mercoledì 2 luglio 2014

Ce li abbiamo sulla coscienza!

Mentre discutiamo di inutili riforme fatte male, 45 persone, a cui nessuno dà un nome e cognome come fossero animali, sono morte asfissiate su un barcone per cercare di raggiungere un posto migliore dove vivere. L'impossibilità di avere dei documenti regolari presso le nostre ambasciate li spinge a venire irregolarmente, ingrossando le tasche di persone senza scrupoli, diventando carne da macello. I nostri media non sanno dargli nemmeno un nome. Li chiamano profughi, clandestini, extracomunitari. Poi passano alle partite dei mondiali. Il nostro governo, il nostro ministero degli interni, l'Europa, stanno a guardare questa tragedia senza fare nulla, discutendo su nomine inutili, su problematiche burocratiche. Abbiamo e stiamo creando un mondo senza coscienza, che piange il singolo benestante e gira la testa dall'altra parte per le migliaia di persone che non hanno niente!


"Sono 45 i morti all’interno del peschereccio rimorchiato a Pozzallo dalla nave Grecale. Tutti uomini, verosimilmente maggiorenni, e dell’Africa centrale. È il bilancio definitivo dopo il recupero delle salme che si è concluso da poco. La prima stima era di una trentina di migranti deceduti. Sull’episodio indaga la polizia.  

Le salme sono state portate in una sala frigorifera di Pozzallo, messa a disposizione dalla Protezione civile della Provincia di Ragusa. I due medici legali incaricati dalla Procura hanno avviato i rilievi autoptici esterni, e poi eseguiranno le autopsie. Le vittime erano in un peschereccio dove sono state fatte salire 600 persone, più del doppio di quelle che poteva contenere. I migranti sono stati trovati nella sala ghiacciaia, dove sono morti, si ipotizza, per schiacciamento e asfissia. 


«Accatastati l’uno sull’altro, come in una fossa comune, che ricorda Auschwitz». Così, nelle parole di un investigatore profondamente scosso, la polizia di Ragusa ha trovato i 45 cadaveri degli immigrati morti di asfissia. Soffocati nel vano ghiacciaia, un locale di appena tre metri per tre dove si conservava il pesce durante la navigazione prima che questo scafo in legno diventasse il guscio sul quale gli scafisti senza scrupoli avevano ammassato 611 persone, 566 delle quali sono sopravvissute. Enormi le difficoltà per riuscire ad arrivare al luogo angusto dove erano stipati i corpi senza vita dei profughi. I vigili del fuoco di Ragusa hanno lavorato dalle 15 sino alle 19,30 di ieri per allargare in un primo momento la botola di accesso e quindi per scardinare l’intera coperta della imbarcazione. Un peschereccio tutto blu, con una unica linea al centro nera, di una ventina di metri, dove erano stipati le centinaia di profughi soccorsi domenica dalle navi «Chimera» e «Grecale» della Marina militare. La fregata «Grecale» ha completato in nottata lo sbarco dei 566 profughi, tra i quali 45 minori e 28 donne.  

Per quanto riguarda le indagini, sono due i presunti scafisti fermati dalla polizia di Ragusa. Il fascicolo dell’inchiesta è seguito in prima persona dal procuratore capo di Ragusa, Carmelo Petralia. Secondo quanto si apprende, in questo momento, si ipotizzano i reati di associazione per delinquere e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Solo dopo le autopsie, infatti, il procuratore Petralia deciderà quali imputazioni formulare per l’atroce fine dei 45 immigrati: le possibilità comprendono le accuse di morte come conseguenza di un altro reato e l’omicidio volontario. Stamane i medici legali eseguiranno le autopsie sui 45 corpi, che sono stati deposti in una cella frigorifera messa a disposizione dalla protezione civile". (da 'La Stampa' on line del 2 luglio 2014)

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