Ieri ho accompagnato un mio caro compagno di liceo al suo ultimo viaggio su questo pianeta. Si è spento all'improvviso mentre faceva una corsetta sul Lungotevere. Ho conosciuto i suoi due figli, i parenti, gli amici. Un mondo a me fino allora sconosciuto che mi ha dato un'idea più completa di Duccio, questo il suo nome. E' stata una cerimonia laica, semplice, con le sue musiche preferite e i ricordi di chi lo conosceva, anche quelli dei suoi vecchi compagni di scuola che ancora incontrava alla birreria 'Kandisky'. Una giornata che mi ha fatto riflettere, come fanno spesso i funerali, sulla vacuità della nostra esistenza.
Si scompare così, in un attimo, dopo pochi anni vissuti. La giovinezza senza memoria, la scuola, il lavoro, la famiglia, i figli, qualche viaggio, l'amore. E poi più niente.
Miliardi di morti ci hanno lasciati per i pochi che sono rimasti. Mi è sembrato in un attimo che questa vita è un sofffio, in cui facciamo poco e niente, nella quale ci viene dato il dono di contemplare la bellezza.
In genere, però, la passiamo a risolvere problematiche inutili e a scannarci tra di noi.
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