridicole divise e gli adulti avevano i calzoncini corti di velluto. Per un bambino poteva anche essere divertente, se non fosse per quel mieloso di fondo tipico delle associazioni cattoliche e pseudo parrocchiali, che porta sempre all'accostamento con la religione cattolica e con le canzoncine tipiche di chi sembra un po' stupido, alla D'avena per intendersi. Ora quel gran dritto del nostro premier, leader del nuovo cambiamento e delle controriforme, insieme alla telefonatina del solito Papa Francesco che gli fa da grancassa e dall'onnipresente cardinal Bagnasco, vorrebbe proporci come rivoluzione 2014 ancora queste cretinerie alla mariapoli, se non peggio. Non ha infatti perso l'occasione per infilarsi nel raduno nazionale Agesci e avere quella continua visibilità farlocca che gli serve per sopravvivere. Fare lo scout e avere una fede può anche essere simpatico, ma proporlo come il nuovo che arriva in un'epoca dove la gente per fortuna si è svegliata mi sembra da cottolengo, poveri quei ragazzi. E' lui la faccia un po' ce l'ha! Ma io non voglio morire democristiano!

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